Bearsi di un lieve sbuffo di condensa che fuoriusciva dalle sue labbra sembrava quasi ridicolo, un gioco per bambini, ma tutti i pensieri latenti che si liberavano vedendo Newt non erano affatto un gioco.
Era la Vigilia di Natale e da tutte le case proveniva quell'alone di allegria e musica, luci e festoni; Thomas si pentì di essere andato via, di aver lasciato la sua famiglia senza una spiegazione, ma gli avvenimenti dei giorni precedenti gli torturavano la mente.
La Winston Churchill High School organizzava sempre la parata di Natale, ogni anno: con il sole o con la pioggia gli studenti avrebbero sfilato per la via principale portando gioia e allegria per le strade della città. La preside, uno zuccherino vivente, era sempre stata irremovibile sull'organizzazione.
Ogni classe aveva ricevuto precise istruzioni dalla preside sui costumi, solo la squadra di football e le cheerleader erano autorizzati ad indossare le loro divise.
Quando l'annuncio era passato all'interfono, Minho e Thomas avevano tirato un sospiro di sollievo, lieti di aver partecipato alle selezioni della squadra sotto il pressante incitamento del quarterback Alby.
Il giorno della parata Thomas scoprì quanto bene stesse il verde su Newt, vestito da folletto con jeans e maglia verdi ed una giacca con i campanelli; ogni ragazzo di quella classe rasentava il ridicolo, ma Newt non sarebbe mai stato ridicolo agli occhi di Thomas, non con quei jeans almeno, pensò.
I ragazzi sfilarono facendo festa e portando la migliore playlist natalizia per le strade e una volta conclusa la parata tutti i folletti, le campanelle e gli alberi di Natale erano corsi via nel giro di pochi secondi.
Thomas cercò Newt con lo sguardo e lo vide, in un angolo della palestra, togliersi quella giacca tintinnante e gettarla in un angolo.
Thomas lo chiamò, per salutarlo, abbandonando un povero Minho che parlava a raffica da una decina di minuti.
《Hey Newt》
《Tommy. Ciao, vedo che ti è andata bene quest'anno》
Indicò la tenuta di Thomas e poi la sua.
《Nemmeno tu stai male vestito di verde》
《Spero tu stia scherzando pive, io odio il verde》
《Almeno la preside non vi ha imposto la calzamaglia》
《Probabilmente se la sarebbe ritrovata in bocca》
Thomas lanciò uno sguardo carico di malizia.
《La calzamaglia, Tommy》
Newt sbuffò alzando gli occhi al cielo.
《La preside non è proprio il mio tipo》
《Troppo vecchia?》
《Troppo donna》
Thomas lo guardò interdetto: non si sarebbe mai aspettato che Newt glielo dicesse in quel modo, lo aveva sospettato, non aveva mai avuto certezze.
《Hai ragione Newt, direi che vale lo stesso per me》
Anche Newt caricò il suo sguardo di sorpresa. Poi rise. La palestra era vuota ormai, il vociferare degli studenti si era ormai estinto e Newt e Thomas erano gli unici a far sentire la loro voce.
《Tu non sei gay, Tommy》
《Davvero?》
《E Teresa?》
《Copertura.》
《Non ti credo》
E rise ancora, questa volta sarcastico e risentito.
Thomas invece era serio, indeciso, titubante.
Poi si buttò, lasciò tutto al caso.
Si avvicinò a Newt e lo baciò
Il biondo ricambiò il bacio ma quando si separarono guardò Thomas negli occhi con un po' di amarezza, un labirinto inesplorato di risentimento .
《Se lo hai fatto solo per reggere il tuo stupido scherzo vedi di non rivolgermi più la parola》
E poi uscì dalla palestra senza guardarsi indietro e Thomas si rammaricò solo di aver dovuto far cessare quella risata per baciarlo.
I giorni seguenti Newt non aveva rivolto la parola a Thomas e Thomas era troppo spaventato dal fatto che Newt sarebbe potuto essere arrabbiato con lui per parlargli.
Adesso di giorni ne erano passati quattro.
Thomas non aveva ancora parlato con Newt e Newt non aveva parlato con Thomas.
Si erano limitati ad osservarsi da lontano.
Thomas continuava a fissare Newt seduto sugli scalini del portico di casa sua mentre sbuffava alle stelle lasciando quelle tracce di condensa bianca nell'aria gelida di Dicembre.
Thomas fece squillare il cellulare del biondo.
Una volta.
Due volte; riusciva a sentire la suoneria da lì.
Tre volte; vide Newt osservare il suo nome sullo schermo. E sorridere.
Quattro volte; vide Newt tornare serio e premere un tasto sul cellulare.
Il telefono smise di squillare e Thomas temette che Newt avesse chiuso la chiamata.
Poi lo vide portarsi il telefono all'orecchio e aspettare.
Thomas parlò.
《Pronto?》
Newt non rispondeva.
《Newt, mi dispiace. Voglio spiegarti un po' di cose》
《Parla allora》
Per Thomas fu inebriante il suono della sua voce.
《Sto aspettando Tommy》
Sentire il modo in cui lo aveva chiamato fu la spinta che serviva a Thomas. Riattaccò e si portò il telefono in tasca e vide Newt sorridere amareggiato, abbandonare il telefono sullo scalino del portico e passarsi esasperato una mano tra i capelli.
Thomas lo raggiunse.
Vide la sorpresa negli occhi scuri del biondo e ne fu contento, si sedette accanto a lui in silenzio.
Quei secondi sebrarono interminabili, poi Newt parlò.
《Ti avevo detto di non rivolgermi la parola se fosse stato uno scherzo e non mi hai parlato per quattro giorni》
《Pensavo che fossi arrabbiato con me》
《Si che lo sono, Tommy》
《Se è così come mai mi parli ancora? Tecnicamente non dovresti odiarmi? Non dovrei farti schifo?》
《Perchè non posso odiarti, è più forte di me; sarebbe molto più semplice se lo facessi, se ci riuscissi. Sono solo arrabbiato, e neanche tanto》
Thomas era stordito, i suoni gli sembravano attutiti.
《E no Tommy, non mi fai schifo》
Sorrise sarcastico, come per dare un tono diverso a quella frase e per sottolineare l'assurdità di quello che Thomas sosteneva.
《Newt, non ti ho baciato per reggere la tesi di uno scherzo, e non c'è nemmeno uno scherzo. L'ho fatto perchè volevo farlo da Dio solo sa quanto. Poi hai detto quella cosa e ho avuto la fottutissima paura di poterti perdere, come amico e come tutto》
《Forse mi stai già perdendo, come amico》
Thomas lo guardò con gli occhi sbarrati e le labbra che tremavano per il freddo, poi un bacio caldo le avvolse, quello di Newt.
Quando si separarono Newt rise di gusto sotto l'occhio perplesso di Thomas.
《Ora dovrai spiegarlo a Teresa》
Entrambi risero, raddoppiando la condensa dei loro fiati che ora li circondava, danzando allegra sulle note di canzoni allegre che provenivano da allegre abitazioni facendo sorridere ancora di più quei ragazzi che avevano l'impressione di non essere mai stati tanto allegri in vita loro.
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Stares ||Newtmas||
FanfictionNewt e Thomas. Da Radurai a liceali. Era la Vigilia di Natale e, nonostante l'aria di festa che aleggiava ovunque, i pensieri che opprimevano Thomas erano troppi e troppo grandi, tanto da portarlo ad abbandonare la cena di Natale in famiglia per rag...