CAPITOLO 10

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Anche quel giorno, come d'altronde tutti gli altri, ebbe inzio con l'apertura dell' officina Tizzi per poi lavorare come pazzi fino all'ora di pranzo. Nel pomeriggio, dopo aver dato una mano alla Signora a sparecchiare la tavola, stavo tornando in officina ma il Signor Tizzi mi fermò dicendo che mi ero guadagnato una mezza giornata libera, dovuta al fatto che nei giorni precedenti avevo lavorato molto e da solo, visto che lui si era beccato l'influenza. All'inizio non volevo nemmeno accettarla ma su sua insistenza dovetti rassegnarmi e tornarmene in camera annoiato. Verso le tre del pomeriggio di quella giornata Autunnale, anche se di quella stagione non aveva proprio niente visto che c'era uno splendido sole e faceva anche abbastanza caldo, presi il cellulare e decisi di inviare un messaggio ad Antonella:
"Ciao, è da tanto che non ci sentiamo, che fai di bello?",
"Stavo studiando. Comunque è da ieri che non ci sentiamo non credo sia trascorso tanto tempo : - ) ", mi rispose la ragazza:
"Ecco che finalmente è tornata la Antonella che conoscevo, la solita attacca brighe. In questi giorni credo di aver conosciuto tua cugina. Lei sembrava davvero una ragazza per bene, gentile ed educata. A dirla tutta era anche molto sexy. Molto più di te : - ) ":
"Visto che siamo in vena di complimenti, anche tu vedo che sei ritornato il Giuseppe di sempre, il solito stronzo", in quel messaggio non riuscii a capire se c'era una vena sarcastica oppure se era un messaggio mirato ad offendermi seriamente, quindi subito tagliai la testa al toro dicendo:
"Stavo scherzando, come sei permalosa. Comunque se ti ho disturbata scusa, ti lascio in pace "
"Io invece non stavo scherzando : - ). A parte gli scherzi, hai fatto bene a contattarmi, mi stavo annoiando a morte. Sono alle prese dalle 14 con la matematica e tra tutti questi numeri mi sta scoppiano la testa, non ce la faccio più. Almeno cosi mi distraggo un po' "
"Che sarà mai! 3 + 3 oppure 2 x 1"
"f(x) = |x|/Vx^3 + 1. Mi sai risolvere questa funzione"
"Certo che si"
"Bene , allora dimmi il risultato"
"Ok. Ma la risposta sarà svelata solo dopo la pubblicità"
"Immaginavo"
"Comunque non è da te prenderti una pausa, ti facevo una super studiosa, una secchiona, una ragazza che preferisce un libro di algebra ad un invito a cena da parte di un calciatore"
"Complimenti per il tentativo ma non attacca, la mia risposta è sempre la stessa" poi poco dopo mi arrivò un altro messaggio con su scritto "Credimi, sono una ragazza a cui la scuola piace, anche se non è vero che la preferisco a tutto. Non sono nemmeno una secchiona, diciamo che me la cavo. Il problema è che non sono un automa, ogni tanto ho bisogno anche io di prendermi una piccola pausa altrimenti vado fuori di testa, non credo che ti piacerebbe avere a che fare con una pazza : - )"
"Pazza o no, credimi, io ti adorerei lo stesso", provai di nuovo a lanciare un'esca per vedere se abboccasse ed invece sentite la sua risposta;
"Stranamente il tuo ultimo messaggio non si leggeva quindi l'ho cancellato. Comunque ritornando al discorso di prima, la voglia manca, anche perché, come fare a studiare quando fuori c'è una così bella giornata?"
"È vero, sembra quasi una giornata estiva"
"Estate, che bella parola. Mare, spiaggia, ombrelloni, tuffi, sabbia. Peccato che quest'anno non ci sia potuta andare"
"Come mai?"
"Per un motivo chiamato "arte di arrangiarsi", credo che tu non conosca questa parola visto quanto guadagni. Ora sono all'ultimo anno di Pedagogico, un giorno vorrei diventare una brava psicologa , per farlo però ho bisogno di una laurea e per andare in una buona università ho bisogno di soldi. I miei hanno detto di non preoccuparmi, che in un modo o nell'altro i soldi per la mia istruzione ci saranno sempre , io però non voglio che si sacrifichino per me, voglio fare la mia parte, perché alla fine si tratta del mio futuro. Quest'estate ho trovato un lavoro ben retribuito in un paese vicino Grottardio, poco importa se in cambio mi sono dovuta giocare il mare, in questo modo ho potuto mettere da parte un bel po' di soldi per il futuro" era la prima volta che la ragazza mi confidava qualcosa su di lei, la cosa mi rese molto felice perché significava che gli stavo iniziando a diventare simpatico.
"Complimenti,i tuoi discorsi non sembrano quelli di una ragazza che va ancora alle superiori, sembrano quelli di una persona vissuta"
"Sei il primo che me lo dice, però credo che sia vero. Diciamo che tu, le tue esperienze di vita te le sia in qualche modo "cercate" , sono state dettate da alcuni sbagli fatti. Mentre nel mio caso sono arrivate all'improvviso, mi hanno travolto e non sempre sono state esperienza facili o piacevole, alcune hanno fatto male ed hanno lasciato il segno. Di una cosa però sono sicura, tutto quello che è successo in passato mi ha resa più matura e più saggia rispetto agli altri ragazzi della mia età"
"Che modestia :- )"
"Senti chi parla : - )"
"A parte gli scherzi, ho sempre pensato che tu fossi una ragazza responsabile e le tue parole ti rendono onore. Forse è vero che non riesco a capire quello che si prova ad arrangiarsi, non essendo un calciatore a tutti gli effetti non guadagno così tanto ma la paga che ci danno in quella squadra giovanile è buona e spesso e volentieri posso farmi passare qualche sfizio anche grosso, però condivido in pieno la tua decisone"
"Grazie", da quel suo messaggio feci trascorrere un paio di minuti in cui mi frullarono per la testa più di cento pensieri e idee. Dentro di me si era formata come una sorta di domanda alla quale dovevo trovare una risposta altrimenti non mi sarei dato pace, la domanda era: "Posso fare qualcosa per quella ragazza?", la risposta era sicuramente "Si". "Ma cosa?" ed alla fine facendo un sorriso presi di nuovo il cellulare e scrissi:
"Le tue parole meritano un premio. Ti andrebbe di provare almeno una volta, anche se per poco, le brezza di una giornata di mare?"
"A Novembre. Ma sei pazzo!"
"Si sono pazzo e tu? La vuoi fare questa pazzia con me? ", a quel messaggio non ebbi risposta, quindi senza perdermi di coraggio ne scrissi un altro:
"Tra 5 minuti sarò sotto casa tua, spero di trovarti già pronta per partire". Il mio piano ,come tutti quelli folli prevedeva qualche rischio, nel mio caso era enorme, una di quelle cose che ti potrebbero cambiare la vita per sempre, ma per quella ragazza avrei fatto questo ed altro. Quindi scesi di corsa le scale ed entrando in officina spiegai al signor Tizzi il piano che avevo in mente, il quale, prima provò a fermarmi, poi, vedendomi tutto emozionato come un bambino che si appresta a scartare un regalo di Natale, fece un sorriso e decise di aiutarmi prestandomi il vecchio motorino di suo figlio. Ora non mi restava altro da fare che andare a prendere la ragazza. Allo scoccare del quinto minuto ero arrivato fuori casa Scoppola, com'era prevedibile fuori al cancello non c'era nessuno, quindi presi il cellulare e le inviai un altro sms:
"Sono qui fuori. Ti sto aspettando". Appena letto il messaggio la ragazza si affacciò alla finestra e disse:
"Non posso crederci, facevi sul serio! Credevo stessi scherzando!"
"Non scherzo mai sulle cose folli", risposi sorridendo:
"Ora ne ho la conferma, tu sei pazzo. Credo che il mare e novembre non vadano d'accordo. Immagina cosa penseranno le persone che ci vedranno sulla spiaggia"
"Mi dispiace mia cara, questa scusa con me non attacca. Se mi fosse importato qualcosa di quello che pensa la gente non sarei mai finito sui giornali per tutte le stupidaggini fatte. Siamo giovani, se non le facciamo ora queste pazzie dimmi tu quando farle. Cosa ancora più importante, voglio che anche quest'anno tu possa dire: "Sono andata al mare"
"Ma io non voglio andare da nessuna parte"
"Sappi che se non vieni, ci andrò da solo", risposi prontamente, allora la ragazza rassegnata disse:
"Ho capito, con te non c'è speranza di spuntarla,sei più cocciuto di un mulo. Dammi due minuti e scendo". Poco dopo la ragazza scese e prima di salire sul motorino disse:
"Mettiamo le cose in chiaro, questo non è un appuntamento"
"Non ti preoccupare, non l'ho mai considerato tale. Il nostro appuntamento sarà diverso, l'ho immaginato nei minimi dettagli"
"E fai bene, perché lo puoi solo immaginare", rispose sorridendo la ragazza che però aveva ancora qualche dubbio su quello che stavamo per fare:
"Senti Giuseppe, capisco che oggi si sta abbastanza bene ma è da stupidi andare al mare in autunno e ti ricordo che tra poco più di un ora sarà già buio"
"Non vedo il problema, il mare dista una quindicina di chilometri da Grottardio, se partiamo adesso tra una ventina di minuti staremo in spiaggia, poi quando il sole inizierà a tramontare ce ne torniamo subito a casa"
"Non c'è nessun modo per farti cambiare idea, vero?", disse la ragazza ancora perplessa mentre stava per salire sul motorino, quando all'improvviso per mia sfortuna le venne in mente il particolare più importante, il rischio di cui vi parlavo prima e quindi disse:
"Non possiamo andare da nessuna parte. Stiamo dimenticando il dettaglio più importante"
"Quale?", domandai seccato, avendo già capito di che si trattava:
"Tu non puoi lasciare Grottardio, ricordi la tua punizione?",
"Ma stavolta non conta, lo faccio per una giusta causa", risposi prontamente;
"Senti Giuseppe, so che stai facendo tutto questo per me ed io apprezzo la tua gentilezza, però non voglio essere la causa dei tuoi problemi, se venissi licenziato mi sentirei in colpa. In più per una cosa così stupida non ne vale nemmeno la pena", mi rispose la ragazza con un aria triste:
"Va bene" dissi rassegnato, poi aggiunsi: "Visto che ho un motorino e mezza giornata libera ti andrebbe di venire con me a prendere qualcosa da bere al bar"
"Certo"e detto questo si mise il casco e salì in sella, fu allora che misi in moto e sfrecciai a tutto gas dicendo alla ragazza di tenersi forte. Antonella, che non era stupida, aveva già capito tutto, quindi arrabbiata, iniziò a battere i pugni sulla mia schiena e diceva:
"Sei un bugiardo, mi hai ingannata, fermati pazzo", ed a mio modo le diedi retta, infatti mi fermai, ma solo una volta arrivati in spiaggia. Ricordo che la ragazza come scese dal motorino mi venne vicino e mi diede uno schiaffo, senza forza e senza convinzione, anzi sorrideva, non dava a vederlo ma era contenta di quello che avevo fatto per lei. Nonostante il freddo decidemmo di toglierci le scarpe per provare il brivido della sabbia che ti accarezza i piedi, anche se in quella circostanza i brividi ci vennero per la temperatura quasi glaciale di quei granelli color oro. Provammo a mettere anche i piedi nell'acqua ma era troppo ghiacciata. Fu proprio in quel momento che per la prima volta iniziai a pensare che forse la ragazza aveva ragione, andare al mare d'inverno era una cosa stupida, però provammo a divertirci ugualmente, infatti iniziammo a fare disegni sulla sabbia fino a quando una mia bruttissima caricatura della ragazza non provocò un inseguimento sulla spiaggia con tanto di minaccia di farmela pagare una volta preso. Poco prima di tornare a casa vidi la ragazza mettersi alla ricerca di alcune pietre da mettere nell'acquario di casa sua, quindi decisi di darle una mano nella ricerca. All'improvviso, entrambi fummo attratti da una pietra a forma di cuore e ci avvicinammo per prenderla, ma quando le nostre mani si sfiorarono, la ragazza si fece rossa in volto e quindi chiesi:
"Tutto bene, sei diventata rossa?"
"Si", disse la ragazza piano e timidamente;
"Ho capito, sei accaldata, credo che in questo caso non ci sia niente di meglio che un bel bagno gelato per rinfrescarti", quindi la presi in braccio e la scaraventai in acqua, poi sorridendo dissi:
"Adesso siamo uno pari, ti dovevo un bagno", lei invece che era sdraiata in acqua, tutta zuppa, disse:
"Questa me la paghi bastardo, non dovevi e freddissima", poi dopo qualche secondo con aria maliziosa disse:
"Almeno adesso dammi una mano a rialzarmi", io che non ero riuscito a capire le sue vere intenzioni, gli porsi la mano che lei afferrò con entrambe le sue e mi scaravento in acqua, e poi esclamò:
"Ora siamo pari!"
"Ed invece no", dissi provando ad afferrarla, quindi ridendo, iniziammo a rotolarci nell'acqua gelida fino a quando i nostro corpi furoni pervasi da brividi di freddo per poi passare poco alla volta a sentire un dolce tepore, un brivido caldo che nasceva da dentro, i nostri cuori iniziarono a battere forte e l'acqua ora non era più tanto gelida, fu allora che successe l'inimmaginabile, la ragazza si ritrovò sopra di me e guardandoci negli occhi, le nostre labbra iniziarono ad avvicinarsi ed alla fine ci baciammo, fu un bel bacio, ed il luogo e l'atmosfera che si era venuta a creare lo rendevano ancora più speciale. Poco dopo la ragazza staccò le sue dolci labbra dalle mie e disse:
"Si sta facendo buio, dobbiamo tornare a casa", scusa banale ma efficace per rompere quel momento. Detto questo, Antonella stava quasi per alzarsi ma io la fermai dicendo:
"Restiamo ancora qui. Vorrei che questo momento non finisse mai, io sto bene solo quando sto con te. Ti prego, non torniamo subito in paese. Tornare adesso significherebbe ricordare il perché mi torvo qui e rovinerebbe quello che è appena successo tra di noi. Anche se per pochi minuti, voglio fingere di essere un ragazzo di 18 anni che ama il calcio e che è venuto in questo paese di sua spontanea volontà per provare a diventare qualcuno, ma soprattutto voglio fingere di essere ricambiato dalla ragazza di cui sono pazzamente innamorato", e dicendo questo le diedi un altro bacio:
"Non rinnegare le tue origini ed il tuo passato. Anche perché nel bene e nel male è stato quello a farti diventare quello che sei oggi. Ed oggi posso assicurati che sei un ragazzo sincero, buono e premuroso che mi ha fatto passare una delle giornate più belle della mia vita. Mai nessun ragazzo ha fatto tanto per me. Sei un angelo", disse la ragazza tra un bacio e l'altro:
"Tu sei un angelo! Il mio angelo custode, mi è bastato conoscerti per sconvolgermi la vita, senza di te non avrei mai provato delle sensazioni ed emozioni così belle che ormai avevo dimenticato. Anche se volessi, non potrei mai dimenticare il mio passato. Anzi, io sono in debito con lui, perché se non avessi commesso tutti quegli errori, oggi non sarei a Grottardio ma soprattutto, non ti avrei mai conosciuta". Quando entrambi uscimmo dall'acqua, il sole già stava tramontando, eravamo zuppi dalla testa ai piedi, faceva freddo e dovevamo tornare a casa, allora sorridendo mi voltai verso la ragazza e dissi:
"Cosa volgiamo fare?"
"Cosa vuoi che facciamo. I vestiti di certo non si asciugheranno per magia, quindi non ci resta altro da fare che andare a casa e ti giuro che se mi verrà l'influenza non ti perdonerò mai", mi rispose la ragazza mezza sorridente e mezza arrabbiata.
"Va bene. Però prima di partire c'è una cosa che voglio fare" e dicendo questo presi da terra una pietra piatta e liscia poi rivolgendomi alla ragazza dissi:

"Il mare mi porta alla mente tanti ricordi. Prima di andare, vorrei fare una cosa che ai miei ha portato molta fortuna e chissà, forse ne porterà anche a noi. Quando mio padre e mia madre si sono conosciuti erano giovani, lui aveva 19 anni e lei 20. Lui lavorava in un officina mentre mia madre andava all'università, il suo sogno era quello di diventare un avvocato, la vita però riserva sempre delle sorprese. La sera del loro primo anniversario di fidanzamento, mio padre che all'epoca non aveva tanti soldi per comprare alla mamma un regalo decente, decise di portarla sulla spiaggia. Su questa parte della storia mia madre scoppia sempre a ridere perché credeva che mio padre quella sera avesse delle brutte intenzione ma poi rimase sbalordita da quello che successe in seguito. Infatti mio padre, raccolse una pietra piatta e rettangolare, tirò fuori dalla tasca un pennarello nero indelebile e sopra ci scrisse:
"Mary e Carl X sempre" per poi disegnarci un cuore intorno, infine la gettò in acqua il più lontano possibile. Poi Voltandosi verso mia madre le afferrò le mani e disse:
"Più in profondità sarà andata quella pietra e più profondo sarà il nostro amore", la mamma aveva sempre chiesto a mio padre di sorprenderla e credimi, ancora oggi mi domando quanto possa essere stato romantico quel gesto ma la cosa più importante e che fu romantico per la mamma, lei rimase colpita dalle intenzioni che mio padre aveva messo in quella dimostrazione d'amore. Era stata la cosa più bella che aveva mai fatto per lei e l'aveva fatta col cuore. Quella stessa sera io fui concepito"

Come ebbi finito di parlare, scrissi i nostri nomi su quella pietra e vicino ci disegnai un piccolo cuoricino, poi caricai il lancio con tutta la forza che avevo in corpo ed infine scagliai la pietra più lontano possibile, infine presi per mano la ragazza e dissi:
"Potrà anche essere una stupidaggine ma da oggi diventerà una vera e propria tradizione di famiglia"
"Non è una stupidaggine, è una cosa bellissima e dolcissima, grazie", poi la guardai negli occhi e facendomi rosso dissi:
"Ti voglio bene Antonella Scoppola, mi sto pazzamente innamorando di te"
"A chi lo dici", pensò ad alta voce la ragazza per poi correggersi, con un tono più serio dicendo: "Anch'io. Però vorrei che ci andassimo cauti. Sono rimasta delusa già un paio di volte in amore e non so se sono pronta ad una storia seria. Non offenderti ma tu sei l'ultima persona che vedevo bene al mio fianco. Fino a qualche settimana fa per me non esistevi nemmeno, non ti avrei mai preso nemmeno in considerazione come probabile fidanzato, si può dire che ti odiavo. Una delle prime volte che ci siamo visti ti elencai tutte le qualità che dovrebbe avere il mio ragazzo ideale e non credo che tu ne possegga molte, però non faccio altro che pensarti, mi piaci, dentro mi sta crescendo un sentimento che non riesco a fermare, ho il cuore che mi batte e ti posso assicurare che inizio a provare qualcosa per te. Da quando sei cambiato sembri un altra persona. Alla fine forse è vero che gli opposti si attraggono". Prima di partire la ragazza tirò fuori dalla sua borsa una macchina fotografica e disse:
"Aspetta, voglio immortalare con una foto questa bellissima giornata. La nostra prima bellissima giornata". Quando arrivammo a Grottardio si erano fatte le 17:30, il cielo era già buio e mancava solo mezz'ora all' inizio degli allenamenti,quindi accompagnai la ragazza a casa e stavo quasi per andarmene ma Antonella mi fermò per chiedermi:
"Hai da fare stasera?"
"Perché?", chiesi:
"Credo che tu ti sia meritato un appuntamento"
"Dici davvero! Oramai non ci speravo più."
"Lo dici a me. Io non posso ancora credere di avertene concesso uno", mi rispose la ragazza sorridendo.
"Oggi l'allenamento finisce alle 20, quindi dammi il tempo di una doccia ed alle 21 sarò subito da te"
"Ci conto, aspetterò con ansia che arrivi quel momento", mi disse la ragazza facendosi rossa in volto:
"Non ti facevo cosi sdolcinata"
"L'amore fa brutti effetti", poi prima che me ne andassi la ragazza disse:
"Se ricordo bene, ti devo ancora una risposta alla domanda di quella sera"
"Quale?" In tutta sincerità non ricordavo di cosa stesse parlando;
"Se in quel locale invece di fare il cascamorto con le altre, saresti venuto direttamente da me, credo che avrei di sicuro accettato il tuo invito", ascoltando quella frase, sorridendo risposi: "Lo sapevo", poi la ragazza prima di entrare in casa aggiunse:
"Se nei prossimi giorni giochi bene le tue carte, potrei anche invitarti alla festa di Grottardio che si terrà tra poco", a quell' ultima frase non diedi riposta ma sorridendo misi in moto e me ne andai.

SPAZIO AUTORE:
Buongiorno lettori e lettrici ecco a voi il capitolo 10. Se vi va commentate e lasciate qualche stellina.

TUTTA COLPA DI UNA PUNIZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora