Our Revenge will be beautiful (sequel)

The Butcher

*Hope's POV*

*il giorno dopo*

Dovetti sedermi qualche minuto sul divano.

Da quando eravamo tornati dal Colorado, la testa mi pulsava di colpo.

Forse era dovuto alla botta presa quando svenni.

"Vado a prenderti un bicchiere d'acqua." disse Seb.

Si preoccupava ancora per me, come un tempo...

"Non voglio che ti scomodi, vado io..."

"Non voglio che giri da sola nel tuo stato, vengo con te." chiarì lui aprendo la porta per lasciarmi passare, accennando un sorriso.

Feci lo stesso.

Casualmente, passammo davanti l'ufficio di Jimenez, la cui porta era socchiusa e potemmo scorgere qualcuno seduto a terra.

Mi allarmai. Che gli fosse successo qualcosa?

Seb aprì immediatamente la porta, e come sospettavo, il dottore era lì, quasi privo di sensi.

Seduto nel divanetto, c'era Leslie.

"Ei! Si sente bene?" chiesi io.

"Non può essere..." faticò a parlare Jimenez.

Dalla sua voce, sembrava che stesse tremando.

"È Ruvik..."

"Che?" si mostrò sorpreso Seb.

"Ruvik...Ruvik...Ruvik..." sussurrava intanto Leslie.

Poi improvvisamente urlò in modo agghiacciante, e io avvertì nuovamente quel dolore alla testa, questa volta più forte, seguito da una sorta di rumore elettronico.

Sentivo che mi si sarebbero perforati i timpani da un momento all'altro e che la mia testa sarebbe scoppiata.

Ma evidentemente, questa volta non ero la sola ad avvertire quella sensazione.

Anche Seb portò le mani al capo, lamentandosi.

Non potei fare a meno di chiudere gli occhi, e appena lo feci, tutto sembrò come sparire di colpo, e io, probabilmente, persi i sensi istantaneamente.

Non so esattamente quanto tempo sia passato prima del mio risveglio. Sta il fatto che non mi sentii per niente meglio.

Sentivo le mie gambe pesanti, e la mia testa ancora più confusa di prima.

Ma fu appena aprii gli occhi che mi accorsi che fossi a testa sotto, legata dai piedi con una corda.

Intorno a me vi era sangue, altri corpi appesi come me, e strani resti di carne, e non credo ci sia bisogno di specificare di che tipo.

Davanti a me vedevo un tavolo con degli attrezzi, e una figura di spalle, abbastanza robusta, fare qualcosa con un'accetta.