Capitolo 1

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"La ragazza sta morendo!Dobbiamo portarla all'ospedale!"grida qualcuno.
Sento migliaia di frammenti nella mia pelle,la stanno lacerando,la stanno divorando;sembro più di vetro che di carne.

Ogni volta che respiro una fitta,ogni volta che mi muovo una fitta,ogni volta che provo a gridare una fitta,ogni volta che vivo una fitta.

Basta è troppo!Basta non ce la faccio!

"È troppo..."urlo con le lacrime a gli occhi.

Un ragazzo biondo si avvicina;lo vedo sfocato e riesco a distinguere il verde dei suoi occhi.
"Tu devi sopravvivere...per loro"mi dice con voce rauca.Non capisco,chi loro?E soprattutto perché sono ridotta così?

Poi il mondo cade,il mio cuore cessa di battere,il buio prende il posto della mia vita;purtroppo tutto questo non letteralmente.
Quando ha visto il mio sguardo interrogativo;ha girato delicatamente la mia testa e allora ho visto un incendio;e protagonisti dell'incendio erano due macchine:una era una Ferrari,l'altra era una 500 bianca.
Non faccio in tempo a riguardare il ragazzo che chiudo gli occhi per fuggire da questa nuova,terribile,ingiusta realtà.
-Un mese dopo-
Finalmente domani uscirò da questo posto!
Sono dovuta stare in ospedale per un mese per fare tutti gli accertamenti...UN MESE!

Il bello è che la scuola deve ancora iniziare quindi sono ancora in tempo...Si vede che sono felice?

Tutto questo tempo però mi è servito:ho pensato,ripensato,urlato ma non pianto.
Il dolore era così forte che non sono riuscita a versarne neanche una.
Domani andrò a casa di mio zio Antonio,già mi ha adottato,non so se essere felice o meno.
Per affrontare quello che è successo ha cominciato a bere più del solito.
Per esempio lui ieri è venuto a trovarmi e vedendo la disgustosa minestrina che avrei dovuto mangiare ha urlato:"Ma noou!Tu ora sei la fiiglia del cduca Antonio SanMonete!Meriti na bella pizza margherita o meglio la lasaagna!".

Insomma le cose non sono migliorate da quando non c'è né mamma né papà.

La cosa peggiore è che non c'è.
Non c'è quello a cui dare la colpa.
Perché?Quel figlio di buona donna è morto nell'incidente.
Era troppo impegnato a parlare con gli amici e non si è accorto che stava per distruggere una 500 bianca e la mia vita.

Mi hanno raccontato che quel ragazzo che ho visto il giorno dell'incidente mi ha salvato.
Ha visto l'incendio ed è corso verso la fonte per aiutare chi era in vita.
Ha trovato me che tossivo dal dolore e mi ha salvata.

Da quel giorno il 'salvatore' non mi ha fatto neanche una visita.

E le parole 'Tu devi sopravvivere...per loro' che fine hanno fatto?
Pensavo che fosse un gentiluomo,insomma!
Pensato questo mi ributto nel letto con il cuscino tra le braccia.

Da quando sono qui mi sento vuota:come se parte della mia anima fosse stata lacerata.

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