I (DeanXReader)

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Ti siedi sulla tua panchina preferita, quella rossa, incisa con i nomi degli innamorati, posta in un angolino remoto di Central Park che è talmente immerso negli alberi da farti scordare i palazzi, la gente e lo stress dell'università

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Ti siedi sulla tua panchina preferita, quella rossa, incisa con i nomi degli innamorati, posta in un angolino remoto di Central Park che è talmente immerso negli alberi da farti scordare i palazzi, la gente e lo stress dell'università. La tensione dell'esame che hai appena dato ha cominciato da settimane a riscuotere il suo tributo: i tuoi occhi sono cerchiati da occhiaie profonde e i tuoi capelli stanno progressivamente diventando stoppa, il rosso fuoco di cui ti sei sempre vantata si è fatto spento. Con un sospiro, chiudi e cominci a sorseggiare il tuo tanto agognato mocaccino, stringendoti addosso il cappotto per ripararti dal vento tagliente dell'inverno di New York.

"Y/N!" ti senti chiamare e, assorta com'eri, sobbalzi e ti rovesci addosso mezza bevanda bollente.

"Merda!" esclami, tentando di tamponare la gonna ormai irrimediabilmente macchiata con i fazzoletti del chiosco, di quelli che non assorbono nulla e servono solo a diffondere la chiazza. Irritata, ti volti per urlare contro all'idiota che ha rovinato il tuo momento di pace.

A pochi passi da te, Dean Winchester, giacca in pelle logorata dagli anni e sorriso sghembo, naso arrossato dal gelo. Dean Winchester, l'uomo che ti ha salvata da quell'oscura presenza che si aggirava senza sosta nel tuo appartamento nei sobborghi di Manhattan. Dean Winchester, il cacciatore che ti ha spiegato cosa un cacciatore fa e come combatte gli orrori che strisciano nella notte. Dean, quel misterioso, affascinante ragazzo che camuffa le sue insicurezze con una battuta sagace. Ora tra le mani stringe un mazzo di fiori blu. Non lo vedevi da quattro mesi.

Rimanete lì per qualche lungo istante, valutandovi dopo quelli che sono ti sono sembrati anni. Percepisci la tensione tra voi, netta e colma di parole non dette, un fulmine perenne che cade dal cielo su di voi e che si rifiuta di scaricare a terra. Vuoi rimanere così per sempre, in questa perfetta dimensione dove tu e Dean siete gli unici ad esistere e il tempo si ferma per voi, lasciandovi giovani e ingenui.

Tuttavia l'emozione ti stringe la gola e finisce per condensarsi in un singhiozzo, allora ti butti tra le sue braccia, incurante di schiacciare i fiori. Dopo un attimo di esitazione, lui getta il mazzo da parte e ricambia il tuo abbraccio, seppellendo il viso nei tuoi capelli e ispirando il tuo profumo come se fosse la sua qualità preferita di cocaina. Preme un bacio eterno sulla tua fronte e quando si stacca lo puoi sentire ancora lì, bruciante come un marchio.

In un impeto di coraggio, di quelli che se non cogli sul nascere non torneranno mai più, lo baci. E' la semplice pressione delle tue labbra sulle sue, persistente e casta, ma il tuo cuore freme e svolazza contro le costole, in attesa del responso. Dean s'irrigidisce per un secondo, poi guaisce contro la tua bocca e ti circonda il viso con entrambe le mani, così grandi da inghiottirne metà.

Ti bacia come un uomo che sta morendo di fame, divorandoti con il suo amore. Sapevi che sarebbe stato così, così impaziente di dare, di ricevere, di donare la sua dedizione e di essere finalmente ricambiato. Era esattamente così che te l'eri immaginata, ma mai avevi pensato che tutto ciò l'avrebbe dato a te, una semplice studentessa di architettura che non sa nulla del mondo e che teme tutto di esso.

Un unico bacio si confonde e diventa diecimila, poi lievi baci sulle tue guance, sulla fronte, sul naso, sul mento.

Ridacchi e ti rendi conto di star piangendo.

"Ehi" dice lui, e ti sorride, un poco spaventato "Stai bene?"

Annuisci solamente, gli carezzi la guancia tempestata di lentiggini. "Sì" rispondi, con la voce offuscata dalle lacrime "sì. E tu?"

"Mai stato meglio"

Ridi di nuovo, ancora scioccata. Cominci a domandarti se ti riprenderai mai.

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