Capitolo 4

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La mia sveglia inizia a suonare.
Sta per cominciare una nuova settimana di scuola e dopo la festa di sabato non ne ho per niente voglia.

Prima di tornare a casa Giacomo ha cercato di baciarmi almeno 4 volte, ma sono riuscita ad evitare che accadesse. Sono 2 anni che lo bacio. Qual è il mio problema ora?

Ieri mi ha chiamata un paio di volte e mi ha mandato una decina di messaggi ma non gli ho risposto.
Non perchè me lo avesse detto quel ragazzo ma perché mi sento strana, diversa.

Sabato sera, dopo essermi cambiata, alla festa l'ho rivisto. Stava parlando con i suoi amici. Così ho iniziato a parlare con Alice. Quando siamo saliti in macchina per tornare a casa mi sentivo vuota. E più ci allontanavamo dal bosco e da lui più quella sensazione di incompletezza aumentava.

E non se nè ancora andata. Sono stata tutto ieri con questo peso sul petto e speravo che oggi mi sarebbe passato, ma non è così.

Mi alzo, mi lavo i denti e la faccia, mi vesto con una maglia over-size nera e dei jeans attillati blu, mi pettino, faccio colazione ed esco. Salgo sull'autobus dove, guardando fuori dal finestrino, inizio a riflettere.

Come ha potuto quel ragazzo affermare che io appartenga a lui? Ma soprattutto: come ho potuto io farmi trattare come se appartenessi a lui?

Era una sensazione strana, la mia coscienza continuava a dirmi di prenderlo a pugni e scappare ma il mio corpo e il mio cervello non obbedivano. Erano completamente sottomessi dal suo profumo e dal suo tocco. Mi sentivo come se fossi in paradiso, come se tutto il mondo fosse sparito, come se le sue braccia fossero il posto per me.

Chissà come si chiama. A pensarci bene neanche lui ha chiesto il mio nome. E pretende pure che io ascolti il suo ordine di non uscire con il mio ragazzo? Povero illuso. Io non mi faccio comandare da nessuno.

L'autobus si ferma e io mi dirigo a scuola, dove Giacomo e Alice mi aspettano. A ogni passo che faccio verso la scuola questa orribile sensazione di vuoto che ho da dopo la festa sparisce. Non riesco a spiegarmelo.

Quando finalmente vedo la mia amica la saluto con un abbraccio e, decidendo di ignorare il ragazzo senza nome, do un bacio a stampo a Giacomo. Grosso errore. Appena le nostre labbra si toccano sento un dolore lancinante che parte dal petto e si estende in tutto il corpo. È come un peso sui polmoni. Mi manca l'aria. E non di certo per il piacere. Mi stacco bruscamente da lui e quel dolore sparisce.

Mi sembra di sentire ringhiare, ma sono troppo sconvolta per darci importanza. Dio, era un male insopportabile. Sto riprendendo fiato come da dopo una corsa.

"Ehi amore, tutto bene?"
"Cos'è successo? Giacomo ha un brutto alito?"
"Tranquilli, è tutto ok. Solo un piccolo capogiro"
"Sicura?"
"Si"

Suona la campanella e noi andiamo in classe.
Le lezioni passano lentamente ma finalmente anche l'ultima ora è finita.
Saluto gli altri e mi avvio verso la fermata. Mi sento molto meglio rispetto a ieri. Quel vuoto opprimente se nè andato e per qualche ragione sono più felice del solito.

Mentre cammino mi sento osservata. A dire il vero è tutt'oggi che mi sento osservata ma ogni volta che mi guardavo attorno non vedevo nessuno quindi ho lasciato perdere.

Qualcuno mi prende il polso. Non ho neanche bisogno di guardarlo. Questo profumo appartiene a una persona sola. La mia pelle si infiamma sotto al suo tocco. Mi volto per vederlo in faccia. È bellissimo. Anche se mi sembra arrabbiato.

"Vedo che non mi hai ascoltato quando ti ho detto di stare lontana da quel tipo"
"Perchè avrei dovuto ascoltare un ragazzo di cui non so nemmeno il nome?"
"Mi chiamo Alexander"

Alexander. Che bel nome. È musicale. Gli si addice.

"Io sono Arianna"
"Lo so"
"Come lo sai?"
"Questo non ha importanza. Piuttosto dimmi perché non mi hai dato retta"
"Perchè non prendo ordini da nessuno. Soprattutto se sono ordini senza senso"
"In ogni caso io ti avevo avvertita che se non mi avessi ascoltato avrei usato altri metodi"
"Altri... metodi?"

Si accovaccia all'altezza della mia pancia e mi carica sulla sua spalla come fossi un sacco di patate.
"Ma che fai? Sei impazzito? Mettimi subito giù!"

Continuo a colpirlo ma lui sembra impassibile ai pugni che gli tiro sulla schiena. Inizia a camminare e, quando si ferma, apre lo sportello di una macchina e mi ci butta dentro.

"Ora vieni con me"

The Alpha's GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora