You will be beautiful

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*Eddie's POV*

"Sono stato un po' volgare lo so." parlava mentre mi trascinava chissà dove con tutto l'armadietto, "E voglio dire che mi dispiace."

Ma sti cazzi se ti dispiace. Bulgari del cazzo.

"Ma lo sai come diventa un uomo quando vuole conoscere una donna. Ma dopo la cerimonia, quando ti avrò resa una donna onesta, prometto che sarò un uomo diverso."

Nonostante il mio istinto mi dicesse di urlargli nei timpani "SONO UN FOTTUTO UOMO CAZZO", evitai di farlo, riflettendo che probabilmente a me (e di conseguenza a lui) in quello stato, non me ne sarebbe fottuta una beata minchia, e nemmeno avrei capito, perché convinto di quell'assurda finzione alla quale mi convincevo disperatamente di credere, solo per avere un po' di felicità, se pur illusoria.

"Voglio una famiglia, una discendenza." continuò "Voglio essere il padre che non ho mai avuto. Non permetterò che qualcosa accada ai nostri figli. Non come..." si bloccò.

Meglio così, per entrambi.

Perché per quanto potesse essere uno psicopatico di merda fanatico di matrimoni, quando inevitabilmente ti dava tutta la sua anima mostrandoti le sue paure, i suoi traumi più oscuri, non potevi fare a meno di pensare che forse Hope aveva fatto bene a non mostrare mai un briciolo di timore di me.

Io non ero poi così cattivo, anzi non lo ero per niente.

Ero semplicemente una persona che aveva sofferto tanto cazzo, troppo.

E nessuno avrebbe potuto biasimarmi se ormai mi fossi ridotto in quello stato.

Intanto venivo trasportato lentamente nella mia cordiale sala degli "interventi".

"Devi aspettare qui." parlò poggiando finalmente l'armadietto a terra, facendomi ammirare della splendida visione di una delle sue povere vittime sofferenti legate al tavolo.

Buffo come fossi passato da rinomato distruttore delle uniche speranze rimaste dei pazienti di poter uscire da quell'inferno, a misero spettatore in gabbia.

"So che sei impaziente di consumare il nostro amore. Ma cerca di consumare l'anticipazione."

Onestamente, per la prima volta in vita mia mi mostrai completamente tollerante all'avvenimento, e parla la persona più impaziente che esista su questa fottuta terra.

Poi lo vidi avvicinarsi a me, con una strana bottiglietta spray, spruzzandolo all'interno dell'armadietto.

"Ecco qua tesoro, questo ti aiuterà a rilassarti." sentii prima che le mie palpebre iniziassero a farsi pesanti, facendomi cadere in un lungo sonno.

O meglio, nella merda.

Al mio risveglio, speravo con tutta l'anima che fosse stato uno dei miei fottuti incubi, ma il fatto che non mi sentissi più le gambe né le braccia, mi diede la prova del contrario.

Aprii gli occhi con fatica, scorgendo lo Sposo davanti al tavolo nel quale c'era sdraiata la sua prossima vittima.

"Tesoro devi sanguinare di meno, (

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"Tesoro devi sanguinare di meno, (...) devi sopportarlo..."

In mezzo vi erano una serie di insani e inconcepibili ragionamenti che è preferibile non riportare.

Ma ciò che venne dopo fu decisamente peggio.

Tra gli angoscianti e insistenti lamenti di quel povero martire, lo Sposo afferrò il suo inseparabile coltello, per poi infilzarglielo con tutta la sua forza nell'ovvio punto in cui non batte il sole.

Quello iniziò ad agitarsi e a strillare dal dolore lacerante, muovendo velocemente le gambe su e giù, e cercando di strappare le cinghie che lo tenevano legato dalle braccia

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Quello iniziò ad agitarsi e a strillare dal dolore lacerante, muovendo velocemente le gambe su e giù, e cercando di strappare le cinghie che lo tenevano legato dalle braccia.

In cuor suo sperava di riuscirci, ma era impossibile.

Nessuno sarebbe mai riuscito a liberarsi, forse solo Walker. 

Intanto, i gemiti di dolore che rimbombavano nella stanza si fecero sempre più deboli, permettendomi di sentire ciò che disse quel bastardo fanatico di matrimoni.

"Oh mi dispiace tesoro. L'amore non è per tutti." spiegava fiero "Ora la parte più delicata."

Ma io per un attimo avvertì dei capogiri, chiudendo gli occhi per qualche minuto.

Appena li riaprì, lo Sposo aveva la mano poggiata sul capo dei paziente.

"Hai rinunciato. Sei brutta e hai rinunciato all'amore. Non ne vale la pena neanche ricucirti. Sanguina qui e muori."

E così dicendo, gli passò la testa sul tagliere, squarciandola.

Per tutto questo tempo, della vittima riuscivo a sentire semplicemente dei leggeri pianti, che andavano man mano a diminuire, fino a terminare per sempre.

Ma i capogiri continuavano, riuscendo a farmi perdere la cognizione della realtà e del tempo.

Caddi in uno stato di dormiveglia, ma ancora abbastanza conscio da sentirmi prendere in braccio da quell'essere ignobile, per poi poggiarmi sul tavolo e strapparmi via i vestiti.

"Sarai così bella." mi incitò a svegliarmi la sua odiosa voce.

Perché ovviamente la mia era molto più bella e sexy della sua.

Sapevo che mi stesse osservando,
io adoravo guardare le mie povere vittime in preda alla più totale ansia e sofferenza.

Come una sorta di consolazione.
Era bello pensare che non fossi l'unico a subire la piena afflizione.

"Una donna deve soffrire per alcune cose."

Aprii gli occhi, ed eccolo li, davanti a me.

"Non è piacevole, lo so, ma cerca solo di sopportarlo, per me e per i nostri figli." si spostò poi dall'altro lato del tavolo, nel quale vi era il tagliere.

"Non ci vorrà molto. Giusto un taglio qui e qui." indicava "(...) per formare una famiglia."

Sentivo di essere nella merda, ma non poteva finire così.

"L'incisione farà male. Il concepimento e il parto non è mai facile. Farò un taglio veloce. Chiudi gli occhi e pensa ai nostri figli."

"Cazzo Ruvik, non vorrai mica farmi castrare spero!" pensai chiudendo gli occhi.

Poi sentii il rumore del seghetto, e lì iniziai ad urlare una serie di imprecazioni che credo di non averne mai dette così tante in vita mia.

Poi qualcosa andò storto.

Our Revenge will be beautiful (sequel) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora