Lo studio di Silente era una stanza dalle modeste dimensioni le cui pareti erano scomparse dietro alte librerie dalle quali spuntavano rotoli di pergamena e libri di ogni forma e dimensione dalle copertine consunte.
Il pavimento ospitava un tappeto scarlatto dai ricami dorati con segni di bruciatura in più punti. La scrivania era un imponente tavolo di legno di ebano la cui superficie lucida appena si scorgeva sotto tutti i fogli accumulati e le penne d'oca sporche di inchiostro.
Sarebbe sembrato un ambiente accogliente, con il caminetto acceso scoppiettante che ci fissava dall'altro lato, se non ci fossimo sentiti i glaciali di Silente scrutarci mentre passeggiava ripetutamente avanti e indietro davanti a noi.
Io, Colin e Melissa eravamo stati convocati nel suo ufficio un istante dopo essere riusciti a mettere in salvo l'Erkling dentro la valigia. Il professore di trasfigurazione ci aveva recuperati uno alla volta dalle nostre stanze e, senza dire una parola, ci aveva condotti nel suo ufficio.
Cercai di gettare occhiate di sottecchi ai miei amici e lessi nello sguardo di Colin una sincera paura, mentre lo sguardo della ragazzina era sfuggente, come sempre. Mi scoprii a chiedermi quali potessero essere i suoi pensieri piuttosto che temere per la nostra sorte.
Cosa ci sarebbe successo? Il silenzio di Silente era estenuante. Saremmo stati espulsi? O peggio?
Perchè non faceva altro che osservarci da sopra la punta del suo naso appuntito, attraverso le lenti immacolate?
Il suo sguardo era indecifrabile e non appena incontrò il mio, io abbassai gli occhi terrorizzato.
Quando la porta si aprì di scatto tutti e tre sobbalzammo. Quella venne richiusa sbattendo e l'uomo che conoscevamo come l'incappucciato avanzò con le sue lunghe falcate sicure.
Per la prima volta lo vidi in volto alla luce delle candele.
A malapena riuscii a deglutire. La prima immagine che riuscii ad associare alla sua figura fu quella di un cacciatore di taglie.
Aveva un viso scavato e brunito dal sole con dei fitti capelli neri che gli ricadevano scomposti sugli occhi di un azzurro ceruleo capaci di farti gelare il sangue nelle vene. La guancia era sfregiata da una cicatrice che doveva ormai avere molti anni e il mento era coperto da un'ispida barba poco curata [1].
- Allora sono loro i mocciosi? Cosa ne hanno fatto?! -
Il suo sguardo saettò da me a Colin e poi a Melissa, per poi tornare a fissarsi su di me. La voce era profonda e trasmetteva una rabbia che si leggeva anche nelle dita strette a pugno.
Ed è stato allora che Silente mi ha stupito.
- Calma Noah, credo che siano già abbastanza spaventati così. -
Potevo percepire lo sguardo di Colin cominciare a muoversi impazzito, come faceva quando non capiva cosa stesse accadendo. E potevo capirlo; la situazione si stava facendo sempre più incomprensibile.
- Cosa ci facevate nella Foresta Proibita a ficcanasare? Eh? -
Avvicinò il suo volto al mio fino quasi a sfiorarmi la punta del naso con il suo che odorava di muschio.
- Vedrete qual è la punizione riservata agli studenti che non stanno al loro posto. Non è vero, Albus? -
E detto ciò gli lanciò uno sguardo d'intesa, che però il professore parve non cogliere.
A quel punto eravamo tutti solo ancora più confusi.
- Ci sarà tempo per le punizioni. Ora è il caso di spiegare qualcosa a questi ragazzini un po' troppo curiosi. -
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Animali Fantastici e Dove Trovarli
FanfictionI primi anni a Hogwarts. Misteri. L'espulsione per proteggere la persona che amava. I viaggi alla ricerca di creature magiche. Un'incredibile avventura attraverso la vita di Newt Scamander che cresce, si innamora, fugge, scrive, ma soprattutto, v...