La cartella pesa ma, incurante del dolore sulle mie spalle, guardo quel paio di Vans in vetrina con gli occhi sognanti: bordeaux, con i lacci neri.
"Rachele, ti dai una mossa?!" mi dice Elettra, che è già più avanti rispetto a me.
"Arrivo!" le rispondo distrattamente attraversando con passo rapido il pezzo di portici che ci separa.
"Dai, che dobbiamo ancora comprare il pane per pranzo." mi incita lei, con una voce da perfetta sorella maggiore. Appena l'ho raggiunta, lei mi molla i soldi in una mano e mi spinge nella panetteria davanti; dopo aver ordinato tre pizzette e due pani 'tartaruga' ci rincamminiamo verso casa. Il profumo che sale dal pacchetto è invitante e il pane è ancora caldo, così sia io che Elly ce ne mangiamo un po' mentre percorriamo via Roma in silenzio. Dopo un po' le chiedo: " Allora? Me lo compri quel paio di scarpe con i soldi che ti ha dato nonna? " e la guardo facendole gli occhioni dolci che mi vengono abbastanza bene, ma mia sorella non si lascia commuovere, così, appena finito il suo boccone di pane, mi guarda e risponde: "Sognatelo!" soffocando un risolino "Piuttosto le compro per me!"
"Si, ma tanto poi il tuo piede crescerà, quindi arriveranno a me (prima o poi)"
"Due cose non vanno bene nel tuo ragionamento: 1) dopo che sono passate a me e a Carlotta saranno talmente rovinate che non potranno nemmeno più essere definite 'scarpe'; 2) il mio piede non crescerà più." conclude con la sua aria da saputella. Io non ribatto più. Ha vinto lei.
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Ti tengo stretta
General FictionElettra è una ragazza estroversa e solare con la passione per la fotografia e la danza; Carlotta invece è solitaria, silenziosa e si rintana spesso nei libri. Oppure corre via: nella vita o sul campo d'atletica. E poi c'è Rachele, più attenta alla m...