Grudge and Reality

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Aaron

"Credi che Nate si rimetterà entro venerdì prossimo?" domanda Lip mentre apro la porta d'ingresso.
"Non penso" constato avvilito. "Quel tipo di strappo non guarisce in una settimana".
Molliamo le sacche del lacrosse in un angolo accanto al portaombrelli. "Siamo fottuti, allora. Senza Nate in porta ci massacreranno".
Appendiamo le giacche inumidite dalla pioggia al gancio sul muro. "Non è detto se riusciamo a impedirgli di avanzare".
Lip scuote la testa come un golden retriever, schizzando acqua sul pavimento intonso. "Da quando Jordan si è diplomato la difesa non è più la stessa. La matricola che mi hanno affiancato è grande quanto tua sorella".
"Ha la nostra stessa età" puntualizzo soffocando una risata.
Aggrotta la fronte, scettico. "Evidentemente non mangia abbastanza. Devo farci due chiacchere".
"Cosa pensi di fare? Vuoi infilargli un imbuto in gola e riempirlo di carne?".
"Non è una cattiva idea" mormora entrando in soggiorno.
April marcia risoluta verso di noi dalla cucina. "Philip O'Connor".
Lip sfila le mani dalla felpa e le alza in aria. "Qualsiasi cosa sia, non sono stato io".
April gli agguanta il gomito e lo tira in avanti. "Vieni immediatamente con me".
"Veramente volevamo andare da Julianne..." affermo cercando di fermarla.
In risposta, ghermisce anche il mio di gomito e ci trascina entrambi in cucina.
"Sedetevi" esige conducendoci verso il bancone della cucina.
Lip si accomoda, ubbidiente. "Cosa abbiamo fatto?".
Henry smette di rufolare nel frigorifero e si gira a guardarci. "Cosa sta succedendo?".
April gli sfila di mano la banana e, nonostante le proteste, lo obbliga a sedersi accanto a noi.
"Mamma?".
April si pianta davanti a Lip con le mani sui fianchi e l'espressione più seria che le abbia mai visto in volto. "Vuoi bene a mia figlia, Philip?".
Lui non esita nemmeno. "Certo".
"Non le faresti mai del male, giusto?".
Lip scuote la testa con decisione. "Per nessuna ragione al mondo".
April rilassa leggermente le spalle. "Ottimo".
"Possiamo andare, ora?" chiedo speranzoso.
Mi lancia un'occhiataccia. "No".
"Mamma, ma cosa...?".
"Stai facendo sesso non protetto con mia figlia, Philip?".
Siamo amici da anni e anche nelle situazioni più scomode, Lip non si è mai trovato a corto di parole. Sa arrampicarsi sugli specchi e vaneggiare di argomenti di cui non sa nulla come nessuno. Spesso quello che gli esce dalla bocca non è quello che ti aspetti e molto spesso si tratta di qualche stronzata, ma nonostante tutto Lip non resta mai in silenzio.
Beh, a parte ora.
Apre e richiude la bocca un paio di volte mentre il sangue gli affluisce alla punta delle orecchie.
"Mamma!" squittisce Henry.
"April". Non so davvero cos'altro dire.
Lei ci fulmina con lo sguardo. "Silenzio, voi due. Sto parlando con Philip. Allora?".
Lip deglutisce con forza quello che sembra essere il rospo più grosso della storia, apre di nuovo la bocca ma non ne esce alcun suono.
"So che siete giovani e che è difficile non lasciarsi trasportare dagli ormoni e dall'emozione del momento. Lo so molto bene, ma non permetterò che questo...". Fa un gesto rapido con la mano per indicare il fisico marmoreo di Lip "...si intrometta tra Julianne e i suoi sogni".
Il mio cervello avanza delle ipotesi sull'evento successivo. Mi aspetto che proibisca a Lip di uscire con Julianne o che gli vieti di passare del tempo insieme da soli o che addirittura lo bandisca dalla vita della figlia.
Il mio cervello immagina perfino uno scenario in cui April sfila da sotto il grembiule un mitra e svuota il caricatore nel petto del mio amico.
Niente è però paragonabile a quello che fa davvero.
April prende la banana che aveva confiscato al figlio, infila la mano nella tasca, estrae un profilattico e li poggia entrambi davanti a Lip. "Fammi vedere che lo sai mettere come si deve e smetto di torturarti".

Julianne strilla così forte che i vetri della sua stanza tremano. "Ti ha fatto fare che cosa?!".
Lip ridacchia sdraiato sul suo letto. "Mi ha fatto mettere un preservativo su una banana".
Spalanca la bocca emettendo un suono che ricorda spaventosamente Godzilla. "Mamma!".
Lip le molla un colpetto sul ginocchio. "Non la sgridare, è stato divertente".
"Divertente? Ma sei fuori di testa?". Mi lancia un'occhiata di fuoco. "E tu non hai fatto nulla?".
Alzo le spalle, inerme. "Mi ha colto completamente alla sprovvista, non sapevo davvero cosa fare".
Si infila le mani tra i capelli. "Oh, mio Dio".
"È stata una bella cosa" esala Lip con tranquillità.
Julianne sembra sul punto di strapparsi i capelli uno ad uno. "Su quale pianeta?".
"È stata fantastica, se ci pensi. Poteva impedirmi di starti intorno o farci una paternale sul sesso; invece, si è solo assicurata che fossi al sicuro e che io non ti metessi in qualche guaio. Vuole sono il meglio per te".
Jay inarca un sopracciglio scuro. "Da quando sei così...adulto?".
Lui scuote le enormi spalle. "Eh, che ne so. Tua madre mi ha fatto mettere l'impermeabile a una banana, potrei avere un danno cerebrale permanente".
Jay finalmente si lascia scappare una risata scuotendo la testa. "Verrà a me un danno cerebrale. Perché non le hai detto che non stiamo insieme?".
È un sollievo sentirla ridere. È stata una settimana tremenda per lei, sono davvero felice che si senta un po' meglio.
"Sì, certo. Pensa cosa sarebbe successo se le avessi detto che il discorsetto serviva ad Aaron e non a me".
Julianne fa un smorfia. "In effetti".
Un brontolio basso e cupo origina dallo stomaco di Julianne.
Lip sogghigna. "Tutto questo parlare di banane ti ha fatto venire fame?".
Gli molla un colpo sul braccio. "Spiritoso".
Ridacchiando rotolo giù dal letto. "Vado a prendere qualcosa da mangiare".
"Julianne ha voglia di banana" esala Lip mentre esco dalla stanza.
La sua frase idiota e seguita da un colpo sordo. "Ahi!".
"Scusa, cercavo di sistemare il danno cerebrale".
"Così lo rendi permanente".
"Sarebbe comunque un miglioramento".
Scendo le scale sghignazzando e mi avvio verso la cucina. La voce di papà è così stizzita da far oscillare la porta.
"Si può sapere a cosa stavi pensando? Ti sembra un discorso da fare?".
"Voglio che i miei figli siano al sicuro" ribatte April.
"Possono essere al sicuro in altri modi" brontola papà "Come l'astinenza, per esempio".
April sbuffa. "Julianne ha quasi diciotto anni, Jim. Cerchiamo di essere realisti. Ti ricordi com'era alla loro età?".
"Vividamente" mormora piccato. "Mi stavo preparando per il college. Tu, invece?".
C'è un rumore sordo, come di una ciotola che sbatte contro tavolo. "Cosa vorresti insinuare?".
"Sei tu il loro esempio, da chi credi che abbiano percepito che questo comportamento lascivo sia la scelta migliore?".
"Lascivo?" squittisce.
Papà sbuffa. "Oltretutto, Julianne è ancora in punizione".
"Non lo è più, le ho detto io che è finita" asserisce fermamente April.
"E per quale ragione lo avresti fatto?".
April abbassa e indurisce il tono di voce. "Perché è stata male e ha bisogno dei suoi amici, perché due mesi per una stupida festa sono allucinanti e soprattutto perché è mia figlia e decido io come educarla. Guarda, te ne ho date tre di ragioni".
Mi infilo in cucina con un guizzo rapido, sperando che la mia presenza metta fine a questo stupido battibecco. Si girano entrambi a guardarmi. Papà ha il viso rosso come un pomodoro e le mani strette lungo i fianchi.
April rilassa la bocca e abbozza un sorrido. "Hai bisogno, tesoro?".
"Sono sceso per prendere qualcosa da mangiare".
"Vi porto io su qualcosa in un attimo" asserisce dolcemente.
Il sottotesto è chiaro, perciò torno da dove sono venuto.
È la prima volta che li sento litigare in questo modo. April ha sempre dato ragione a mio padre, anche quando aveva palesemente torto. È come se qualcuno l'avesse svegliata e lei finalmente stesse iniziando a notare le loro differenze.
Risalgo le scale ancora percependo parzialmente il brusio di una discussione accesa provenire dalla cucina. Non credo troveranno un terreno neutrale molto presto.
"Sei proprio scemo, qualcuno te lo ha mai detto?" ridacchia Julianne brandendo il cuscino e colpendoo Lip in faccia.
"Era una domanda legittima" ribatte Lip alzando le braccia per difendersi.
"Il tuo cervello bacato è legittimo".
Lip in risposta le infila le dita nei fianchi, facendole il solletico. Julianne sghignazza senza controllo rotolando sulla schiena.
"Non costringermi a farti vedere la mia ferita sanguinolenta" mormora tra una risata e l'altra.
Lip allontana le mani. "Giochi sporco".
Si rimette seduta tra i cuscini con il sorriso più rilassato e luminoso delle ultime due settimane e il suo sguardo incontra il mio.
È felice e si sente meglio, dovrei essere entusiasta che Lip sia così di aiuto. E lo sono, davvero, però c'è comunque una parte di me che si chiede come sarebbe se fossi Lip.
Come sarebbe se fossimo come le coppie normali?
Funzioneremmo lo stesso o questa bollicina in cui ci nascondiamo funziona solo perché è al di fuori della realtà?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 30, 2022 ⏰

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