Una giornata tranquilla.

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POV Nick

Svegliarsi con il telefono che squillava ormai era diventata una routine.

<<Pronto!>>

<<Una rapina alla banca sulla tredicesima, c'è un morto è assegnato a voi>>

<<Ok ricevuto sto andando>>

La telefonata con la centrale si concluse, una mano scivolò sul mio petto, aprii gli occhi, una bella bionda formosa con l'aria stanca e soddisfatta mi guardava ancora assonnata.

<<Chi diavolo è a quest'ora?>>

<<Lavoro, devo andare, tu se vuoi resta ancora a dormire, io mi faccio una doccia e vado>>

"Tu" perché non avevo la più pallida idea di come si chiamasse, i ricordi della sera prima erano piuttosto confusi.
Mi alzai e andai in bagno, non avevo tempo nemmeno per un caffè, odiavo quando le giornate iniziavano così.
Aprii l'acqua gelida, mi diede subito una svegliata, fui rapidissimo, non avevo tempo di fare la barba, la lasciai così, andai in camera con solo un asciugamano addosso, aprii il primo cassetto del comò e  presi la maglietta che trovai in cima alla fila, nera con lo scollo leggermente a V, meno male che non dovevo usare la divisa altrimenti ci avrei messo molto più che due minuti per vestirmi, aprii l'armadio presi dei pantaloni beige e li infilai rapido.

<<Non hai tempo per un'altro piccolo bacio?!>>

Mi disse la bionda nel mio letto che adesso era un po' più sveglia di prima.

<<No dolcezza sono già in terribile ritardo, ma ti chiamo ok!?>>

Non l'avrei mai più chiamata, osservai ancora un attimo le sue lunghe gambe che uscivano fuori dalle coperte, complimenti a me.

<<Ci conto!>>

Mi fece l'occhiolino, il mio appartamento era minuscolo, la camera da letto era un open space collegata al salotto con un angolo cottura.
Non era da molto che ero stato promosso a detective, con il mio stipendio non potevo ancora permettermi qualcosa di meglio.
Presi la pistola e il distintivo e uscii di casa, in tasca presi le chiavi della macchina, una vecchia Alfa Romeo che ancora non mi abbandonava e che ormai aveva un valore affettivo, presi la sirena e la attaccai al tettuccio, ero già in ritardo non mi serviva anche il traffico di Chicago.

                                            ***

<<Buongiorno raggio di sole! Era ora!>>

Accostai la macchina e scesi di fronte alla banca, la mia partner mi aspettava con un caffè fumante in mano, come sempre era impeccabile, pantaloni neri stretti giacca nera e maglietta bianca moderatamente scollata.
La chiamavano il demone dagli occhi chiari, perchè aveva dei capelli lunghi e neri che creavano un netto contrasto con i suoi occhi profondamente blu, era l'incubo dei criminali di Chicago, adorava fare il poliziotto cattivo.

<<Buongiorno a te Alexis>>

Presi il caffè che mi stava porgendo.

<<Aggiornami, cosa abbiamo?>>

<<Niente di che, una rapina finita male, c'è un morto e un ferito che è già in ambulanza a farsi medicare, i rapinatori erano in due, un bianco e un nero, la guardia di sicurezza della banca ha tirato fuori la pistola e ha sparato a quello di colore, mentre l'altro è stato arrestato dalla polizia appena hanno avuto il tempo di fare irruzione. Praticamente noi dobbiamo solo prendere le deposizioni>>

Nel mentre eravamo entrati in banca e mi aveva mostrato il cadavere.

<<Chissà come mai a rimetterci la pelle è stato proprio il ragazzo di colore, prepariamoci all'oceano di polemiche che scateneranno i giornali>>

<<Non puoi biasimarli>>

Mentre sorseggiavo il caffè Alexis aveva iniziato a prendere le testimonianze, una volta che ebbe finito mi avvicinai a lei.

<<Sono stato buttato giù dal letto solo per fare lavoro d'ufficio>>

<<Ma piantala preferivi stare in centrare a prendere le telefonate?! Sai che ci chiamano solo se c'è un cadavere di mezzo, poi che c'è avevi di meglio da fare stamattina?>>

L'ultima frase la pronunciò con tono malizioso, non avevo segreti con lei, poi il fatto che le piacevano anche le donne creava un certo spirito di complicità tra di noi.

<<A dire il vero si avevo di meglio da fare...>>

<<Mmm... dimmi che ha a che fare con la bionda dalle gambe chilometriche che è uscita con te dal bar ieri sera!?>>

<<Esattamente ha a che fare proprio con lei, stamattina l'ho a mala pena salutata>>

Alexis si mise a ridere

<<Che vuoi farci Nick è la dura vita di noi protettori dell'ordine e della città!>>

Una volta finito di ridere tra di noi ci mettemmo a lavoro, deposizione dopo deposizione, nel pomeriggio ci aspettava anche parecchio lavoro per stilare i rapporti, insomma tutta la parte che mi annoiava di più del mio lavoro.

                                         ***

Arrivati in centrale non si faceva altro che parlare dell'uomo rimasto ucciso, io e la mia collega andammo diretti alle nostre scrivanie pieni di scartoffie cercando di ignorare le polemiche sui criminali neri che ci circondavano, in particolare Pratt stava lodando l'ottimo lavoro della guardia, non sopportavo Pratt sin da quando era stato assunto dall'accademia, già da quel giorno era una matricola troppo montata.

<<Pratt smettila di dire stupidaggini e tornatene a lavoro>>

Lo ammonii, era più forte di me, non ero riuscito a resistere.
Alexis mi guardò e scosse la testa.

<<Ecco a voi signore e signori, il paladino dei neri! Anche quando un nero spara a uno dei nostri lui è dalla loro parte!>>

A quel punto mi alzai e gli andai incontro.

<<Pensa a fare il tuo lavoro ho detto! Se anche quella guardia avesse fatto il suo e avesse aspettato adesso quel ragazzo sarebbe ancora vivo!>>

Alexis si alzò e si mise immediatamente tra di noi, sapeva che alla minima reazione di Pratt sarei stato lieto di dargli un calcio nelle palle.

<<Bene signori adesso calmatevi e rimettetevelo nei pantaloni, constateremo un'altra volta chi di voi ce l'ha più lungo>>

Lanciai un'ultima occhiata a Pratt e mi rimisi alla scrivania.
Era meglio stare zitto e non farmi altri nemici dentro la centrale.

Senza accorgermene il pomeriggio passò in un attimo, gli occhi mi lacrimavano un po' dato che ero stato tutto il giorno davanti allo schermo del computer, non ero proprio abituato.
Alzai la testa e mi rivolsi alla mia collega, le nostre scrivanie erano una di fronte all'altra, la mia sicuramente meno incasinata della sua, nessuno lo avrebbe mai detto, il nostro turno stava finendo.

<<Andiamo ti riaccompagno a casa dato che la tua moto è ancora dal meccanico>>

<<Ti ringrazio, non vedo l'ora di riavere la mia piccola>>

Ormai ero convinto che la mia partner tenesse più alla sua moto che a me, o per lo meno sarei venuto sicuramente dopo se avesse stilato una lista di priorità.
Uscimmo diretti al parcheggio per recuperare la mia auto.

<<Ragazzi aspettate, c'è una chiamata per  voi, un cadavere è stato rinvenuto a Lincoln Park>>

Ci informò Peter poco prima di avvicinarci alla macchina, io e Alexis ci scambiammo degli sguardi.

<<Ma guarda, la giornata che sembrava noiosa improvvisamente non lo è più>>

Dissi e entrammo in macchina, misi in modo, accesi la sirena, prossima tappa Lincoln Park.


***L'angolo dell'autrice***

Grazie per la lettura.
È la prima volta che mi cimento in un giallo,  fatemi sapere assolutamente cosa ne pensate.

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