Non ci pensai due volte e mi misi a correre dietro a quella figura incappucciata dalle gambe lunghe e dalle falcate ampie.
Corsi come mai avevo fatto prima per le vie di quella città ignota, senza guardare minimamente la strada o le persone curiose che osservavano la scena senza capire nulla. Non mi accorsi neppure di quanto mi fossi allontanata dal centro della città, presa com'ero dal seguire quel ragazzo che pareva ormai sfinito.
Anche io lo ero, eccome.
Il cuore mi martellava nel petto e mi sentivo scoppiare ma l'adrenalina era troppa e la mia determinazione non era da meno.
Inciampai diverse volte nei miei stessi piedi e svoltai l'ennesimo angolo, scivolando sull'asfalto bagnato per poi riprendere il passo. Ormai ci separavano pochi metri ma le mie gambe sembravano non riuscire a muoversi più veloci di così e la stessa cosa sembrava star succedendo anche a lui che, ogni tanto, si voltava indietro ansimando per la fatica.
Ennesimo angolo e ormai la pioggia che non avevo notato fino a quel momento si fece più fitta, inzuppandomi completamente i vestiti e i capelli che mi si incollavano alla faccia.
Un altro angolo e finalmente vidi la mia unica speranza: un vicolo cieco e vuoto.
Nella mia testa già stavo gioendo quando il ragazzo prese a scavalcare il muro con pochi risultati e finalmente lo raggiunsi, afferrandolo per la caviglia e trascinandolo nuovamente a terra con tutta la forza che mi era rimasta, spingendolo al suolo.
In meno di un secondo mi ritrovai anche io stesa sull'asfalto bagnato con la testa dolorante per la botta e la vista offuscata, con le mani del ladro che mi trattenevano le caviglie mentre lui cercava di alzarsi.
Fui più veloce, nonostante il dolore e mi rialzai sulle ginocchia, prendendolo per le spalle e ributtandolo a terra, ritrovandomici sopra.
Ci mise meno di un secondo per riuscire a liberarsi dalla mia presa e ribaltare le posizioni.
Picchiai nuovamente la testa sulla strada e pian piano tutto divenne sfocato.
L'ultima cosa che vidi furono due occhi allungati neri come la pece.
Faceva caldo.
Terribilmente caldo.
Ed era buio.
Troppo buio.
Aprii lentamente gli occhi sbattendo più volte le palpebre per cercare di scorgere qualcosa e di capire cosa fosse successo.
I ricordi affiorarono in seguito travolgendomi come un fiume in piena e obbligandomi a pensare quanto fossi stata stupida a seguire quel ragazzo e a pensare che avrei potuto fermarlo in qualche modo.
Non che io fossi una di quelle principesse a cui piace essere salvate, anzi, ma comunque non avevo la forza fisica per battermi in uno scontro frontale con un ragazzo.
Il buio che avvolgeva la stanza era tale da mettermi paura e le fitte terribili alla testa mi impedivano di alzare la testa.
Ero completamente avvolta in quello che sembrava essere un vecchio piumone che mi rendeva impossibile qualsiasi movimento e così rimasi per qualche momento ad ascoltare il suono della pioggia.
Il tessuto era ottimo e mi stava scaldando la pelle...
Fu in quel momento che mi resi conto di essere senza vestiti.
In un luogo sconosciuto.
Al buio.
E da sola.
STAI LEGGENDO
Do You //Kim Namjoon //
Fanfiction•Volevo visitare il mio paradiso terrestre dai colori pastello ma mi sono ritrovata all'inferno. E Lui è il mio Lucifero•