Ho scritto una volta di uno come te,
Lo chiamavano el lobo
Aveva gli occhi perfetti e da nordico
Qualche piercing, dilatato il lobo
Fumava tanto e parlava poco
Fumava di tutto ma piano per non dare nell'occhio.
Amava le foto, il francese
La EDM, il rap, lo svedese
Amava i graffiti, e con quelli parlava di sé
Poi anche con gli spartiti di un piano elettronico
Pensava a sé.
Si nutriva di pillole per lo stress,
Amava Van Gogh, ci si vedeva riflesso
Amava Bukowski, la sua concezione del sesso
Ascoltava gli U2 ma anche Lana Del Rey
Non era tipo da hoes ma molto da rave
Non amava lo spagnolo
Perché gliene parlava lei.
Non aveva ragione di vivere
Oltre a Limm,
Non aveva ragione di esistere
Oltre a quella ragazza che sembrava chic,
E poi girava per casa con il cappotto di marca
Ma senza gli slip.
Lei angelo di plastica
Lui diavolo di ceramica
In fin dei conti tra i due non era materia ma altro.
Corpi distrutti tra i sensi dell'altro,
Tra loro era sinestesia e nient'altro.