Sono un mostro?

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Genere: avventura
Numero parole: 1947

Era l'8 luglio 1947: erano passate esattamente due settimane e un giorno dal 24 giugno. Quindici giorni sono pochi, ma già tutto il mondo discuteva sullo strano fenomeno. Poi ovviamente solo alcuni ci credevano, ipotizzando le teorie più assurde per dare una spiegazione logica. Gli altri non facevano altro che sparlarne nel modo più denigratorio possibile, senza rendersi conto che così non facevano altro che incrementare la fama dell'avvistamento. Per alcuni commentare quell'insolito caso non era che un piacevole passatempo, restavano semplicemente lì a chiacchierare di faccende che in realtà non trovavano neanche interessanti: era solo un'inutile scusa per distrarsi dalla vita quotidiana e noiosa. C'era poi chi si documentava solo per far bella figura davanti a personaggi importanti, e chi invece giurava di averli intravisti pure lui. Ma nessuno aveva realmente visto gli UFO, volevano solo attirare l'attenzione su di sé: nessuno voleva aspettare all'ombra in un mondo in continuo movimento.

Da quando il giovane pilota statunitense (l'unico ad averli visti davvero) aveva avvistato nove dischi volanti che fluttuavano nel nulla, molti di punto in bianco si erano messi a fotografare il cielo e a disegnare sulle foto più sfocate quel microscopico scarabocchio nero con la forma tonda e allungata.

Poi, il pomeriggio dell'8 luglio, il giovane contadino che abitava nella cittadina di Roswell era arrivato e l'aveva vista: la prova inconfutabile dell'esistenza degli UFO. Perché sì, quello che aveva davanti a sé era una di quelle strane navicelle spaziali usate dagli alieni. E pensare che lui non ci aveva mai creduto! E se ci fosse stato un alieno? Eccolo lì! Non era certo ridotto bene, poveretto...

Dopo un solo giorno già quello era conosciuto come "caso Roswell". Ma nessuno aveva visto il corpo dell'alieno, nessuno era sicuro della sua esistenza. E come con il primo avvistamento degli UFO, un giorno di shock, una settimana di stupore, un mese di pettegolezzi, un anno di teorie, e poi nulla. Si tornava alla vita di prima. Ovviamente c'erano i fanatici, convinti che gli alieni li volessero attaccare, ma in fondo nient'altro, non c'erano prove. E poi sinceramente, a nessuno piaceva parlare di qualcosa di così misterioso e inspiegabile, che avrebbe fatto scervellare e mettere in ridicolo anche il più intelligente degli scienziati. In fondo loro avevano altre cose a cui pensare, il loro mondo stava morendo, e non ne avevano altri in cui andare a vivere.

32 a. (24 giugno)

Oggi ho deciso di iniziare a preparare il mio piano. Sulla Terra si parla di noi, e dei nostri UFO (come li chiamano loro). Non posso che esserne felice. Più loro imparano a conoscerci, a temerci, più sarà facile per noi spazzarli via. All'inizio pensavo di poter convivere con loro, non doveva essere così terribile. Ma loro già ci reputano dei mostri, tanto vale comportarci come tali. Purtroppo questo significa che dovrò violare le leggi che il mio stesso popolo mi ha imposto. Ma non posso continuare a sentire cretinate del genere. I nostri primi due mondi sono morti a causa nostra e del nostro inquinamento, non possiamo continuare a vivere sulle navicelle per sempre. La Terra mi sembra il pianeta perfetto in cui vivere, ma le autorità ci vietano di attaccarla. Secondo loro occorrerebbe troppa energia per mandare via gli umani e, dal momento che l'energia viene estratta direttamente dai nostri corpi, genererebbe troppi morti per ottenere in cambio solo un pianeta, per di più già mezzo distrutto dai proprietari. A me restano solo pochi millenni da vivere, ma ho un figlio, e anche se non potrà vivere sulla Terra per sempre non importa. Io attaccherò quel mondo, questo è il momento ideale. Loro ci conoscono, molti hanno paura di noi. E questo non può che giocare a nostro favore.

36 a. (28 giugno)

Ho iniziato a radunare nella mia navicella coloro che la pensano come me, i cosiddetti "ribelli", chiamati così dalle autorità. Siamo pronti a rischiare la vita, ad usare fino all'ultimo goccio di energia per prenderci la Terra. La nostra razza si sta pian piano estinguendo, e le autorità non potranno ucciderci con così tanta disinvoltura. Sono stato nominato capitano dai ribelli e ne sono felice. Sono orgoglioso di quello che stiamo organizzando, e sotto il mio comando la missione non potrà che riuscire. Dobbiamo solo trovare l'attrezzatura adatta e finalmente attaccheremo la Terra.

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