"Mamma." la chiamo ma non ancora risponde.
"Mamma ci sei?!" alzo il tono di voce e questa volta pare che mi abbia sentito.
"Scusa Francesca."
"Come mai hai urlato? Cosa è successo?" chiedo parecchio spaventata; passano un paio di secondi e risponde "...ehm uno scarafaggio."
Faccio finta di crederci e lascio perdere l'argomento.
"Voglio venire qualche giorno lì, in modo da stare più vicini a tutti. Ve ne avevo parlato ma ora ne ho la certezza e inoltre ho chiesto un paio di giorni di vacanza e hanno acconsentito." quasi urla felice e anche io lo sono, adoro mia madre. Senza lei non so che farei, ovvio c'è anche mio padre ma si sa: la mamma è sempre la mamma!
"OK mamma." dico solamente non sapendo che dire.
Parliamo per altri cinque minuti e dopo di che ci salutiamo e attacco.
Oramai troppo stanca cado fra le braccia di Morfeo.
È mattina, il raggi del sole filtrano dalla finestra che la scorsa sera mi sono scordata di chiudere. Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio.
Guardo l'ora sul display del telefono dato che ho spento la sveglia, la odio con tutta me.
Mi alzo allegra e vado in cucina a salutare mio padre che mi accoglie con un grande sorriso. Tutti di buon umore oggi, eh si raramente mi sveglio di buon umore e oggi è un giorni di quelli.
<<Come mai tanto sorridente?>> chiede mio padre vedendo un sorriso che farebbe invidia a Joker.
<<Non so, tu? Anche io ti vedo molto felice.>> lui alla mia affermazione sorride ancora di più. Davvero non so cosa è successo per avere un sorriso così enorme. Magari è la notizia di mamma che deve venire qui qualche giorno o non so...
<<Oggi arriva il giorno che preferisco del mese.>> sorride e io non capendo ironizzo: <<il giorno della paga?>>
Lui scoppia a ridere e fa segno di no con la testa <<oggi tutti i carcerati dovranno seguire a turno un corso di galateo e se tu hai una giornata triste guarda loro e ti tornerà il buon umore.>> lui ride e io lo seguo a ruota, mi immagino davvero tutti i carcerati vestiti in smoking che cercano di apparecchiare, o mangiare, come uomini d'affari alias di classe.
Mi lavo e mi vesto molto velocemente e dopo aver fatto colazione vado 'al lavoro' con mio padre. A dirla tutta mi manca passare un po' di tempo con lui anche se siamo in una macchina e per lo più della polizia.
In pochi minuti arriviamo alla nostra meta e dopo aver firmato delle carte -per dimostrare che eravamo e siamo presenti al lavoro- entriamo nella struttura.
Per andare in mensa dobbiamo passare nel corridoio delle celle che sono tutte silenziose, segno che sono vuote.
Io, mio padre e altri due poliziotti arriviamo in mensa e vedo tutti i carcerati -sia maschi che femmine- in piedi accanto al muro e inoltre vedo anche un uomo, abbastanza vecchio seduto su uno sgabello intento a dare ordini.
Noi rimaniamo ad ascoltare e a guardare che ognuno sia al proprio posto, o almeno i poliziotto dato che io guardo Christopher.
L'uomo sullo sgabello finisce di parlare e tutti annuiscono, lui scende dall'oggetto e viene verso di noi e, prima di andare a fianco di mio padre mi fissa per interminabili secondi.
Sconosciuto
L'ho detto a Bryanna e l'ho fatto, sono venuto a trovare il suo adorato marito e la sua cara figlia in carcere. Come ho sempre pensato la figlia le assomiglia molto e prima di andare al fianco del padre la fisso per un paio di secondi.
Il padre della piccoletta credo non mi abbia riconosciuto dato che ho cercato di nascondere al meglio il mio aspetto.
Nemmeno mio fratello Noah mi ha riconosciuto, perdenti tutti qua dentro.
Faccio un ghigno e Francesca si gira verso di me, le lancio uno sguardo glaciale e lei si gira a vedere i carcerati ma in particolare lo psicopatico: Christopher.
Faccio un cenno a un mio collega -sempre camuffato da 'insegnante'- e inizio a scatenare il caos tra urla di poliziotti e carcerati.
Spazio autrice:
Scusatemi sia per la brevità che per non aver aggiornato ieri💕
Wattpad mi ha spostato la storia in 'FanFiction' e nulla credo che aggiorno stanotte/domani.❤
Preferite che posto tutti i giorni con capitoli di 700 parole o un giorno si e uno no con parole di 1200/1500 parole?29/05/2017
16:42
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Psycho Love
RomantikL'amore non ha età, l'amore non ha un senso logico, l'amore non è ragionamento ma è emozione. Christopher e Francesca, due ragazzi diversi tra loro, lui un carcerato definito da tutti psicopatico mentre lei una semplice studentessa al college. Un a...