III (CrowleyXReader)

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Gli altri studenti si riversano fuori dall'uscita in un'inondazione interminabile che non fa che sballottarti come una bambola di pezza. Finisci per sbattere con forza sullo stipite della porta con grugnito e il dolore è talmente acuto da farti girare la testa. Quasi finisci a terra. Accanto a te un gruppo di ragazze scoppia a ridere.

"Tutto okay?" la tua supplente di letteratura inglese corre verso di te con aria preoccupata, facendo a spallate per raggiungerti in fretta. Lei è gentile con te, carina con il suo ordinato caschetto di capelli castani e i lineamenti ordinari; tuttavia, non appena fa per sfiorarti, tu ti ritrai come scottata.

"Ti sei fatta male?" ti chiede di nuovo, sincera a tal punto da rischiare di raggiungerti nella tua testa annebbiata dal dolore.

"No" dici a denti stretti "sto bene"

Senza lasciare che la signorina Patel abbia il tempo di porti altre scomode domande ti affretti, varcando finalmente l'uscita, e percorri più in fretta che puoi il viale. Imbocchi poi una stradina laterale, che porta alle rimesse dove vengono stipati vecchi attrezzi e divise delle squadre scolastiche di cinquant'anni prima, robaccia che il preside si rifiutava di buttare. Durante l'orario scolastico è una zona frequentata soprattutto da chi vuole fumare erba in pace, ma dopo il suono dell'ultima campanella è deserta.

Ti abbandoni contro la parete della catapecchia e ti lasci scivolare a terra, ansimante per il dolore. Stringi le mascelle contro le lacrime, perché oggi proprio non hai voglia di piangere.

Quella che dovrebbe essere sofferenza si è trasformata da tempo in ira, una fiammata ruggente che ti corre nelle vene e minaccia di incendiare ciò che ti circonda.

"I bambini non dovrebbero andare a spasso da soli, la mamma non te l'ha mai detto?"

Un uomo incombe su di te. Non è molto alto, ma ti sovrasterebbe con più di qualche centimetro se fossi in piedi. Non è nemmeno bello, ma c'è qualcosa nel suo viso che ti attrae irrimediabilmente.

"Il gatto ti ha mangiato la lingua, bimba?" ti stuzzica con voce di velluto "Non mi saluti nemmeno?"

Rimani immobile, poi rispondi con parole misurate.

"Buongiorno, signore"

"Signore? Bene, sei proprio una ragazzina educata. Io sono Crowley"

"Y/N" cinguetti dolcemente. Non sai nemmeno la ragione, ma desideri compiacerlo.

"Oh, lo so, tesoro" fa praticamente le fusa "Vediamo cosa possiamo fare per quella spalla, che ne dici?"

Si china di fronte a te, sporcandosi leggermente il vestito costosissimo che indossa, ma rimanendo comunque  impeccabile. Si sporge e ti sfiora la fronte con due dita.

Il sollievo ti percorre la carne, assieme a uno sfrigolio che identifichi come potere. Come appartenenza.

"Mio Dio, bambolina" ghigna Crowley "sei deliziosa"

Capisci che la percepisce anche lui, questa tua immensa, oscura forza. Capisci che la possiede anche lui.

Con un brivido di lussuria, ti alzi e lo baci. Crowley sussulta, sorpreso, poi sorride e ricambia. Il sapore della sua bocca si trasforma in pochi attimi in una droga.

Dopo lunghi minuti di ebrezza, vi separate. Arricci le labbra nel suo stesso, sorriso diabolico.

"Grazie, papà"

"Grazie, papà"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 18, 2017 ⏰

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