Christian e Anastasia: Ultimo Atto.

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Christian e Anastasia: Ultimo Atto.

Fa freddo. Elena gira intorno a me mentre io sono disteso, legato e imbavagliato, i suoi tacchi a spillo rossi schioccano sul pavimento di pietra. Il suono fa eco contro le pareti del suo seminterrato. Io mi sostengo, facendomi forza. Cosa verrà da te adesso? Dove colpirai? Il mio corpo è rigido e freddo e ronza per il dolore delle frustate. Lei si ferma e mette la sua scarpa sulla mia faccia, il suo tacco sulla mia tempia. Sorride e preme sul suo tacco.

“Cazzo!” Mi sveglio di soprassalto. Merda – la mia testa, la mia pulsante, dolorante testa. Apro gli occhi e sussulto, chiudendoli immediatamente, mentre il dolore mi trafigge il cranio per la luce. Cazzo.

Sono a casa, Grazie Cristo, ed è mattino presto. Sono disteso sopra il mio letto, scoperto e freddo, con il vago senso che qualcosa di sbagliato sta stridendo con la mia coscienza. Il mio sogno? Ugh – Elena. No... Ana! Mi alzo a sedere velocemente, e la mia testa è annebbiata. Merda. Sono nei vestiti di ieri, e puzzo. Cazzo. Dov’è Ana? La testa mi sta uccidendo. Mi strofino le tempie, cercando di cacciare quel sogno dal mio cervello. Ma che diavolo era quello? Mentre mi massaggio la testa, vaghe immagini della notte scorsa appaiono per un attimo confuse e malformate nella mia mente. Oh merda... il bambino. Un fottuto bambino! Elena...

Merda.

La mia bocca è asciutta e ha il sapore del sospensorio di Elliot. Bourbon e vino bianco – Che cazzo stavo pensando? Dov’è Ana? Sono scalzo e c’è una coperta in più sul letto... che ore sono? Guardando la sveglia vedo che sono le 7:25 del mattino. È ovvio che Ana non ha dormito qui. Dov’è? L’agitazione comincia a nascermi dentro, confondendosi con un senso di colpa. Che cosa ho fatto? Il mio BlackBerry è sul comodino, mi allungo per prenderlo mentre mi alzo, determinato a dare la caccia ad Ana. Non è in bagno. Barcollando fino alla porta successiva guardo in giro nella stanza degli ospiti. Manca la coperta. Sarà quella in più sul nostro letto.

Niente Ana.

Mrs Jones è in cucina. Mi saluta con uno sguardo glaciale. Merda. La scorsa notte.

«Buongiorno Gail. Ana?» le chiedo

«Non l’ho vista, Mr Grey.» dice, la sua voce tagliente e fredda, abbinata alla sua espressione. Ignorando il suo tono mi fiondo in biblioteca. Nessun segno. Ci deve essere una spiegazione logica per questo. Spingo il dolore nella mia testa da una parte mentre passo attraverso il salotto, e analizzando le varie possibilità di dove potrebbe essere mia moglie. Niente panico. È andata a correre. No – non corre mai a meno che non sia con Claude, e lui è in ferie fino ad oggi pomeriggio. Non è nella stanza della tv. Cazzo. O il mio studio. Scatto attraverso il salotto, ignorando Mrs Jones, e salgo di sopra per controllare entrambe le stanza per gli ospiti. Il panico prende vita nel petto mentre irrompo nella sua vecchia camera da letto... non è qui. Cazzo se n’è andata. No. Corro giù, ignorando il dolore martellante nella mia testa, ignorando la nausea. Taylor è nel suo ufficio.

«Ana?»

Lui alza lo sguardo verso di me, la sua faccia impassibile.

«Non l’ho vista, signore.»

«È uscita?»

Lui controlla il registro sulla sua scrivania.

«Non c’è niente registrato da Ryan.»

«Non riesco a trovarla.»

Si gira e controlla i monitor della sorveglianza.

«Tutti i veicoli sono registrati. Nessuno può entrare, signore.»

Merda! Rapita. Non l’avevo considerato. Posso solo pensare che mi abbia lasciato. Rapimento? No... quello stronzo è sotto custodia. Guardo torvo Taylor.

Cinquanta sfumature di ChristianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora