«Amore, sbrigati o farai tardi!» Sentì una voce familiare provenire dall'entrata della mia stanza, era una voce maschile. Subito mi stropicciai gli occhi, lasciando che il sonno scivolasse via da me, aprì gli occhi e vidi una cascata di ricci biondi.
«Papà!» Quasi gridai per la gioia di rivederlo, spalancai le braccia e aspettai che venisse vicino al mio letto per poterlo abbracciare.
«Mamma non mi aveva detto che saresti tornato oggi.» Mormorai ancora stretta nel caloroso abbraccio che mio padre mi stava offrendo, non volevo staccarmi da lui, avevo paura che da un momento all'altro sarebbe potuto partire nuovamente per andare a lavorare in chissà quale parte del mondo. Mi era mancato molto negli ultimi tre mesi, voglio un gran bene a mia madre ma lui è il mio complice, non lo cambierei con nessun altro. È fantastico.
«Lo so bimba, volevo farti una sorpresa.» Sciolse l'abbraccio e si diresse verso la porta della camera.
«Ti aspettiamo sotto per la colazione.» Mi sorrise ed io ricambiai, mi sentivo al settimo cielo.
Feci una rapida doccia e mi vestì con altrettanta velocità, avevo optato per degli skinny jeans bianchi, un crop top rosa cipria e un paio di vans basse del medesimo colore, per completare il look indossai una giacca di jeans slavato oversize. Raccolsi i lunghi capelli biondi in due trecce e passai un filo di mascara sulle ciglia in modo da far risaltare i miei occhi grigi/azzurri.
Scesi al piano inferiore e vidi i miei genitori darsi un casto bacio sulle labbra, feci un finto verso disgustato per richiamare la loro attenzione e segnalare la mia presenza nella stanza, si staccarono l'uno dall'altra e mi guardarono un po' imbarazzati.
«Tesoro buongiorno, ho preparato i pancakes.» Disse mia madre porgendomi un piatto.
«Grazie mamma!» Esclamai felice.
C'era la mia colazione preferita e la mia famiglia di nuovo riunita, non potevo essere più contenta di così.
Dopo aver parlato con entrambi, specialmente del film che mio padre aveva appena finito di registrare, finì la mia colazione e mi alzai dalla sedia.
«Io vado, ciao!»
«Ricordati il pranzo!» Urlò mia madre.
Tornai indietro per prenderlo e le feci l'occhiolino per ringraziarla, in seguito presi lo zaino ed aprì la porta d'ingresso, trovandomi davanti una bellissima Range Rover nera, con un enorme fiocco rosa sopra.
Mio padre apparve dietro di me, facendomi quasi spaventare, mi girai verso di lui incredula.
«Se non l'hai ancora capito; è per te!» Disse lui sorridendo orgoglioso.
«Davvero? Cioè davvero mi hai comprato un Range Rover?» Guardai prima l'auto e poi mio padre.
«Mi sembra abbastanza ovvio che l'abbia fatto, insomma, guarda davanti a te è proprio lì davanti e queste sono le chiavi.» Rispose, facendomi cadere tra le mani le chiavi dell'automobile.
«Mi dispiace di non essere stato presente al tuo compleanno, so che i sedici anni sono un traguardo importante e questo è il regalo per la mia splendida bambina.» Disse lui, l'orgoglio nella sua voce.
«Grazie papà, ma non dovevi, mi sarei accontentata di continuare a guidare l'auto di mamma, tanto lei non la usa mai.» Lo abbracciai nuovamente, lui mi teneva stretta contro il suo petto.
«Dai tesoro, adesso basta e corri a scuola altrimenti farai tardi.» Disse lui accarezzandomi la testa. Interrompemmo l'abbraccio e annuì.
«Ancora grazie papà.»-
Arrivata a scuola parcheggiai l'auto e immediatamente le mie più care amiche mi si avvicinarono.
«Dixie ma è stupenda!» Esclamarono loro in coro, guardando con meraviglia l'automobile.
«Beh, se volete fare un giro dopo la scuola posso portarvi con lei.» Dissi indicando la macchina, un sorriso enorme stampato sul viso.
«Io ci sono!» Audrey fu la prima a parlare, subito dopo diedero conferma anche Becky, Dena e Jade.
Entrammo nella struttura scolastica e ognuna di noi si diresse al proprio armadietto per prendere i libri della prima ora, eravamo in anticipo quindi avevo il tempo di fermarmi a parlare con Olivia che si era avvicinata a me, anche perché il suo armadietto era praticamente accanto al mio.
«Come stai?» Domandò lei.
«Benissimo, è appena tornato mio padre!
Tu invece come stai?»
«Sono contenta per te e anch'io sto bene.
Hai saputo del concorso?» Domandò lei mentre camminavamo lungo il corridoio.
«No, quale?»
«Quello dei 5 Seconds of Summer, c'è una locandina attaccata all'ingresso.» Spiegò la mora.
«Non li ho mai sentiti nominare.» Ammisi.
«Sono una band locale, ne fa parte Luke Hemmings è quel tipo figo e misterioso, pieno di tatuaggi, mi sembra di averti fatto vedere una sua foto qualche tempo fa. È molto conosciuto in città, lui e i componenti della band organizzano sempre feste fantastiche e dicono tutti che sono molto bravi a suonare.
Beh, io sinceramente me lo farei sembra il tipico cattivo ragaz-» Olivia era stata interrotta dal suono della campanella.
«Credo di dover andare in classe.» Sospirai, non volevo affrontare un'ennesima giornata scolastica in cui le ore non passano mai, inoltre il pomeriggio avrei avuto gli allenamenti con la squadra di cheerleader.
«Scusa Dixie, mi sono dilungata troppo, comunque stanno cercando una ragazza come cantante, beh tu studi canto no? Potresti candidarti e magari potresti fare colpo su uno della band.» Mi fece l'occhiolino ed entro in classe, io camminai per un altro po' fino a trovare l'aula di biologia.-
La scuola e gli allenamenti erano finalmente finiti, ora avevo il tempo di stare con le ragazze.
Ci eravamo riunite tutte a fine allenamento ed ora eravamo in auto, in radio suonavano i pink floid e noi cantavamo con loro, ci stavamo dirigendo da Starbuck's per un caffè che era quello che ci voleva dopo un lungo allenamento come quello di oggi.
Una volta arrivate prendemmo le nostre ordinazioni, non potevano mancare dei dolcetti, e ci sedemmo ad un tavolo vicino alla vetrata che lasciava vedere la strada all'esterno.
«Beck! Guarda fuori! Sul marciapiede! C'è Irwin.» Esclamò Dena, indicando un ragazzo riccio al di fuori del locale.
«Dio mio! Quanto cazzo è bello.» Replico Becky, spostandosi i capelli neri dietro le spalle.
Tutte stavamo guardando fuori dal locale, sperando di non essere notate, saremo potute sembrare delle stalker.
«Ci sono anche gli altri.» Disse Audrey, la gioia nella sua voce.
«Scusate se interrompo i vostri scleri ma non chi sono?» Domandai innocentemente, guardai i ragazzi fuori erano carini effettivamente, le mie amiche avevano ottimi gusti in fatto di ragazzi.
«Dio mio, Dixie! Come fai a non conoscerli?» Sembrava quasi che Dena volesse sgridarmi.
«Non è un reato non sapere chi sono! A me sembrano solo ragazzi carini e... tatuati.»
«Pensavo di averti già parlato di Calum, è così bello. È diventato la mia nuova cotta appena il mio sguardo ha incrociato il suo.» Gli occhi sognanti di Jade parlavano per lei, era più che cotta.
Distolsi lo sguardo dalle mie amiche e guardai nuovamente fuori, quei quattro se ne erano andati.
«Comunque sono Ashton Irwin, Michael Clifford, Calum Hood e Luke Hemmings.» Spiegò Becky.
«Ho già sentito l'ultimo nome, oggi a scuola, Olivia mi stava parlando di una specie di concorso. Fanno parte di una band, giusto?»
«Esatto, voglio provarci, magari mi prendono!» Esclamò orgogliosa Audrey.
«Rey, non sai cantare, è inutile.» Parlò Jane.
«Questo lo so, ma posso sempre provare e poi è un modo per vederli e parlarci per un po', non trovo che sia una cattiva idea.»
«Beh, però faresti una figura di merda quando ti faranno cantare, non credo sia il modo migliore per conoscere dei ragazzi.» Spiegò Dena.
«Beh, allora potrebbe provarci Dixie, lei studia canto.» Rispose Audrey, guardandomi intensamente.
«Infatti! Poi potrebbe farceli conoscere.»
Sospirai a quell'affermazione passandomi una mano sul volto completamente rassegnata.
«State cercando di sfruttarmi?»
Chiesi, con una sfumatura ironica nella domanda e un sorriso sghembo sul volto.
Le ragazze annuirono quasi contemporaneamente.
Perché ho delle amiche del genere?
STAI LEGGENDO
Dixie ➳ lh (Sequel of Snapchat)
FanficDixie Peters, ormai adolescente, è una ragazza brillante e ricca di ambizioni. Cerca di ribellarsi alla vita agiata che conduce perché vuole scoprire di valere anche senza l'aiuto dei suoi famosi genitori.