3 CAPITOLO

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Erano le 7.00 in punto, quando mi alzai, a malincuore, perche il mio letto era davvero un paradiso. Sembravo letteralmente uno zombie umano, andai nel bagno immenso della mia stanza e inizia a lavarmi. Era il mio primo giorno di scuola e volevo risultare perfetta ma non egocentrica agli occhi di tutti. Andai verso l’armadio per scegliere gli abiti da indossare. optai dopo svariati minuti per un semplice top bianco con una gonna nera e una giacca sui colori del grigio e nero molto larga con infine degli anfibi neri. Mi truccai molto semplicemente, eyeliner,mascara e lucidalabbra rosa. Appena pronta,scesi giù in salotto e trovai mia madre e Noah a fare colazione. -“dove sono gli altri?” chiesi -“tuo padre è già a lavoro mentre i gemelli dormono perché non abbiamo ancora una scuola elementare nei paragi,tieni i tuoi pancake tesoro” mi rispose mia madre -“grazie mamma,vorrei sapere bene le indicazioni per arrivare a scuola” gli chiesi mettendo un boccone di pancake in bocca -“ho già impostato le indicazioni nel navigatore della tua nuova auto Siria” mi rispose mia madre -“va bene, io vado,ciao mamma,ciao Noah” salutai ed uscii di casa. Presi le chiavi dell’auto e accesi il navigatore e subito la feci partire. Sapevo portare l’auto, perché mio padre,in Italia mi faceva fare delle guide segrete di notte senza che nessuno potesse vedermi, amavo quella macchina così leggera e cosi veloce, tanto che arrivai a scuola in meno di 5 minuti. Misi la macchina nel parcheggio privato della scuola,presi un gran respiro e mi incamminai dentro. Appena all’entrata incontrai una simpatica ragazza che mi corse quasi addosso -“ci conosciamo?” chiese squadrandomi -“no,sono nuova” risposi io -“ah immaginavo, comunque io sono Leilah, hai bisogno di aiuto” mi rispose sorridendo -“beh in realtà si,qui sono nuova,vengo dall’Italia e non conosco davvero nessuno,potresti aiutarmi a capire come funziona un po’ tutto ciò e vorrei aiuto per cercare le classi in cui andare a lezione” le dissi gesticolando -“adoro l’Italia, ci sono stata un paio di volte ! comunque adesso siamo amiche e quindi ti aiuterò a capire un po’ questa scuola, allora vieni con me” disse tirandomi per un braccio “ le lezioni incominciano alle 8.30 quindi tu hai un po’ di tempo per fare ciò che vuoi,andare al bar o semplicemente fumare una sigaretta nel parco della scuola con qualche professore sexy, sopra le aule ci sono scritte le materie e quindi non puoi perderti, ma nel caso succedesse, ci sono io che ho le tue stesse lezioni.” Continuò a parlare trascinandomi per tutta la scuola -“guarda un po’chi si vede..” sentimmo dire alle nostre spalle,appena ci girammo trovammo un gruppo di ragazzi e ragazze, quello che aveva parlato era alto,molto più alto di me,come il resto dei ragazzi in quel gruppo,erano tutti molto carini comprese le ragazze quasi nude affianco a loro,evidentemente più belle di me. -“cosa volete da me” chiese Leilah apparentemente spaventata -“volevamo solo sapere chi è la tua amichetta, Sproonar non cagarti sotto” disse sempre quel ragazzo sorridendo con i suoi amici -“ sono Siria Smith, sono nuova” dissi presentandomi -“ Cameron,è quella ragazza ricca, la sorella di Noah Smith, quella di cui si parla i questo periodo” disse la ragazza penso si chiamasse Alexa attaccata a quello che doveva chiamarsi Cameron -“ Ah, la proprietaria di quell’audi parcheggiata nel vialetto” fece un sorriso malizioso lui -“ si,sono io , problemi?” dissi io con un tono di sfida -“assolutamente,solo,stai attenta.” Mi avvisò lui, quando stavo per chiedere spiegazioni, lui scomparì insieme ai suoi amici. FINALMENTE LE DUE ORE DI MATEMATICA ERANO PASSATE. Era l’ora della ricreazione dove,come mi aveva spiegato Leilah, gli studenti si riunivano nel parco per socializzare e sgranocchiare qualcosa. Appena uscimmo dalla classe, ci recammo nel parco, Leilah prese un pacco di sigarette dalla sua borsa e ne accese una. -“ vuoi?” mi chiese -“ no grazie,non amo il fumo,preferisco andare a bere un caffè al bar” dissi allontanandomi per recarmi al bar. Era pieno di studenti affamati,che urlavano disperatamente per avere ciò che desideravano prima che suonasse la campanella che segnava l’inizio delle prossime lezioni. Riuscì subito ad avere il mio caffè, lo bevetti molto velocemente e ritornai subito in classe. Finita la giornata scolastica, salutai la mia nuova amica Leilah, presi la mia auto e ritornai a casa. -“buongiorno tesoro,com’è andato il tuo primo giorno di scuola?” mi chiese mia madre mentre preparava il pranzo -“bene mamma,sai,mi sono fatta anche una nuova amica!” le risposi sgranocchiando qualcosa -“sono contenta” mi rispose a sua volta lei. -“ e a te, Noah, com’è andato il primo giorno di college?” chiesi a Noah mentre mi sedevo a tavola -“ abbastanza bene,anche se è molto pesante,si studia molto e ci sono solo ragazzi viziati e figli di papà,come me d’altronde,solo che io sono bello” disse con un che di vanità -“sempre molto modesto” gli risposi ridendo -“ ah e ho anche conosciuto dei ragazzi antipatici che dicevano di conoscere Noah” aggiunsi -“chi?” chiesero mia madre e Noah -“uno di loro penso si chiamasse Cameron, o così ho sentito” risposi -“ ah,ho capito,ho sentito parlare di loro,Siria,lui e il suo gruppetto,non sono bravi ragazzi,stagli lontano e non avrai problemi” mi consigliò mio fratello -“ va bene” gli risposi -“ noi,invece siamo restati tutto il giorno a dormire” dissero i gemelli ridendo -“bravi,ma tanto fra poco andrete a scuola anche voi” dissi facendogli la linguaccia, loro risero. -“papà dov’è?” chiese Noah alla mamma -“oggi è a lavoro e non pranzerà con noi,tornerà oggi pomeriggio perche stasera io e lui,siamo stati invitati ad un brunch coi vicini quindi avrete casa libera” ci disse mia madre -“il brunch,inizierà alle 17.00 e finirà fero le 24.00, per i gemelli ho già chiamato una baby sitter, quindi siete liberi di uscire ma di tornare presto stasera” aggiunse lei -“ va bene,grazie mamma” dissi alzandomi dal tavolo e dirigendomi in camera Presi il telefono e chiamai Leilah -“ pronto?” mi rispose subito -“Leilah,sono Siria” -“ciao siria,dimmi tutto” -“questo pomeriggio, fino stasera, i miei genitori, sono stati invitati ad un brunch, quindi saranno fuori, mi hanno dato il permesso di uscire,quindi,che ne dici di farci un giro?” proposi -“perfetto, ci vediamo alle 18.00 davanti casa mia, ti obbligo di portare la tua auto” mi obbligò,scherzando -“ va bene va bene” risposi ridendo -“a dopo” -“a dopo” Erano circa le 15.00 e ne approfittai per fare i compiti assegnati per il giorno seguente, erano davvero pochi, mi stupivo. Arrivate circa le 17.00,scesi in salotto dopo aver finito i compiti e trovai i miei genitori vestiti in modo più che elegante,ci tenevano molto a farsi vedere come delle “persone importanti”, dai vicini, dato anche il lusso di questo quartiere. -“state benissimo” dissi ai due -“grazie tesoro” mi risposero -“ci vediamo stasera” aggiunsero uscendo di casa -“ciao “ dissi Aprii il frigo e presi una mela, poi salii di sopra per controllare che tutto fosse a posto,perché, da quando ero piccola, ero io, quando i miei genitori non c’erano, a controllare che in casa tutto fosse a posto. Andai nella camera dei gemelli e vidi che c’era già la baby sitter,la salutai cordialmente e mi diressi verso la camera di mio fratello, vidi che era socchiusa, così decisi di entrare senza bussare. Mio fratello era sempre stato un ragazzo prodigio agli occhi dei miei genitori, anche se, infondo, era un ragazzo normale agli occhi della gente normale. Amava spassarsela come facevano i ragazzi della sua età, senza che i miei genitori lo sapessero, infatti,ricordo, che qualche anno fa, lui , quando i miei genitori non volevano che uscisse, sgattaiolava fuori dalla finestra e voleva anche che io lo coprissi. Appena entrai nella sua stanza, subito un odore familiare attaccò le mie narici. -“allora è cosi che passi il tempo?” chiesi sorridendo a mio fratello -“cazzo ci fai qui? Non si usa bussare a casa tua?” mi rispose buttando la cicca della sigaretta dalla finestra -“se lo sapessero mamma e papà..” lo avvisai -“ma non lo sapranno,vero?” continuò lui la frase -“starò zitta” dissi mettendo una mano sopra la bocca -“ beh ora vai Smith che ho delle cose da fare” mi disse -“ va bene me ne vado, ah, fra un po’ devo uscire con una mia amica” lo avvisai -“okay” mi disse e mi salutò. Mi diressi subito nella mia stanza per cambiarmi, siccome faceva davvero caldo, indossai un top cortissimo, che arrivava dotto il seno, nero,con un jeans chiaro abbastanza largo e dei tronchetti bordeux con un tacco alto, giusto per alzarmi un po’. Mi truccai leggermente,capelli sciolti, presi la borsa e uscii di casa avvisando prima Noah. Passai a prendere Leilah da casa sua con la mia auto. -“ciao Siriaa” mi salutò -“ciao” la salutai sorridendo -“dove andiamo?” mi chiese -“non so,non conosco bene la città, proponi qualcosa” le dissi sinceramente -“che ne dici di andare a fare un giro al parco e poi andare a mangiare qualcosa al mc” propose -“ è perfetto.!” Dissi e mi diressi subito al parco, mentre Leilah mi diceva le indicazioni. Appena arrivate, trovai un parcheggio all’auto, e andammo nel parco per fare una passeggiata e rilassarci un po’. Dopo essere state lì al parco,a chiacchierare, per conoscerci meglio, e dopo che avevo scoperto la quantità industriale di ragazzi che aveva avuto Leilah,ma,che aveva lasciato, perché li definiva dei “rammolliti”,fino alle 20.30, ci dirigemmo al mc. Appena entrate, notammo che non c’era molta gente e riuscimmo a trovare facilmente un posto dove sederci e ordinammo due panino con il pollo e due porzioni di patatine. Nell’ attesa che arrivasse il cibo,ci accorgemmo che due tavoli dopo il nostro, c’era dinuovo il gruppetto che la mattina prima, mi aveva insultato. -“Leilah,parlami un po’ di quei ragazzi” dissi mentre indicavo senza farmi vedere,cameron e il suo gruppo -“beh, loro sono dei ragazzi cattivi, mi odiano perché in passato, ebbi una specie di relazione con Cameron,che mi aveva usato solo per togliermi la verginità, come infondo fa con tutte,le usa e le sfrutta per fare i fatti loro e poi quando si stanca, se ne libera,come ha fatto con me. Adesso la sua vittima è Alexa,solo che lei ci sta, perché è una vera e propria zoccoletta che se la fa con tutti. Del resto, sono cosi anche tutti i suoi amici che sono nel gruppo. Amano andare alle feste nel Bronx,fumano e fanno i fatti loro con le ragazze che vogliono.” Mi spiegò Leilah mentre arrivò il nostro cibo. -“ capisco..” furono le uniche parole che mi uscirono Continuammo a mangiare e a parlare del più e del meno fino a quando non mi alzai per pagare mentre Leilah finiva il suo cibo al tavolo e contemporaneamente, si alzò Cameron, e quindi, me lo ritrovai affianco, senza che io lo volessi. -“ ti vuoi far anche anche vedere per quanto ricca sei,utilizzando questi abiti costosi” mi ripugnò addosso. -“invidioso?” gli risposi con uno sguardo di sfida -“ anche no, almeno non sono uno sfigato come te “ aggiunse Senza rispondergli pagai il conto ed uscii insieme a Leilah dal locale. -“cosa ti ha detto” mi chiese leilah -“ le solite cose…che sono ricca eccetera” le risposi -“non dargli importanza..comunque, sabato prossimo c’è una specie di festicciola, dove sono invitati tutti gli studenti. Ci andremo vero?” mi chiese -“ se i miei genitori mi danno il permesso,perche no !” le dissi mentre aprivo la macchina. Erano le 22.30, accompagnai Leilah a casa sua e tornai a casa. Appena entrai, regnava un silenzio tombale, salii nelle camere dei gemelli e vidi e dormivano, poi salii al terzo piano e trovai la porta della camera di mio fratello socchiusa, mi avvicinai per origliare e sentii dei strani rumori,come fossero respiri, fei per entrare, quando trovai, mio fratello e la baby sitter, insieme, nello stesso letto,capite il disagio. Scoppiai a ridere. -“quante volte ti ho detto di bussare?” mi disse Noah mentre si rivestivano velocemente -“e cosi state insieme?” chiesi ridendo -“ogni tanto , ne approfittiamo” mi rispose lei -“beh ora esci” disse Noah mentre mi cacciava dalla sua stanza -“maleducato” fu l’ultima cosa che riuscii a dire prima che mi chiudesse la porta in faccia. Una volta arrivata nella mia stanza,mi spogliai, mi feci una doccia, mi misi il pigiama e mi coricai perché era già molto tardi.

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