Capitolo 17

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Passarono giorni, e non avevo più avuto notizie nè di Riccardo, nè di Giuseppe, nè di Sascha. Nessuno dei tre mi aveva contattata o era venuto a casa mia, o al ristorante: silenzio assoluto.
La situazione non cambiava: due settimane in cui avevo pensato a Sascha, a quando avrebbe passato la porta di casa o del ristorante, a quando sarebbe finita questa storia, quando ne avrei parlato con Riccardo.

Avevo ripreso a lavorare il giorno seguente alla visita di Giuseppe, e mi aiutava davvero molto: sviare la mente dai problemi della realtà aiuta.
Giovanni e Nicole non mi avevano chiesto per quale motivo fossi stata a casa, si aspettavano che quel giorno fossi stata male o roba simile, ma non sapevo neanche se la mia migliore amica avesse ancora intenzione di parlarmi. Insomma, non le era andata a genio la storia di Riccardo, e di certo non mi dovevo scusare con lei, ma doveva scusarsi del suo atteggiamento.
Chissà come l'avrebbe presa, se avesse saputo che volevo "mollare" Riccardo: si sarebbe messa a saltellare sul posto, ne ero certa.
Non mi importava, però. Se non voleva aiutarmi, poteva benissimo non accettare la cosa e non aiutarmi, ma mi serviva molto una mano, e lei era l'unica che poteva aiutarmi.
Cavolo, ero così stanca di tutto questo.

Mentre pulivo, cominciai a sentire una strana sensazione, come se dovessi vomitare, ma passò quasi subito.
Sarà stata ansia? Forse, ma non potevo vomitare sul tavolo che avevo appena pulito.
'Quanto vorrei avere un po' di ferie' disse Giovanni, sedendosi al tavolo.
'A chi lo dici' sospirai, passando lo straccio ancora sul tavolo, pensierosa.
'Stai bene?' Chiese il ragazzo, ed annuii subito.
Non potevo parlargli di tutto e, dopo quello che mi aveva detto, avevo capito da che parte stava. Volevo soltanto vedere quel dannato moro, che sembrava sparito.
'Ti manca, eh?' Domandò, ed alzai lo sguardo su di lui.
'Se mi manca?' Dissi, ridendo sarcasticamente. 'Dio, se mi manca. Gli salterei addosso se lo vedessi, o forse mi rimarrei bloccata per lo stupore di vederlo. Ho una voglia di baciarlo che tu non ti immagini, e..' fui interrotta da una sua breve risata, che non era fastidiosa, però.
'D'accordo, ho capito' continuò a sorridere. 'Non finiresti più. Comunque, perché non lo chiami o gli mandi un messaggio?' Propose.
Per quale motivo avrei dovuto cercarlo? Avrei dovuto far finta di non sapere nulla, perciò non avrei dovuto contattarlo, ma Giovanni non poteva saperlo.
'Mi può cercare anche lui, ma avrà cose migliori a cui pensare' dissi, cercando di fargli capire della ragazza, e il pensiero continuava a disgustarmi.
'Orgogliosa' disse, tossendo, cercando di non farmelo sentire.
'Io? Ma no, cosa te lo fa pensare?' Domandai, sorridendo.
Lui rise, probabilmente per l'espressione che avevo assunto, ma i miei pensieri erano da tutt'altra parte per ridere con lui.

La porta del ristorante si aprí e, finalmente, dopo tanto tempo che stavo aspettando quel momento, lo vidi attraversare quella soglia. La prima cosa che fece di cercarmi con lo sguardo, e non ci mise poco a trovarmi.
Come mi aspettavo, ero paralizzata: non sapevo come rivolgermi, anche se pensavo di aver preparato un discorso, mentalmente, ma era tutto dimenticato: ce l'avevo davanti, e le parole sarebbero dovute venire da sole, senza essere preparate o roba del genere.
'Ciao' sorrise, non appena si trovò davanti a me.
Quel sorriso così confortevole, riscaldante, semplicemente perfetto: come facevo a rimanere paralizzata soltanto da quello, accompagnato dal suo sguardo?
Non riuscì a dire nulla, ma sorrisi: era l'unica cosa che riuscivo a fare, in quel momento.
Abbassai lo sguardo, per poi rialzarlo: era veramente davanti a me, da solo, ed era ancora più bello di prima. Aveva fatto una spuntata ai capelli, ma quel taglio gli stava molto bene: per il resto, non era cambiato molto.
'Giuseppe me lo ha detto e, ovviamente, è riuscito a rovinare questa sorpresa' disse. 'Credimi, è stata una cosa disgustosa, lo so, ma non sono più quello di prima. Sono andato a letto con questa ragazza soltanto per organizzarti al meglio questa sorpresa, con i fondi giusti, e sono contento che questa storia sia finita' annunciò, e non potevo che esserne contenta.

'Sascha, io..' stavo per dire, ma venni interrotta da un improvviso dolore allo stomaco.
Purtroppo dovetti lasciar perdere la speranza di parlare con lui e corsi in bagno, dovevi accovacciai e cominciai a vomitare dentro al gabinetto.
Il dolore non era mai stato così forte, e non ero arrivata a vomitare. Era molto strano.
Sascha mi raggiunse, e mi aiutò con a rimettere. Non era così che avevo immaginato il nostro ritorno, ma non poteva di certo aspettarsi chissà cosa, ma neanche del vomito.

'Stai meglio?' Chiese, mentre mi sciacquavo la faccia.
Non volevo mentirgli, ma dopo tutto lui lo aveva fatto, perciò quale era il problema?
'Si' dissi, asciugandomi il volto e rinchiudendo il rubinetto.
'Sicura? Hai mangiato qualcosa che non sei riuscita a digerire?' Domandò, e quasi mi stupii di come parlava.
'Cazzo, non è che quella donna era un medico?' Chiesi, sorridente.
Era incredibile come avessi cambiato parere su quella faccenda: mi faceva persino ridere.
'Prima rispondi alla mia domanda' disse, inclinando il volto e sorridendo.
Sorrisi, ricordando quello che facevamo anche tempo prima: non era cambiato, mi amava ancora.
'Sto bene, più o meno, e non era un indigestione' dissi, riflettendo su quello che era appena successo.
Avevo sentito la nausea, certo, ma non era per il cibo o per quello che aveva fatto Sascha, era qualcos'altro, dentro di me, che mi aveva fatto rimettere. Ma cosa?
'Quella non era un medico, era soltanto una ragazza in cerca di qualcuno con cui scopare, per farsi figa, insomma' rispose, ed uscimmo dal bagno.
'Ora si che ti riconosco' sorrisi, stringendo la sua mano.
Stavo sorridendo troppo, e mi comportavo come se nulla fosse: era pur sempre andato a letto con un'altra ragazza, ma era tornato da me, come aveva detto agli altri, tranne che a me.
'Cosa poteva essere, allora?' Domandò, non trovando nessuna risposta da me.

Avevo notato che Giovanni si era allontanato: cavolo, mi ero proprio dimenticata di lui. Ero troppo concentrata sul ritorno di Sascha che avevo dimenticato che, poco prima, stavo avendo una conversazione con mio cugino.
Avrei voluto cercarlo, ma dovevo risolvere qualcosa di più complicato.
'Non ne parliamo più, forse era solo perché ti avevo visto' dissi, fermandomi davanti a lui. 'Mi sei mancato, e sei un coglione. Avremmo potuto mettere dei soldi da parte, e avremmo potuto evitare la litigata, così non ti avrei cacciato di casa' gli feci capire, ma mi zittì con un dito davanti alla bocca.
'Tu non sapevi nulla, ed avrei voluto farti una bella sorpresa presentandomi qui, e dandoti quello che meritavi. Quasi dubitavo del fatto che avessi bisogno di me, ma sono troppo testardo per lasciarti andare' disse, accarezzandomi la guancia.
Il suo tocco mi era mancato così tanto, e anche guardarlo intensamente negli occhi. Mi sembrava quasi surreale ritrovarlo davanti a me, quasi come se non fosse successo nulla.
'Potevi parlarmene, quella sera. Insomma, lei non era con noi, nessuno era con noi, potevi dirmelo' continuai, quasi sul punto di piangere.
Ero stata veramente male per quello che era successo, e non sapere nulla era stato ancora peggio.
'Mi dispiace, davvero' disse, sempre più vicino a me. 'È tutto finito, ora. Non mi allontanerò più da te, stanne certa'
'É una promessa?' Chiesi, cercando certezze.
Qualsiasi cosa sarebbe accaduta, non mi avrebbe più lasciata. Sarebbe stato davvero così?
'Te lo prometto, Sofia. Non riesco più a stare senza di te, lo sai' ammise, per poi baciarmi.
Quello mi era mancato di più: baciarlo, sentire le sue labbra sulle mie, giocare con le sue, posare la mia mano sul suo collo per non separarmi più, le sue mani sulla mia schiena. Mi era mancato troppo, e sembrava tutto un sogno: finalmente, tutto era tornato alla normalità.
Quasi tutto.

ANGOLO AUTRICE:
So che il capitolo può essere corto e noioso, ma davvero, a me ha un po' emozionato.
E finalmente, Sascha è tornato! E meno male!
Ma c'è un altro problema, non credete?
Al prossimo capitolo!

Him. 2 ||Sascha Burci|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora