Capitolo 5

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I due ragazzi mi portano in un piccolo bar all'incrocio di due strade tranquillissime. Non appena entro mi sento invadere le narici dal profumo di ciambelle e torte appena sfornate.

"Fanno anche gli yogurt, sono i migliori qui" si vanta il ragazzo, mentre Lu va a prendere il tavolo.

"Beh, mi dispiace informarti che non mi piace affatto lo yogurt"

lui si fa estremamente serio, poi sorride sicuro di sé.

"Questo ti piacerà. Pago io" dice, mentre allunga una banconota alla ragazza dall'aria svogliata alla cassa.

Mentre aspettiamo il nostro turno, provo ad intavolare una conversazione. Non è difficile, è dolcissimo e molto simpatico. Gli parlo del perché mi trovo a Londra, e lui mi racconta di essere venuto, esattamente come mia sorella, soprattutto per studiare.

"Anche Lu studia alla Weston?"

"No, no. Lei è qui per altro. Viaggia moltissimo, ogni due anni cambia posto" vedo il suo volto rabbuiarsi. Non ho tempo di chiedergli spiegazioni, perché i nostri yogurt sono pronti, ed hanno un aspetto fantastico.

Torniamo a sederci al piccolo tavolino che Lu ha difeso a spada tratta fino ad ora

"Allora..." incomincia lei, mescolando il suo yogurt strapieno di caramelle e non so cos'altro

"..Non ti abbiamo detto la verità, io e Jasper" annuncia come se fosse la cosa più normale del mondo " io ti ho urtato apposta nella pista, ma ti volevo parlare. Di una cosa"

"Ehi, non ti spaventare" dice Jasper, facendomi un sorriso " vuole solo sapere una cosa a proposito di un tipo per cui è fissata"

"È molto più complicato, idiota" dice lei schiaffeggiandogli il braccio. La collanina sobbalza sul suo petto.

"Riusciresti a spiegarmi il motivo senza divagare, Lucille?" Sono più fredda di quanto non volessi. Ma semplicemente non mi piace che mi si dicano bugie, anche da persone che sembrano a posto, come loro.

"Ti prego, anche se ti sto sulle palle, non chiamarmi Lucille. Comunque...volevo sapere delle cose a proposito della rapina di ieri, ti ho vista"

Mi alzo dal tavolo e faccio per andarmene

"Ciao"

"No, no! Ti giuro che è curiosità, vorrei solo sapere cosa sai. Perché io passavo di lì quando è successo"

"E...?" le chiedo sospettosa

"È credo di avere capito chi è quel tipo. Un gran figo" alza gli occhi al cielo " ma dettagli, insomma, credo di sapere chi è ma mi servono le prove"

"Quindi mi avete pedinato solo per sapere chi fosse quel ragazzo?"

mi indispettisco, ma provo a non darlo a vedere troppo. Dopotutto sono stati carini con me.

"No, ti giuro di no! Ti ho vista che correvi, ti ho riconosciuta e ho capito che dovevo assolutamente fermarti. Ma ti giuro che mi stai davvero simpatica, Katie"

Sbuffo, e prendo tra le dita una ciocca di capelli ribelle. Come se mi importasse, di starle simpatica. Una vocina mi suggerisce che magari è così.

"È stato già abbastanza traumatico l'avvenimento in sé, e il fatto che due sconosciuti me l'abbiano ricordato così all'improvviso non ha aiutato"

"Dio, amo il modo sofisticato in cui parli" dice Lu

Stiracchio un sorriso

"Mi dispiace, davvero" fa Jasper posandomi una mano sulla spalla

"Jasper, tu non c'entri nulla!" Dice Lu, ridacchiando

"Sì invece, non gliel'ho detto quando avrei dovuto" si passa una mano tra I capelli biondi e corti, e noto che ha tatuato qualcosa dietro l'orecchio

"No, non lo avresti fatto perché siamo amici" dice la ragazza riccia, sorseggiando il suo yogurt già più tranquillamente quando vede che mi risiedo

"Comunque, ti posso dire quello che ho visto, anche se è poco"

"Sarebbe fantastico! Ci possiamo vedere domani? Ci saranno anche i ragazzi, così te li presento e racconti tutto anche a loro"

Arrossisco, penso che abbia sopravvalutato la cosa

"Guarda che non è che io sia questo gran pozzo di informazioni..."

"Forse" dice misteriosamente, e Jasper mi fa l'occhiolino.

Li saluto e mi incammino verso casa. Sono le undici e mezza, ed io ho ancora un mucchio di cose da fare.

Dopo la spesa, vado un biblioteca e mi informo un po' su tutto ciò che riguarda Londra, ma quando dopo due ore mi ritrovo a leggere di leggende inutili, capisco che è meglio che io mi dedichi ad altro.

Uscita dalla biblioteca, mi fermo un secondo all'imbocco di una via, per controllare eventuali chiamate perse da mia sorella.

Ne ho undici.

Sono nei casini.

 He's the Devil-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora