Capitolo 7.

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Ieri sera, dopo aver cenato, ho riletto il messaggio di Alex e mi sono addormentata sorridendo per il nomignolo che mi aveva dato.

È appena finita l'ultima ora di scuola. Prima di raggiungere Alex all'uscita, faccio una tappa davanti ai bagni dove ho chiesto a Giacomo di incontrarci. Il corridoio è deserto, sono già corsi fuori tutti.

"Hey amore" mi saluta lui
"Ciao, come va?"
"Bene e tu?"
"Bene"
Prendo un respiro profondo.

"Dovrei parlarti di una cosa"
"Dimmi"
"Io tengo moltissimo a te e questi due anni passati insieme sono stati fantastici ma ecco... non me la sento di continuare"
Butto fuori tutto ad un fiato e quando termino il breve discorso vedo la sua faccia farsi sconcertata.

"Tu mi stai lasciando? Mi stai lasciando! Perché?"
"Io ci tengo a te ma in questo momento riesco a vederti solo come un amico"
"Un amico, certo" fa una risata amara poi attraversa il corridoio voltandomi le spalle ma, quando si rigira, il suo sguardo da affranto diventa feroce. Una ferocia che non gli avevo mai visto addosso.

"C'è un altro vero?"
"Cosa? No!"
Si avvicina con fare minaccioso e appoggia le mani ai lati della mia testa intrappolandomi tra lui e il muro.
"Non mentirmi! Dimmi chi è!" Urla in preda alla collera.

"Giacomo smettila! Stai dando di matto"
"Io dare di matto?" continua ad urlare e batte il pugno destro sul muro a pochi centimetri dalla mia faccia.
"Ti prego calmati. Mi fai paura"

I miei occhi diventano lucidi e le mie gambe tremano come gelatina. Mi appoggio al muro per non cadere.
Lui continua a guardarmi minaccioso.

"Adesso basta"
La sua voce, lui è qui. In tutta la sua bellezza. Il suo profumo si espande nell'aria e migliaia di farfalle iniziano a svolazzare nel mio stomaco nell'avere davanti questa visione paradisiaca.
Tutta la paura che provavo si è come dissolta perché so che se sono con lui non mi succederà niente.

"Tu saresti?"
"Alexander. E tu stai importunando la mia compagna"
"La tua... compagna?"
Giacomo ha un'espressione confusa e infastidita.

"Sì la mia compagna. Da cui ti conviene allontanarti subito"
"Ma bene! Allora non mi sbagliavo quando dicevo che c'era un altro, eh? Puttana bugiarda"
È tempo di un secondo. Alex prende Giacomo per il collo e lo scaraventa dall'altra parte del corridoio. Poi afferra la mia mano.
"Vieni piccola, andiamocene"

"Ma lui..."
"Lui sta bene. E in ogni caso non è un tuo problema"
"Sì ma..."
"Niente 'ma'. Andiamo"

Anche se insicura lo seguo all'uscita.
Prende il mio viso tra le mani e lo analizza preoccupato.

"Stai bene?"
"Di sicuro meglio di Giacomo"
"Bene"
"Non era necessario ricorrere alle mani"
Lui sbuffa.

"Se tu non fossi stata lì gli avrei fatto di peggio"
"Sei sempre così violento?"
"Solo con chi se lo merita"
"Lui non se lo meritava"
"Ha provato a farti del male"
"Era arrabbiato. L'ho lasciato improvvisamente, senza dargli nessuna spiegazione. L'ho ferito"
"Non aveva comunque il diritto di trattarti in quel modo"
"Sei insensibile"
"E tu sei esasperante. Ora sali in macchina e andiamo a mangiare"
"Sia chiaro, entro in auto solo perché ho fame. Non perchè me lo hai detto tu"

Alex mi guarda sorridendo, come se mi trovasse buffa. Faccio finta di niente, mi siedo e lui si mette al volante.

"Andiamo a casa tua?"
"No, c'è una panetteria in fondo alla strada. Prendiamo qualche pizzetta e parliamo"
"Vedo che hai già pensato a tutto"
"Come sempre"
"Sto morendo di fame"
"Abbi un po'di pazienza"

Mette in moto e poco dopo siamo di fronte al locale.
"Mademoiselle" dice lui in tono scherzoso mentre mi apre la portiera
"Merci Monsieur"

Quando supero la soglia l'odore di pane appena sfornato mi investe e il mio stomaco brontola in segno di apprezzamento.

Abbiamo ordinato un paio di pizzette a testa e, dopo che Alex ha pagato, siamo venuti a sederci su una panchina fuori, di fianco alla porta.

Inizio a mangiare e questo magnifico sapore riesce a distrarmi dai sensi di colpa che provo.

"Allora, come posso saziare la tua fame di curiosità oggi?"
Mando giù il boccone che ho in bocca e inizio con la prima domanda.

"Chi sono gli altri?"
"Nel mio branco ci sono un centinaio di beta. Ma non devi preoccuparti di conoscerli tutti. Quelli di cui più mi fido sono Christian, Michael e Lila"
"Perchè? Che cos'hanno di speciale?"
"Li conosco da un centinaio di anni e so che non mi tradirebbero mai"

Rimango a bocca aperta a fissarlo stupefatta.
"D-da un centinaio di anni?"
"Si..."
"Quanti anni hai?"
"Quest'anno ne compio 149"
"Wow... ok. Avrai un bel po' di ex dietro"
"Sono stato con alcune ragazze, ma nulla di serio"
"Lo dici come se fossero oggetti"
"Forse lo erano. Insomma un alpha dovrà pur divertirsi. Ma, in ogni caso d'ora in poi non ne avrò più bisogno"
"Ah no?"
"Non se tu sei al mio fianco"
Risponde dolcemente lui facendomi l'occhiolino.

The Alpha's GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora