Lo Sguardo insolente

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Sguardo insolente

sei un cane al guinzaglio,
questo paradiso è un inferno:
cadi giù per terra, che è meglio.

La frusta schioccò nuovamente e questa volta con più forza delle precedenti, ma il giovane non emise un fiato.

Temari la gettò a terra con rabbia per portarsi poi davanti a lui, afferrando quel viso dai lineamenti decisi.

"Sei il solito impudente! Non impari mai, Vero?!" urlò lei.

Il ragazzo sorrise: "Bellissima, seccatura."

La principessa arrossì per tornare a colpirlo con uno schiaffo: "Non ti sono bastate le frustate? Ne vuoi altre?"

Shikamaru non rispose.

Dodici anni che era schiavo di quella principessa tanto volitiva e forte da farsi rispettare perfino dai soldati del padre. Eppure sapeva che quella era tutta una maschera. Quante volte l'aveva sentita piangere in quel grande letto freddo?

Lo tirò con forza per i capelli, costringendolo ad alzare la testa : "Ti ho fatto una domanda." Sibilò lei a pochi centimetri dal suo volto, tumefatto. Non ottenendo risposta lasciò la presa seccata, sapeva bene quanto potevano infastidirla quegli occhi d'ematite puntati su di lei. Uno sguardo tanto attraente da fare cadere la scelta su di lui anche quel lontano giorno.

Lo frustava perché non poteva averlo.

Lo frustava perché quell'insolente la fissava.

Lo frustava perché l'eccitava fino a farle perdere la ragione.

Non sopportava che un uomo le facesse provare tutto questo. Inevitabile però se si trattava di un tipo tanto attraente come Shikamaru. Cercava di smussare quella dannata sensazione di volerlo sopra di sé. Insopportabile era il fatto che si trattasse della feccia che suo padre aveva sottomesso ... uno schiavo.

"Ti ho fatto un bel regalo." Disse allacciando il collare di cuoio al suo collo "Ma tu sei una bestia così poco fedele che ho preso delle precauzioni." Tirò decisa la catena.

Al ragazzo sembrò di sputare l'anima quando quella cosa si strinse intorno alla giugulare bloccandogli il respiro per qualche secondo. Ansimando tornò a guardare la principessa, se pensava che bastava mettergli un guinzaglio si sbagliava.

"Adesso mi odi, vero?" chiese sorniona.

"Mi fai solo pena ..." replicò prima che il cuoio gli smorzasse il respiro.

"Insolente ... da quando mi servi? Non hai imparato proprio nulla?!"

"Non riuscirai mai a piegarmi ... te lo ripeto ... mai!" ansimò con voce gracchiante.

"Scommettiamo?" rise tirando per i capelli una delle giovani schiave.

Temari sapeva molto bene come farsi ubbidire e seviziare le sue compagne di sventura era uno dei modi più divertenti per farlo cedere. Shikamaru abbassò la testa mordendosi il labbro.

Hinata restò intrappolata nella presa di Temari per alcuni minuti, fino a quando non si decise a lasciarla uscire con le altre.

"Portate questa feccia nel loro antro puzzolente." Ordinò ai due Ambu di guardia alla porta.

"Cosa ci fai qui?" chiese acida notando qualcuno entrare.

"Lo porto a far curare. Ordini di vostro padre." Rispose abbassando la testa e circondando con un candido braccio la vita del moro.

Era impossibile non notare, quanta grazia potesse infondere anche nel più piccolo gesto, nel tono della voce. Erano queste qualità che la rendevano diversa da tutte le altre schiave. L'avevano elevata al ruolo di concubina. Resa intoccabile perfino da lei ... Ino Yamanaka aveva sedotto con la sua femminilità il padre. Come sempre Temari, la futura regina del deserto si sentiva un fagotto di stracci. Non era alta e slanciata, i suoi muscoli erano tonici per l'addestramento alla quale si era sottoposta e non aveva la vita sottile distolse lo sguardo.

Rimasta sola si gettò a piangere sul letto, ancora caldo nel punto in cui Shikamaru era stato sdraiato.  

Il Bacio dello SchiavoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora