Non volevo assolutamente partire. Stavo letteralmente piangendo da due ore.
- “Mi dispiace tesoro,ma tuo padre non può rifiutare un lavoro del genere,sarebbe da stupidi.” Questo era ciò che mi ripeteva mia madre da due ore a questa parte.
- “E che ne sarà della mia splendida vita qui a Milano, dei miei amici, della danza,della scuola,di tutto.” Dissi io gridando contro i miei genitori.
- “troverai nuovi amici,New York è immensa, ti abbiamo già iscritta in una scuola vicino la nostra nuova casa nel distretto di Manhattan,ti iscriverai in una scuola di danza nuova,dicono che a New York ci sono prestigiose accademie, ti adeguerai molto bene Siria”. Mi continuarono a ripetere cercando disperatamente di convincermi.
- “e che ne sarà di Sam e Don,i miei migliori amici, quelli che conosco da quasi 13 anni, con cui ho passato la maggior parte della mia vita.” Dissi disperatamente.
- “vi sentirete tramite internet,con videochiamate,con face book o con whatsapp” dissero loro addolcendo la frase.
- “non sarà mai la stessa cosa.” Ammisi con tono triste e disperato,anche se ormai non avrei potuto fare niente perché il giorno dopo avrei cambiato stato,che io lo volessi o no.
Ero l’unica tra i miei fratelli che l’aveva presa cosi male, mio fratello Noah ,un diciannovenne viziato e iperprotettivo,che tutte le ragazze amavano,per il suo stile e la sua intelligenza disumana. Beh,lui era felice di partire, ciò che diceva era di voler “cambiare aria”, per non parlare dei miei fratellini gemelli,Hazel e il piccolo Chris,loro erano la rappresentazione umana della “gioia”.
Infondo erano solo dei bambini di 8 anni.
Io,invece,ero diversa, ero cosi affezionata alla mia Milano,piena di negozi,dove infondo viveva tutta la mia famiglia,e non avrei mai voluto,lasciare tutto li e andare via,per sempre.
E chi l’avrebbe detto a Sam e Don, ero cosi spaventata, non sarei voluta partire perche sapevo che avremmo perso i contatti,e avevo sempre odiato i rapporti a distanza,ma ormai era tutto già fatto,la mia vita era stata tutta già scritta da i miei genitori senza che io ne sapessi nulla, e tutto ciò era come una pugnalata al cuore.
Erano circa le 19.00, le valigie erano tutte già pronte e riposte davanti al portone. Ero molto stanca,decisi dunque, di andare a fare una doccia veloce e andare a dormire perché il giorno dopo avremmo dovuto prendere l’aereo alle 3 del mattino.
Quella sera non cenai neanche. Sapevo della partenza da due settimane eppure non avevo mai avuto il coraggio di dirlo ai miei due migliori amici, forse perche volevo godermi tutti i momenti con loro o forse perche avevo solo paura della loro reazione,allora presi il telefono e aprii skype per fare la solita videochiamata giornaliera che con loro facevo, subito risposero.
Sa: tesorooo! Come mai chiami a quest’ora?
D: infatti,Siria,cosa succede?
Si: ragazzi devo parlarvi..
Sa-D: spara
Si: beh..non so davvero come dirvelo, mio padre ha accettato un lavoro molto prestigioso,a..New York,e domani mattina partiremo, ho cercato di restare qua in tutti i modi,ma nulla da fare
Sa: *scoppiò a piangere*
D: ma..come..ce lo dici cosi?
Si: *piansi* non ho voluto dirvelo prima per non farvi stare male,ma evidentemente è stato peggio..
Sa: amore mio mi mancherai..non sarà più come prima
D: già. Ci mancherai principessa.
Si: anche voi mi mancherete amori.
Sa: a che ora hai l’aereo
Si: alle 4 del mattino
D: saremo li,all’aereoporto, per darti l’ultimo abbraccio.
Si: grazie ragazzi,davvero,cosa farei senza di voi, adesso devo andare, a domani
Sa-D: a domani.Cosa farò senza di loro, mi ripetei in mente per tutta la sera, mentre delle lacrime scendevano dai miei occhi, fino a quando non mi addormentai
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THE ONLY WHO CAN SAVE HIM
FanfictionSiria Smith,una ragazza ricca e viziata ma allo stesso tempo molto semplice,si trasferisce nella grande città di New York per via del lavoro del padre,lasciando cosi la sua bella Milano. Subito si sentirà fuori luogo e spaesata. Un giorno,incontrer...