capitolo 2 - Poker

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Cinque anni prima
Victoria, 18 anni

«Victoria.. cosa succede?» mi giro e trovo Robby che guarda il mio zaino e la mia moto.
«parto Robby..» dico abbassando lo sguardo, il mio branco è distrutto e devo capire cosa fare della mia vita.
«tornerai?» domanda triste, «certo devo ancora batterti a poker» gli spunta un sorriso e mi fa cenno di andare.
Salto in moto e mi giro a guardarlo «a presto Robby» dico sorridendo, «a presto bambina» dice sorridendo, avevo fatto una promessa sarei tornata.


«Victoria cosa hai fatto oggi?» mi giro e trovo Robby con un sopracciglio inarcato.
«ho tirato i capelli di Anne» dico ridendo.
Il suo sguardo diventa più dolce e si mette a ridere, «quando la smetterete voi due?» domanda sorridendo «mai» rispondo ovvia.

Mi sta insegnando per la prima volta a giocare a poker, all'inizio mi aveva insegnato dama e scacchi, ma ora si fa sul serio.
Guardo la partita tra Robby e Scot, sbircio le carte e cerco di capire la sua prossima mossa. Sembra che abbia la vittoria in pugno Scot.

Dopo una buona mezz'ora la situazione è alla rovescia, Robby lo ha in pugno non può fare niente.

Dopo la partita entriamo nel bar della zia a prendere da bere, appena usciamo, da lontano vedo Anne e Monica, le due oche, appena mi vedono mi mettono a ridere e a prendermi in giro, punto e vado verso di loro ma dopo due passi qualcuno mi ferma, Robby.
«siediti dai» mi dice indicando il nostro solito tavolino, mi siedo e incrocio le braccia al petto.
«sai Victoria, la vita non è semplice..» inizia e guarda il mazzo di carte che aveva appoggiato sul tavolo, «ci saranno un mucchio di persone che ti diranno cosa fare, ti faranno credere che sei sbagliata e che devi cambiare ma non dovrai mai farlo..» prende il mazzo di carte e le tira fuori «...ti devi ricordare di essere unicamente te stessa..» inizia a mescolare le carte «.. e non devi mai nascondere la persona che sei, non devi mai mentire e devi capire invece chi mente..» inizia posizionare delle carte davanti a me e poi davanti a lui «.. la vita è come una partita a poker, devi sempre capire chi bleffa.» conclude, «allora? Vediamo cosa hai imparato?» dice sorridendo.

«credevo di vincere» dico cupa, «in questo gioco sono imbattibile» dice sicuro di se, «quando imparerò a giocare, ti batterò» dico sicura di me, «aspetterò quel giorno allora» e così mi spunta un sorriso di sfida.

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