3) PETER PAN _ Pronta? Da sempre.

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Ero alla finestra della mia camera, sentivo la fresca aria notturna sulla pelle calda, era una benedizione dopo il sole cocente che c'era stato per tutto il giorno. 'Y/N! È tardi, vai a letto!' sento mia madre urlare dal piano di sotto, probabilmente intenta a lavare i piatti. Io e lei non siamo mai andate molto d'accordo, a detta sua, nemmeno quand'ero nella pancia, perché tiravo calci costantemente e non la facevo dormire. Sarà stata quella carenza di sonno a farla diventare così scorbutica e antipatica. I miei genitori erano divorziati, e vedevo mio papà solo poche volte al mese, di conseguenza ero costretta a vivere con quella presenza costante e assillante che era mia madre.

Non avendo voglia di discutere ad un orario così tardo, decisi di darle retta. Mi allontanai dalla finestra, lasciandola aperta per far entrare un po' di fresco, e andai a distendermi sul letto.

Quando lei entrò, forse mezz'ora dopo, il sonno non aveva ancora preso il sopravvento, ma finsi comunque di dormire, così sarebbe stata meno tentata di venirmi a disturbare.

Mi girai da un lato, sperando che la nuova posizione attirasse un po' di sonnolenza, ma così non fu.

Passai le successive ore a girarmi e rigirarmi nel letto, finché, durante un movimento, non vidi un'ombra muoversi al lati del mio campo visivo. Archiviai la cosa come frutto della mia mente stanca e insonne. Tuttavia, quando dopo qualche secondo sentii dei passi in camera mia, cominciai ad allarmarmi. Abitavo al quinto piano di un palazzo, nessuno sarebbe riuscito ad entrare dalla finestra, e sapevo per certo che la porta non si era aperta. Poteva essere frutto della mia immaginazione, oppure... Mi girai di scatto, e vidi una figura scura davanti a me, i raggi della luna che sembravano evitarla. Aprii la bocca per urlare, ma la figura fu più veloce e me la tappò. Ora che mi era così vicina, potevo distinguere chiaramente un paio di occhi verdi, capelli castani e un corpo tonico, da ragazzo, completamente vestito di verde.

'Shhh, non sono qui per farti del male. Mi credi?' non so cosa mi spinse in quel momento ad annuire, forse il fatto che quegli occhi mi attiravano e mi ispiravano fiducia. Un sorriso sghembo spuntò allora dalle sue labbra, catturando la mia attenzione. Quando si dice labbra da baciare...

'Se ti lascio andare, mi prometti di non urlare?' annuii ancora, e lui mi liberò la bocca, e potei notare che il suo sguardo rimase qualche secondo in più fisso sulle mie labbra.

'Chi sei?' trovai il coraggio di chiedergli. Avevo i miei sospetti, ma non ci credevo nemmeno io.

'Non lo indovini?' mi chiese, allontanandosi e andando sotto il raggio della luna, che attraversava la stanza, perché potessi vederlo meglio.

Peter Pan

'Già!' mi disse con lo stesso sorriso di prima.

'E da quando Peter Pan legge nel pensiero?' chiesi.

'Non ti ha mai detto nessuno che tutto quello che pensi ti si legge in faccia?' mi rispose, sempre sorridendo. Prima o poi gli verrà un crampo alle guance se continua così...

'E va bene, presupponendo che io creda che tu sei veramente Peter Pan, cosa ci fai qui? Ci sei capitato per caso o hai uno scopo preciso?' gli chiesi. Forse speravo solo in una risposta particolare, forse volevo solo che mi dicesse che voleva portarmi via con sé, sull'Isolachenoncé; dopotutto non ero ancora un'adulta, avrei potuto vivere là felicemente, e di sicuro sarei stata più felice che qui.

Forse fu per pena, ma il destino decise di esaudire le mie preghiere.

'Sono qui, per portarti con me! Sull'Isolachenoncé, sono certo che ne hai sentito parlare.' si avvicinò velocemente a me, facendomi sussultare. A molti avrebbe dato fastidio questa sua... sfacciataggine? No, era qualcosa di più... non lo so. Era audace, e sicuro di sé, e intraprendente. E mi caricava di adrenalina.

'Sempre se lo vuoi.' aggiunse avvicinandosi sempre di più, sorridendo con quel suo sorriso.

'Non hai idea di quanto abbia aspettato questo momento.'

Con un sorriso di intesa, mi prese la mano e mi portò vicino alla finestra.

'Aspetta!' gli dissi. Lui mi guardò in modo interrogativo. 'Non potrò mica volare con addosso solo una magliettina. Lasciami mettere un paio di pantaloncini.' gli dissi ridendo. Lui rise a sua volta e annuì.

Indossati i pantaloncini, tornai vicino a lui davanti alla finestra.

'Pronta?' ancora quel sorriso.

'Da sempre.'

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