Capitolo 6

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"Come sta il cagnaccio comunque?" Mentre camminavano sul marciappiede insieme, Yurio calciò del ghiaccio via dal suo passaggio. "Non è per quello che Victor ti ha lasciato qui da solo?"

Yuuri strinse più forte la busta di pirozhki al petto e fissò un punto dritto davanti a sé, dove le luci dello Star Hotel si vedevano a qualche isolato di distanza. La Rostelecom Cup era finita ed era riuscito a qualificarsi per le finali del Grand Prix, proprio come aveva avuto intenzione di fare sin dall'inizio. Arrivò presto il momento di fare le valigie e tornare a casa... eppure Yuuri non era sicuro di come si sentisse a riguardo.

Un pizzico di colpevolezza colpì il suo cuore non appena pensò a Victor. Aveva chiamato non meno di una dozzina di volte quel giorno e Yuuri non aveva risposto nemmeno una volta. Aveva tuttavia ascoltato i messaggi in segreteria e aveva risposto con dei messaggi.

Sono felice che Makkachin stia bene. Mi manchi anche tu. Ci sentiamo presto.

"Makkachin ha passato una brutta notte," rispose Yuuri, "ma si aspettano che si riprenda completamente con un po' di—"

"Ascolta," lo interruppe Yurio. "Mancano poche settimane prima della finale del Grand Prix. Ho intenzione di batterti così male che i tuoi occhi bruceranno anche solo a guardarmi. Ma giuro che se non sarai con me su quel podio, ti finirò picchiandoti. JJ si posizionerà terzo o anche una posizione più bassa. Dietro di noi. Hai capito, katsudon?"

"Immagino d'aver molto lavoro da fare allora."

"Tu credi? Dici a Victor che ci sta andando troppo piano con te, digli di darti una svegliata e di prendere le cose sul serio. Lui lo fa sempre. Diventa troppo sicuro di sé e non si prepara abbastanza perché è sempre stato il numero uno." Yurio nascose le sue mani nelle tasche e lasciò andare in avanti la testa. Una piccola pietra volò avanti a loro, colpita dal suo piede. "Non ha mai dovuto lottare così duramente come facciamo noi."

Yuuri ricordò la ramanzina che ricevette da Yakov dopo il suo programma libero. Aveva detto che nemmeno Victor si allenava mai tenendo conto del fatto che un salto potesse andare storto. "Pensi davvero che ci stia andando piano con me?"

"Huh? Senti, ti mando il mio programma di allenamento giornaliero. Se non lo seguirai anche tu, vuol dire che sei un idiota. Devi provare tutto almeno con tre variazioni nel tuo programma libero. Scegli quale usare basandoti sulla classifica e su quanto tu sia già stanco. Hai bisogno di qualcuno che ti spinga oltre i tuoi limiti. Davvero ti è nuovo questo metodo?"

"Um." Victor aveva cambiato spesso i salti con Yuuri, ma non aveva mai condotto questo tipo di allenamento così rigido. Nemmeno Celestino era arrivato a spingerlo a creare tre variazioni. Era da pazzi.

"Il tuo coach fa schifo," disse Yurio. "Hai intenzione di rispondere alla chiamata oppure no?"

Il cellulare di Yuuri stava squillando di nuovo, la vibrazione era così forte che era diventata udibile nonostante il traffico chiassoso sulla strada innevata accanto a loro. Infilò una mano in tasca e declinò la chiamata senza nemmeno guardare chi fosse.

"Ecco mio nonno," disse Yurio, sicuro del fatto che quella vecchia macchina arrugginita che aveva appena accostato qualche isolato più avanti, fosse la sua. "Devo andare, ma dì a Victor ciò che ti ho detto, katsudon. Spesso si dimentica di pianificare le cose in anticipo. Questo vuol dire che sei tu a doverlo fare al posto suo. Spingilo a esigere di più da te."

La sola idea di farlo faceva venire i brividi a Yuuri. Nell'ultimo mese Victor lo aveva spinto a lavorare così duramente che i suoi piedi erano continuamente ricoperti di cerotti. Ma se aveva intenzioni serie nel vincere la medaglia d'oro sarebbe stato poco saggio ignorare il consiglio di Yurio. Specialmente quando era qualcosa che veniva dall'esperienza di Yakov, una persona che Victor aveva sempre stimato molto. "Grazie per il regalo di compleanno. Dici a tuo nonno che il suo katsudon è assolutamente fantastico come quello di mia madre."

Winter Song || Yuri On IceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora