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Lui entra totalmente calmo, quasi leggermente rilassato dalla stanchezza che scorgo sul suo viso, pian piano si avvicina e inizia a slegare le corde assumendo un aria strana quando vede le abrasioni sul mio corpo che certamente diventeranno lividi.
Dopo aver sciolto tutti i nodi si avvicina lentamente al mio viso fissandomi per un pò prima di togliemi quel coso dalla bocca ora tutto impregnato della mia saliva, inizia a camminare uscendo dalla stanza probabilmente per andare a riporre quegli oggetti.
Lo seguo svogliatamente senza aprir bocca e dopo aver intravisto il mio letto in ordine mi dirigo in cucina per bere un pò d'acqua. Anche la cucina è in ordine e si percepisce ancora l'odore chimico dei detersivi usati per pulire, prendo un bicchiere e mi verso dell'acqua prendendone poi un gran sorso. Nel frattempo Harry arriva in cucina e ha in mano lo stesso barattolo di crema che usò per il mio sedere  qualche giorno fa, mi si avvicina e con una delicatezza inaspettata mi prende una mano per poi applicare con le due dita dell'altra un pò di crema su ognuno dei mei due polsi. Io nel frattempo mi godo il breve momento di delicatezza che só durerà purtroppo troppo poco, guardo le due lunghe e grandi dita che con movimenti circolari massaggiano la mia pelle arrossata toccando anche inevitabile le cicatrici. Le stesse emozione che nacquero in me quel giorno in cui, per la prima volta toccò ogni singola mia cicatrice, riaffiorano ancora più intense anche se ora stava solo applicando della stupida crema sui miei stupidi polsi...      non so se siano queste strane emozioni o tutta la rabbia e la frustrazione repressa unita alla voglia di farmi male a far nascere delle piccole lacrime ai lati dei miei occhi che unendosi creano una goccia che finalmente sgorga iniziando la sua discesa sul mio viso. Così inizia il mio pianto liberatorio e silenzio in cui gli unici flebili rumori che posso essere percepiti sono i piccoli suoni che le lacrime generano cadendo sul pavimento e la mia testa che chinandosi anch'essa verso il pavimento fa ricadere delle ciocche sul mio viso. Le dita di Harry si fermano "só che l'hai fatto di proposito"
"e lo capisco, capisco che per te questa situazione sia difficile e che gli unici modi che conosci per sfogarti sono azioni autodistruttive come l'uso di droghe o l'autolesionismo o il fumo ma devi comprendere che io non accetterò più questi comportamenti. Ora sei mia e non voglio che le mie cose siano rovinate a meno ché non sia io a rovinarle"
il suo discorso mi pietrifica, le sue parole, la sua delicatezza di poco fà non era genuina, non l'ha fatto per me ma per sé e anche se è la seconda volta che ribadisce la sua proprietà sul mio corpo e quelle semplici lettere ' sei mia ' iniziano a trafiggermi come fossero chiodi e in quel momento mi rendo conto davvero della situazione in cui mi trovo e questo accresce le mie lacrime togliendomi il respiro. Inizio ad indietreggiare leggermente ma una sua mano stretta attorno ad un mio polso non me lo permette 'sei mia' sibila ancora rafforzando la presa. Quella mano, quella fottuttisima mano e quel braccio sono una catena alla quale sono bloccata e Harry è la palla che mi priverà della libertà;  che lo sta già facendo. I miei occhi tornano ora sui miei polsi, sulla sua mano e infine incontrano i suoi occhi, due grandi cerchi verdi che credo mi stiano fissando ormai già da un pò. Non riesco a mantenere il contatto visivo e riprendo a guardare il mio braccio incatenato, lui lascia andare la presa e va verso il lavandino per lavarsi le mani, poi torna verso di me e mi applica sui polsi due bende bianco latte che hanno quasi il colore della mia pelle. Riprende il barattolo e torna su per poi ricomparire senza, io sono ancora immobile guardo tutto come se non fossi realmente lì, nella stessa stanza insieme a lui. Inizia ad apparecchiare la tavola ed estrae dal forno una teglia con del pollo già cotto all'interno, in un piatto mette due fettine mentre nell'altro quattro riempiendo poi tutta la superficie vuota di ceramica con dell'insalata e dei pomodorini. Avendo sistemato tutto poi si gira verso di me e mi rivolge uno sguardo neutro, io mi avvicino quindi al tavolo e mi siedo proprio accanto a lui dove d'altronde c'è il piatto meno pieno. Lui inizia a mangiare e io invece taglio solamente il cibo prendendo tempo, con un occhiata mi fa capire che devo  mangiare e subito inizio a farlo poiché non voglio nuovamente sedermi sulle sue gambe per farmi imboccare come una bambina; cerco di finire il più possibile nel minor tempo possibile ma non riesco a finire tutto facendo rimanere i pomodori, purtroppo anche se ora ho finalmente a disposizione cibo  sano e porzioni superiori ai 60 grammi di un pacchetto di patatine standard che molte volte assumeva il ruolo di colazione, pranzo e cena, il mio stomaco non riesco ad adattarsi rapidamente a questo cambio totale di dieta e di porzioni soprattutto quando è mezzo chiuso a causa della situazione precedente che non ha certo favorito il mio appetito. Harry ha già finito il suo piatto e vedendomi giocherellare con le mie dita inizia a sparecchiare tutto e una volta messi tutti i piatti nel lavandino si rivolge a me dicendomi di lavare da sola tutto andandosene poi via. Mi metto subito all'opera iniziando a insaponare tutto per bene per poi sciacquare e mettere a posto solo i piatti e bicchieri poiché il cassetto delle posate e chiuso, lascio quindi le forchette sul piano del lavandino.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 11, 2021 ⏰

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