Capitolo 10

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Il giorno dopo prendo l'autobus più allegra del solito sperando di incontrare il mio Alex.Appena scesa dell'autobus chiedo alle mie compagne di Alessia,nessuno mi risponde tranne Clara.
Clara:Laura mi dispiace, ma Alessia non verrà  a causa di un incidente  d'auto dove è rimasta gravemente ferita.Suo padre purtroppo non ce l'ha fatta.
Io:Non ci credo che nessuno mi abbia avvisato prima.
Passo tutte le ore in ansia sperando che non sia niente di grave.Finalmente dopo delle ore suona la campana.
Chiamo velocemente a mia madre sperando che risponda.
Mamma:Laura dimmi
Io:Mamma oggi non verrò a casa,sto andando in ospedale Alessia ha avuto un incidente.Arrivata in ospedale chiedo subito informazioni su Laura e mi dicono la stanza.Nella stanza erano riuniti la madre e Alex che piangevano disperatamente.
Alex:Entra Laura(dice tra le lacrime)
Io:Grazie.Come sta?
Alex:Non molto bene
Io:Sì sveglierà non preoccuparti lei è molto forte
Alex:Non resta che aspettare.
Io andavo all'ospedale ogni giorno dopo la scuola,ma passarono giorni e anche mesi,ma lei non si svegliò
Un giorno il dottore accorgendosi della situazione ci disse che non poteva più svegliarsi e alla fine decidemmo di staccare la spina con tanto dolore.Ma io volevo dirgli le ultime parole prima di lasciare che la mia migliore amica se ne andasse per sempre
Io:A quanto pare dobbiamo dirci addio,devo dire un altro addio che non ho voglia di pronunciare,non è giusto che devo perdere le persone a cui tengo .Perché devi lasciarmi pure tu,la mia migliore amica,la persona che mi ha accolta in una scuola dove per gli altri ero un estranea,che non mi ha abbandonato quando niente andava per il verso giusto.Bhe...a quanto pare non posso decidere se tenerti con me o meno perciò addio  migliore amica.
Stavo piangendo cercando di accettare il fatto che un altra persona per me importante se ne stava andando,ma qualcosa strinse la mia mano,era strano dato il fatto che ero sola nella stanza.Mi ricordai solo dopo che non ero del tutto sola,ma non poteva essere vero, sembrava un sogno,ma non era un sogno era lei che mi sfiorava con le sue mani ancora deboli.I dottori accorsero dopo aver sentito le mie urla di gioia.Nessuno poteva crederci era un miracolo.

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