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"Stenditi" mi dice con tono calmo e pacato
"la tua pelle è molto più delicata di quel che credevo" borbotta tra sé ma riesco comunque a capire ciò che dice; mi stendo sul letto ancora in intimo e delicatamente inizia a cospargermi i lividi procurandomi sia qualche sussulto nei punti più sendibili che una sensazione di sollievo causato dalla freschezza della crema.
Nessuno dei due proferisce parola, io fisso il suo sguardo concentrato e lui cerca di spalmarmi con precisione la crema cercando di non premere troppo sui lividi; appena finisce con la pancia mi dice di girarmi e lentamente lo faccio ritrovandomi con il sedere in bella mostra davanti a lui. Inizia a cospargere anch'esso di crema massangiandolo di tanto in tanto e riesco a percepire il suo sguardo posarsi su ogni centimetro della mia pelle facendomi imbarazzare; con un gesto rapido mi afferra dai fianchi e mi fa girare per poi rimettersi su di me esattamente come ieri sera
"Non farmi mai più arrabbiare" mi sussurra nell orecchio come se volesse far fissare le sue parole nella mia mente in modo da non disubbidirgli più.
Il suoi occhi iniziano a scavare nei miei alla ricerca della più piccola emozione ma fortunatamente per me tutto il dolore che ho subito mi ha insegnato come non mostrare le miei emozione o qualunque altro sentimento, guarda velocemente qualcosa e mi chiede
"Perché non hai fatto colazione?"
"Non la faccio mai e poi odio il latte, preferisco quello vegetale"
"Sei vegana?" mi chiede con un cipiglio
"No, ma mica si muore se si mangiano più verdure o se non si beve del latte destinato a un altro essere vivente da cui glielo rubiamo"
La mia risposta sembra sorprenderlo ma continua a parlare
"La colazione è importante -dice come se fosse una predica- e da domani imparerai a farla ogni mattina"
"Ma poi non avrò appetito a pranzo"
"Te lo farai venire, sei troppo magra devi mangiare un po' di più. Ieri non hai toccato cibo per tutto il giorno" mi rimprovera. Alzandosi dal letto va verso l armadio e prendendo una gonna bianca che ricorda il manto di una pecora e un poi un altro body di un rosa pallido appoggia tutto sul letto e facendomi sedere sul bordo inizia a vestirmi
"Non.." mi zittisce con un cenno della mano continuando a prendere il body per poi alzarmi le braccia e infilarmelo, mi fa alzare e aprendomi leggermente le gambe si posiziona al livello del mio ventre e facendo combaciare i bottoni lo chiude; poi prende la gonna e me la infila facendomi alzare prima una e poi l altra gamba.
Guardandomi va di nuovo verso l armadio da cui prende un paio di calze color crema con ai lati due piccoli fiocchettini rosa, mi spinge sul letto e me le infila cercando poi il mio sguardo troppo impegnato nel vagare per tutta la stanza pur di non guardare quella scena
"Vieni" dice porgendomi la mano aspettando che io l afferri per poi dirigerci giù in cucina.
"Sai, sembri un dolcetto" mi dice a metà strada
"Un dolcetto ?"
"Si, profumi di vaniglia e caramello i miei due gusti preferiti" dice rivolgendomi un ghigno da cui distolgo subito lo sguardo; è tutto strano, in questi momenti mi sembra di essere in una situazione normale ma poi mi rendo conto che di normale non c è proprio niente: mi sono svegliata i casa di uno sconosciuto, vestita come una bambina, gli ho tagliato il palmo della mano con un coltello e lui per punirmi mi ha sculacciata e frustata e ora mi tratta come se fossi una neonata che non sa neanche vestirsi da sola.
Appena sono abbastanza vicina al tavolo da pranzo vedo che non ci sono coltelli e che al loro posto ci sono quelli di plastica, istintivamente sorrido pensando che dovremo usare quelle posate ridicole a causa mia
"Cos'è che ti fa sorridere in quel modo?" mi chiede notando il sorriso che subito faccio sparire dalle mie labbra
"Niente"
"Ti fa ridere il taglio sulla mia mano o sono io la fonte del tuo divertimento?" chiede con tono un po' arrabbiato
"Nessuno dei due, io... bhe io ho difficoltà con le posate di plastica; mi si rompono, no tagliano e si deformano"
"Si deformano?"
"Si, le faccio vedere" inizio a affettare la carne che non vuole poprio saperne di essere tagliata e dopo un po' estraggo la forchetta che avevo conficcato dentro essa per non farla volare da tutte le parti e gliela mostro facendogli assumere un espressione stranita e facendolo scoppiare a ridere
"Ma come fai?" dice tra le risate guardando le punte della forchettate tutte storte.
Si alza e si dirige in cucina dove scompare per un po' riaffiorando poi con in mano una vera forchetta e un coltello in melallo
"Sono per me questi, ti toccherà usare quelle" dice indicando i pezzi di plastica che ho in mano
"Perché?" chiedo mettendo su un broncio
"Perché!? L ultima volta mi stavi per uccidere con un coltello ecco il perché!" dice severamente.
Inizia a tagliarsi la carne con molta facilità mentre io continuo a fallire miseramente finendo con il rompere tutte e due le posate
"Dai, vieni qui... e porta il tuo piatto"
mi alzo dalla mia sedia per poi avvicinarmi alla sua, mi indica di sedermi sulle sue ginocchia e di appoggiare il mio piatto sul suo ormai già vuoto; iniziando a tagliare per me la carne in tanti piccoli pezzettini inizia anche ad imboccarmi portandomi alla bocca la forchetta che ad ogni incontro con le mie labbra mi fa provare qualcosa nel basso ventre...

_ ciao gente, ho postato questo capitolo così presto rispetto al solito perché volevo iniziare la giornata nella maniera più positiva possibile.... oggi è il giorno del mio 15esimo compleanno e voglio circondarmi di cose che mi fanno sentire bene e questa storia con tutte voi è una di esse. Spero che anche voi passiate una bella giornata. Un bacio
Ps la foto è mia, sono miei abiti _

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