Capitolo 3

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"Oggi sono stata dalla preside."
sospiro, rimanendo sempre abbracciata ad Albus.
"Che c'é? Voleva farti i suoi complimenti per la tua media eccellente?" il suo sguardo vaga sulla tenda del baldacchino e i suoi capelli sono scompigliati ad arte.
"Non esattamente. Ho usato un linguaggio inappropriato durante la lezione di babbanologia. Anche se il romanzo che stiamo leggendo non si addice a ragazzi della nostra età." cerco di far valere le mie ragioni ma, per il momento, nemmeno io ci sto credendo.

"Che cosa hai detto?" chiede curioso, giocherellando con i miei capelli rossi.
"Te l'ho detto, è inappropriata."
"Suvvia, Rosie. Non sono un tipo che si sconvolge facilmente." mi guarda con un ghigno stampato sul suo viso angelico.
"Ti dico solo che la parola iniziava per 'S'."

"Nome, aggettivo o verbo?"
"Nome. Ed è gergale, una parolaccia."
"Scarabocchio? Sacripante?" mi prende in giro, sparando parole a caso.
"Eddai, Albus." mi lamento.
"Rosie, non è un sacrilegio dire a una persona che è una stronza. Soprattutto se questa persona è Alina." mi sorride dolcemente.
Non potrei chiedere un amico migliore di lui.

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Adesso sono qui a lavare il pavimento della polverosa biblioteca insieme a Tyler, in mezzo ad un silenzio inquietante.
"È un po' che non parliamo. Come va, Tyler?"
"Alla grande, tutto fantastico. Io voglio stare in punizione." grida l'ultima frase, ricevendo un gesto stizzito dalla bibliotecaria.
"Si, ma perché sei qui? A giudicare dalle tumefazioni sembrava tu fossi stato vittima di un agguato."
In effetti non era esattamente messo bene, eppure ha ricevuto una punizione anche lui.
"Si, ma il professor Stewart è un omofobo. Per questo gli ho dato dell'ignorante.
E tu come mai quel nuovo look? Fa tanto 'Puttan Cuture'."

Sorrido amaramente prima di rispondere alla sua domanda.
"Oh, non lo sai? Sono la nuova troietta della scuola.."
"Mi pare di aver sentito qualcosa al riguardo." mi guarda con comprensione, cosa che sinceramente mi imbarazza e mi fa arrabbiare.
Non ho bisogno di essere compatita.

"E lui aveva il doppio della tua età" aggiunge poi, notando il mio fastidio.
Non stai migliorando la situazione, Tyler.
"Nah, era solo una matricola della Magiuniversità" replico guardandolo di sbieco.
"So anche che ti ha attaccato le piattole"
"Bleah."
Ma guarda te che stronzi ci sono in giro per questa dannata scuola.

Rimaniamo in silenzio per una decina di minuti, non degnando l'altro nemmeno di uno sguardo e rimanendo concentrati sui nostri compiti.
"Sai, in realtà non esiste. Intendo il ragazzo con cui sono andata a letto." spezzo questo momento di pace decidendo di confessargli quello che ancora nessuno sa, convinta che lui terrà il mio segreto.

"Ma dai, sei tu l'autrice del gossip?" mi chiede il ragazzo, che è decisamente incredulo.
"Indirettamente si. Aspetta, no. No, non sono stata io."
"Ma tu stai tenendo il gioco. È semplicemente masochista." replica sconcertato.
Lui si affaccia dallo scaffale, in modo da avere un contatto visivo con me.
"Senza offesa, ma credo che potresti imparare qualcosa da me, Tyler."

"Stai cercando di dirmi che dovrei atteggiarmi da etero solo per piacere agli altri?"
Ed è esattamente quello che intendevo. Mi dispiace che debba essere così ma il mondo è quello che è e la gente è sempre stata veramente stronza.
"Sai, dovresti tenere un corso e chiamarlo 'La banalità dolorosa, di Rose Weasley: finta troia della scuola'." adesso il suo tono è leggermente adirato, mentre lascia cadere dei libri sul tavolo.

"Senti, Rose. Sto solo dicendo che alcuni di noi stanno cercando di confondersi nella folla." sospira, tornando ad un tono di voce pacato e pacifico.
"Allora devi cercare di continuare a nasconderti o decidere che semplicemente non ti interessa."
alzo le spalle, guardandolo negli occhi e assumendo un espressione che non saprei se definire addolorata o indifferente.
Come a dire: 'Che ci vuoi fare?'

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