Limm & Erick

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Ho scritto una volta di uno come te,

Lo chiamavano el lobo

Aveva gli occhi perfetti e da nordico

Qualche piercing, dilatato il lobo

Fumava tanto e parlava poco

Fumava di tutto ma piano per non dare nell'occhio.

Amava le foto, il francese

La EDM, il rap, lo svedese

Amava i graffiti, e con quelli parlava di sé

Poi anche con gli spartiti di un piano elettronico

Pensava a sé.

Si nutriva di pillole per lo stress,

Amava Van Gogh, ci si vedeva riflesso

Amava Bukowski, la sua concezione del sesso

Ascoltava gli U2 ma anche Lana Del Rey

Non era tipo da hoes ma molto da rave

Non amava lo spagnolo

Perché gliene parlava lei.

Non aveva ragione di vivere

Oltre a Limm,

Non aveva ragione di esistere

Oltre a quella ragazza che sembrava chic,

E poi girava per casa con il cappotto di marca

Ma senza gli slip.

Lei angelo di plastica

Lui diavolo di ceramica

In fin dei conti tra i due non era materia ma altro.

Corpi distrutti tra i sensi dell'altro,

Tra loro era sinestesia e nient'altro.

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