What are we?

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La cena sembrò piuttosto normale, qualche chiacchiera tra un boccone e l'altro e così via.
Tuttavia, i due ragazzi avevano altri pensieri: ciò che era quasi successo di nuovo tra i due; stava per accadere un'altra volta, stavano per mandare il rapporto all'aria nuovamente, lo stesso giorno in cui erano tornati a parlarsi.
Ovviamente mentre i quattro cenavano e parlavano, Thomas e Newt non si guardavano nemmeno, non per rabbia, ma per imbarazzo. Entrambi avevano già le guance leggermente arrossate, nonostante non si notasse tanto grazie alla luce della cucina, chissà cosa sarebbe potuto succedere se solo si fossero guardati negli occhi!
Probabilmente Thomas sarebbe arrossito ancora di più e se ne sarebbero accorti tutti. La stessa cosa per il biondo.

A tavola si trovavano anche seduti vicini...beh, non proprio vicini dato che facevano il possibile per evitare ogni tipo di contatto, visto l'imbarazzo che, naturalmente, dopo un po' anche i genitori di Thomas notarono. Infatti, dopo che la coppia sposata si scambiò una veloce occhiata piena di mille parole, la madre del moro chiese:"State bene, ragazzi?"
Istintivamente i due alzarono la testa dal piatto contemporaneamente ed entrambi iniziarono a balbettare; senza neanche pensarci si guardarono negli occhi, spontaneamente, e accadde proprio quello che temevano:arrossirono ancora di più e distolsero lo sguardo, senza dire una parola.

La madre del ragazzo li osservò aggrottando la fronte, cercando di capire cosa stesse succedendo, poi, come se un'idea le fosse passata per la testa facendole capire ogni cosa, la sua espressione facciale cambiò in un piccolo sorriso.
"Avete per caso litigato?" chiese, anche se ormai,essendo una madre, aveva già capito tutto, o almeno gran parte delle cose.

"Beh, ci siamo chiariti proprio oggi, a dire il vero." ammise Thomas.
"Strano, insomma prima della cena sì, eravate contenti e vi parlavate normalmente, ma ora-"
"Mamma, credo sia abbastanza." la interruppe lui, alzando leggermente il tono.
La donna prima alzò il sopracciglio, come predicazione verso il figlio che aveva alzato la voce, ma poi si arrese:"Hai ragione."
"Dico solo che magari, se qualcosa di imbarazzante o diverso dal solito è successo tra di voi, dovreste solamente parlarne come persone mature, invece di restare lì senza neppure guardarvi negli occhi."
Newt e Thomas restarono muti. Aveva veramente capito cosa stava succedendo tra il figlio e il suo migliore amico, così bene che il marito rimase scioccato a sua volta, ma finse di aver capito pure lui.
Dopo essersi schiarito la voce, disse:"Io-sì sono d'accordo con tua madre, Thomas."

I due ragazzi, questa volta, si guardarono negli occhi consapevolmente, e senza tante parole si avviarono entrambi verso la camera del moro.
"Che diavolo è successo?" sussurrò l'uomo alla moglie. Quest'ultima fece finta di non sapere nulla.

"Allora..."iniziò Thomas, appena si sedette sulla sedia della scrivania, mentre Newt rimase in piedi. "Prima di tutto, scusa per mia madre, lei-"
"Lei ha già capito tutto,no?"
"Già." sorrise timidamente Thomas, abbassando lo sguardo.
"Sembra che comunque la cosa non la disturbi affatto."proseguì Newt.
"Sembra di no."
"Non lo trovi strano?" chiese il biondo.
"Che cosa? Il fatto che mia madre abbia capito che c'è qualcosa tra di noi?"
Per qualche ragione, quella frase fece imbarazzare l'altro ragazzo, che arrossì, sgranando gli occhi.
"Perché beh, c'è qualcosa tra noi due, no?"chiese Thomas, quasi con tono ovvio.
"Io...sì. Credo di sì."mormorò il biondo, poi continuò:"Ad ogni modo, intendevo, non trovi strano come le situazioni possano cambiare così velocemente a causa di una sola cosa? In generale, dico. Ma nel nostro caso siamo passati dall'essere normali migliori amici, anche se con qualche provocazione" e dopo quella parte della frase lanciò un'occhiataccia all'altro, poi disse:"a sembrare due sconosciuti che a malapena si guardano. E tutto in un solo pomeriggio."

"Sì, trovo che tu abbia ragione, è strano. Ma ora non dovremmo parlare "in generale", dovremmo parlare di noi due."
Newt annuì e Thomas, alzandosi, chiese:""Che cosa siamo noi due? E non dire migliori amici, perché devi ammetterlo anche a te stesso, non siamo solo quello."
"Lo so." rispose il biondo.
"Lo so? È veramente tutto quello che hai da dire?" chiese il moro.

"No, non è l'unica cosa che ho da dire, perché lo so che siamo più di migliori amici, lo so che tu provi qualcosa per me come io lo provo per te, nonostante tu non te ne sia mai accorto prima e lo so che probabilmente la tua sì, ma mia madre non credo che accetterebbe la nostra relazione."
"E te? Huh? La accetteresti la nostra relazione? Perché ancora non capisco il motivo per cui non stiamo insieme, hai detto che ti piacevo da anni e ora che sei ricambiato non vuoi che ci mettiamo insieme? Qual è il problema? Sei troppo orgoglioso? Non trovi giusto che diventiamo una coppia perché sono stato troppo distratto per accorgermi che ti piacevo?Allo-"

In un attimo, Newt si avvicinò impulsivamente a Thomas, prendendo tra le dita il tessuto della sua maglietta e avvicinando il viso a quello dell'altro, i nasi che si sfioravano, per un momento Thomas pensò che lo volesse baciare, ma non fu così, infatti il biondo parlò,piuttosto arrabbiato, a voce bassa, scandendo bene le ultime parole:"Ascolta, ne avevamo parlato. Non. Sono.Pronto."
"E allora perché anche tu fai di tutto per provocarmi? Mi hai preso per mano e anche tu mi hai voluto quasi baciare prima." ribatté Thomas, a voce bassa pure lui.

Newt si allontanò all'improvviso, ritornando al solito tono di voce:"Perché tu non capisci, Tommy. Mi fai perdere il controllo, non riesco più a ragionare con te vicino. Non penso a cosa io debba o non debba fare e faccio ciò che mi viene d'istinto. Ho provato a smettere di provare tutto questo, provo a convincermi che questa cotta possa passare, ma non succederà, è troppo tardi e ora non riesco più a cambiare i miei sentimenti per te."
Quelle parole zittirono l'altro. I due in quel momento si stavano fissando intensamente negli occhi, questa volta senza imbarazzo.
"È meglio che io me ne vada."Newt si voltò verso la porta.

"Newt, aspetta." lo chiamò il moro con tono ora più calmo. Il ragazzo si girò nuovamente verso il suo "migliore amico", sebbene neanche lui sapesse cosa fossero.
"Scusami, non so che cosa fare e in questi momenti perdo la testa. Non...non volevo urlarti contro tutto quello che ho detto." si scusò Thomas, torturandosi le mani in preda all'ansia; l'ansia a causa della litigata appena avvenuta, l'ansia di doversi allontanare di nuovo da Newt.
"Hai fatto bene invece, sono tutte vere e me le merito."ammise Newt forzando un piccolo sorriso e passandosi una mano tra i capelli.
"Te scusami per lo scatto che ho avuto." si scusò Newt, abbassando lo sguardo.
'A dire il vero pensavo mi baciassi.' pensò Thomas, ma non lo disse:l'atmosfera era già abbastanza imbarazzante di suo.
"È tutto okay, può succedere...poi è successa perché ti ho provocato io."
"Che stiamo combinando, Tommy?" chiese il biondo.
"Un bel casino, direi." rispose l'altro, ottenendo un "Già" come risposta.

Newt guardò l'ora e poi si rivolse nuovamente a Thomas.
"Ora però dovrei andare sul serio."
"Ehm, sì. D'accordo, ti accompagno alla porta."
Scesero le scale e alla porta nessuno dei due fece una mossa, non sapendo in che modo salutarsi.
Alla fine pensarono entrambi di optare per un semplice "Ciao." ma appena Newt uscì, Thomas lo prese per il polso, attirandolo in un abbraccio, nel quale tutti e due dissero allo stesso tempo:"Scusa." e il che li fece sorridere.
Dopodiché, il moro chiuse la porta, voltandosi e notando i suoi genitori appisolati sul divano.
E il ragazzo pensò solo in quel momento che lui e Newt avevano urlato prima, e chissà che cosa avevano sentito i due adulti. Thomas sgranò gli occhi, cercando di scacciare il pensiero e avviandosi verso la sua camera, provando a non fare rumore.

"Non così veloce, ragazzino."
Non sopportava quando sua madre lo chiamava in quel modo, ma si fermò comunque, tornando indietro per andare da lei, sapendo già di cosa lei volesse parlare.
"Voi avete sent-"
"Abbiamo solo sentito due ragazzi urlare, non abbiamo sentito le parole, tranquillo." sorrise la madre, alzando la testa dalla spalla del marito ancora dormiente.
"Oh, bene allora."
"Thomas, non ho bisogno di sapere cosa voi vi siate detti, credo di aver già capito cosa sta succedendo."
"E te...insomma sì, lo sai cosa voglio chiederti" iniziò il ragazzo, mentre la madre aspettava la domanda, piuttosto confusa. "Intendo dire, la cosa non ti da fastidio?"

"Perché dovrebbe infastidirmi? Thomas, sei mio figlio, e lo sarai sempre, e sono pronta ad accettarti in tutti i modi, non devi dubitare neanche un secondo che io non ti voglia bene, perché anche se tu iniziassi una relazione con lui, il bene che ti voglio rimarrebbe lo stesso. Anzi, accetterei volentieri il vostro rapporto."
"Ma come pensi che la prenda..."iniziò il ragazzo lanciando uno sguardo al padre, che al momento stava russando piano.
"Lui? La prenderà bene vedrai, magari non proprio subito, ma vedrai che capirà anche lui."
"Grazie, mamma." e con questo Thomas sorrise, un sorriso sincero.
"E di cosa? Ora però non deludermi e lotta. Devi lottare per questo amore."

Best Friends (Newtmas au)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora