CAPITOLO1

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All'ottavo piano di un grattacielo nel centro di Charity, Victor Garrett aspettava che il telefono squillasse, seduto alla poltrona in pelle, davanti alla scrivania in noce: le mani intrecciate e sul viso, un'espressione impassibile. Qualcosa gli diceva che quella era la giornata giusta per avere le risposte che cercava da un anno.

Erano le otto di sera, da un'ora gli impiegati avevano svuotato il piano che era ormai avvolto dal buio, l'unica luce era quella della lampada sulla scrivania dell'uomo. Victor si alzò per andare davanti all'ampia vetrata che si stagliava sulla città illuminata.

Charity era una città strana: troppo calda d'estate e troppo fredda d'inverno. Per fortuna, quell'anno il caldo non era stato dei più torridi, e l'estate stava ormai per giungere al termine.

Il trillo del telefono lo fece trasalire dalle sue divagazioni e, nonostante avesse ordinato alla segretaria di spegnere l'aria condizionata nel suo ufficio, quel suono lo fece rabbrividire. Riprese posizione sulla sua poltrona e si preparò a rispondere. Era dalla portineria: due uomini chiedevano con insistenza di vederlo. Victor ordinò di farli salire: se si erano precipitati da lui, invece di chiamarlo al telefono, doveva essere per un motivo valido.

Qualche minuto più tardi due uomini vestiti in grigio, dall'aspetto molto professionale, si sedevano davanti alla sua scrivania. Sembravano molto soddisfatti e sicuri di avere le notizie giuste da comunicare.

<<L'abbiamo trovata!>> dissero i due all'unisono.

Victor non si entusiasmò: non era il momento di illudersi che i due uomini avessero finalmente portato a termine il lavoro.

<<Ne siete sicuri?>>

<<Se non bastassero le prove che sono in questa borsa, c'è la rassomiglianza che basta ad avvalorare la sua identità. Quella ragazza è il ritratto della madre alla sua età!>>

<<E dove si troverebbe?>>

I due si fecero scuri in volto. <Ci dispiace...>

Per un attimo, Victor immaginò di doversi arrendere all'idea di non conoscerla mai. Anche se qualcosa gli diceva che la ragazza poteva trovarsi nella situazione più raccapricciante, ma era ancora in vita.

<E' in carcere per... prostituzione e furto!>

In carcere! Il solo pensiero che lei fosse in carcere lo fece inorridire. Quali difficoltà l'avevano spinta verso un tale destino? Con raccapriccio immaginò a quali umiliazioni fosse stata sottoposta. Di tutte le ipotesi tragiche che aveva immaginato, quella doveva essere la più orribile. Si era sempre detto che una volta trovata le avrebbe fatto dimenticare le sofferenze, ma ora era consapevole che non sarebbe mai riuscito a cancellare un'esperienza così forte. Doveva tirarla fuori di lì, riportarla a casa, dov'era il suo posto, e darle tutto l'amore di cui avesse avuto bisogno.

Congedati i due uomini e pagato il saldo per il loro lavoro, Victor si mise all'opera con le sue alte conoscenze per liberare la ragazza.

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