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Distolsi lo sguardo dalla porta verde e cominciai a guardarmi intorno.
La camera era composta da un bagno e da un'unica stanza che era divisa da un corto muro che divideva la cameretta dal soggiorno; girai la testa da destra a sinistra più volte, cercando di realizzare ciò che stava accadendo.

Cominciai a pensare "Okay, allora, rimettiamo in ordine i ricordi: sono uscita dall'ospedale di Los Angeles dopo aver fatto un esame e dopo aver passato diversi giorni, ora sono qui, a Beverly Hills, senza nessuna risposta e senza sapere se rivedrò mai i miei genitori, ma andrà tutte bene... " ... Si, andrà tutto bene, ero ancora troppo piccola per poter capire veramente tutto, andrà tutto bene, tutto si risolverà, mi dicevano...

Presi il mio trolley e lo trascinai di fianco al letto, che era a destra rispetto alla porta, stando attenta a non urtare contro il piccolo e grazioso comodino che si trovava lì vicino; lo lasciai e cominciai a camminare per quella specie di piccolo appartamento:

sulla parete opposta a dove si trovava il letto, c'era una scrivania molto spaziosa, con appoggiato sopra un computer, oggetto, fino a quel momento, quasi sconosciuto a me; di fianco alla scrivania si trovava un armadio molto grande con una cassettiera laterale;

continuai  a camminare vicino a tutti i mobili, oltrepassai la cassettiera e mi fermai di fronte ad una porta bianca, la aprii e, come avevo immaginato, trovai il bagno che era abbastanza grande e spazioso; richiusi la porta e proseguii il mio tour.

Mi incamminai verso la stanza che si celava dietro il corto muro che la separava dalla cameretta:

al centro trovai un tavolo quadrato circondato da quattro sedie, di fronte a me un piccolo frigorifero, dietro il tavolo un grande stereo e un soffice divano.

Si fece ora di cena e mentre stavo mettendo in ordine i miei vestiti nel mio nuovo armadio, qualcuno bussò alla porta e subito dopo entrò qualcuno, era Lexy.

Lexy: - Ciao, come sta andando? Ti sei ambientata?- Chiese lei con voce gentile.

Kayla: -Sì, grazie... tutto bene- Le risposi io poco decisa.

Lexy: -Dalla tua voce non sembra proprio, ti posso capire, è difficile all'inizio, ma ce la farai. Ora vieni che mangiamo qualcosa insieme, ti va?- Insistette.

Kayla:  -Arrivo.- Le risposi.

Avevamo finito in fretta di mangiare, ma restammo comunque sedute, faccia a faccia, al tavolo a parlare; ero io soprattutto a parlare, avevo molta paura ed ero insicura, avevo bisogno di rassicurazioni e in quel momento consideravo Lexy come una sorella maggiore.

Alle 10.02 p.m. Lexy mi diede la buona notte, portò via i piatti e richiuse la porta verde dietro di lei.

Incominciai a prepararmi per la notte, ma prima abbassai l'intensità delle luci in modo tale che l'ambiente potesse diventare più soffuso e rilassante; dopo di chè, mi lavai e mi misi il pigiama.

Non avevo voglia di andare a dormire, ma mi obbligai ad andare a letto; proprio quando stavo sistemando le coperte notai uno specchio attaccato al muro, che faceva da separè tra la cameretta e il soggiorno, mi rialzai, le luci erano ancora soffuse ed io camminavo con passo lento; finalmente lo raggiunsi, il tragitto dal letto allo specchio mi sembrò durare un'eternità, era abbastanza grande, "Strano non averlo notato prima" pensai, aveva una forma ad onda, mi faceva pensare al mare, mi rilassava, quasi mi ipnotizzava; spostai lo sguardo sul muro, era di un colore verde acqua, non mi ero accorta nemmeno di questo.

Riportai i miei occhi verdi sullo specchio, dove ero ancora riflessa, era così unico, così affascinante, tutto ciò che era riflesso diventava diverso, quasi surreale...

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 19, 2017 ⏰

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