Capitolo 4

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La vita universitaria la stava lentamente divorando, risucchiando il suo tempo e, di conseguenza, le sue interazioni sociali con il resto del mondo.

Gli esami di fine semestre si stavano avvicinando e le possibilità di lasciarsi andare ad un po' di sana spensieratezza diminuivano esponenzialmente.

Ormai le sue giornate e sì, anche buona parte delle sue notti, erano colme di libri da leggere, relazioni da terminare, appunti da rivedere e concetti da memorizzare.

Si concedeva delle piccole, minuscole pause solo per ragioni di imprescindibile importanza o, al massimo, quando si trattava di dover correggere una delle nuove storie di Camila.

In fondo, poteva tener buona la sua coscienza fingendo che si trattasse di una sorta di esercizio, giusto?

Beh, se anche così non fosse stato, non sarebbe venuta meno alla promessa fatta alla sua coinquilina dopo che quest'ultima aveva riposto così tanta fiducia e stima in lei e nelle sue capacità.

Ed in egual modo non era riuscita a rifiutare l'invito a pranzo che aveva ricevuto proprio da parte di Camila, nonostante avesse percepito chiaramente il richiamo dei suoi libri.

Trascorrere la pausa pranzo in compagnia di qualcuno era sempre piacevole per Lauren, a maggior ragione se si trattava di Camila.

D'altronde chi meglio di lei avrebbe potuto risollevarle il morale il giusto necessario per ricordarle il motivo per il quale aveva intrapreso la carriera universitaria?

Avevano optato per un posticino a metà strada tra il suo college e la NYADA.

In realtà era stata Camila a decidere, ma, nel corso del tempo, Lauren aveva imparato a fidarsi ciecamente del suo gusto in quel campo ed anche in quel caso aveva fatto centro.

Sedevano ad un tavolo appartato, i piatti dinanzi a loro e Lauren stava facendo di tutto per essere partecipe, ma la cosa si stava rivelando parecchio difficile.

Aveva molti pensieri per la testa, primo fra tutti lo studio, ma negli ultimi tempi anche qualcos'altro non faceva altro che tormentarla: Camila.

La loro amicizia - perché sì, non si era mai considerata solo una semplice coinquilina - era sempre stata speciale per lei, ma stava iniziando a vederla in modo completamente diverso.

Non poteva dire di non trovarla attraente, sarebbe dovuta essere cieca, ma il rispetto che provava per lei le impediva di vederla in altro modo.

Nelle ultime settimane, invece... Nelle ultime settimane non faceva altro che guardarla incessantemente e non sapeva spiegarsene il motivo.

Anche quando, qualche minuto prima, avevano fatto le loro ordinazioni, non aveva potuto non notare il modo in cui Camila si era portata i capelli dietro la spalla destra, con un dolce movimento della mano.

Dolce ed incredibilmente affascinante.

E la soffice curva del suo collo aveva fatto capolino dallo scollo a barca di quella maglia che non aveva mai adorato tanto prima di allora.

Ok, aveva un problema!

Continuare a negarlo o a sminuirlo era inutile e decisamente poco funzionale, ma come poteva combattere e sconfiggere un cervello che, si supponeva, avrebbe dovuto condurla ad un'imminente laurea?

Trattenne un sospiro di rassegnazione: Camila era lì, di fronte a lei, e stava parlando.

Se ne accorse per il continuo muoversi di quelle labbra piene, i suoi pensieri erano talmente insistenti da impedirle persino di ascoltare l'incredibile voce della sua coinquilina.

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