Jump in the pool

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Aaron

"La verità è che non c'è verità, che nessuno se ne va mai per davvero e nessuno resta per sempre"

-Kurt Cobain

Julie.

È incredibile come un sola parola possa disintegrare la leggera cortina di fumo che riveste la realtà.

Julie.

Il modo in cui Matt ha pronunciato il suo nome mi rimbomba nella testa.

Julie.

Mi risuona nella orecchie come un orrendo jingle pubblicitario.

Julie.

Vorrei infilami le mani nella pancia ed estirpare quest'orribile sensazione, che mi attanaglia lo stomaco.

Julie.

Cazzo!

Lei è Julie! Quella Julie. La ragazza delle storie di Matt. La prima ragazza che lui abbia mai baciato. La sua prima volta. L'unica ragazza che lui abbia mai amato davvero. Lei è la ragazza dei suoi sogni. Lo è sempre stata.

Tra tutti i possibili scenari che il mio stupido cervello poteva articolare, questo non era previsto.

Anche se ormai è ovvio che sia lei, Julianne non assomiglia per nulla alla ragazza delle storie di Matt. Non è un uragano biondo, non è un raggio di sole e soprattutto non è trasparente come l'acqua. Qualcosa ha trasformato l'adorabile e sorridente Julie, nella enigmatica e scontrosa Julianne. E voglio sapere tremendamente cosa.

Per tutto il viaggio in macchina, Lip straparla di una tipa che si è fatto ieri sera o qualcosa del genere, ma io non gli presto attenzione. Ho lo sguardo incollato allo specchietto retrovisore, in cui cerco di scorgere il mio migliore amico e Julianne. La mia reazione è assolutamente irrazionale e ingiustificata.

"Aaron!" abbaia Lip, facendomi sobbalzare. Inchiodo appena in tempo, al semaforo rosso. Lip si strofina la faccia con le mani, poi mi guarda "Ma che ti prende?"

Vorrei saperlo anche io.

"Nulla, mi sono solo distratto un attimo" farfuglio.

"Tu non ti distrai mai al volante".

Potrà non sembrare, ma Lip è molto attento ai dettagli.

Inclina un sopracciglio color aragosta "È per via della bambolina amica di Matt?"

"No!" ribatto, un po' troppo forte. Lui mi osserva in silenzio. Scatta il verde e ripartiamo.

"Beh, qualunque cosa ti passi per la testa, ignorala e pensa a guidare. Non voglio morire spappolato insieme a te, nella tua macchina". Si fruga nelle tasche, estrae il pacchetto di Philip Morris e se ne accende una. Fuma rigorosamente e solamente quelle. Dice che sono le sue sigarette su misura, fatte apposta per lui.

"Ehi! Nella mia macchina ci sono delle regole" gli strappo la sigaretta dalla bocca e la lancio dal finestrino "Non si fuma dentro Scarlett".

Lui grugnisce e si sistema meglio sul sedile "Al ritorno vado con Matt. Di sicuro lui si sta divertendo".

Già, immagino di sì.

Guido in silenzio sforzandomi di non guardare lo specchietto e di fissare la strada.

Quando finalmente raggiungiamo la villa dei Duvall, mi lancio fuori dalla macchina e inizio a scaricare gli strumenti dalla Boss. Quando abbiamo svuotato anche il furgoncino, iniziamo a portare la roba nella villa. C'è un casino mostruoso ed è la cosa migliore della serata. Più gente c'è, più gente ci ascolterà.

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