Capitolo 16.

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Spalanco la bocca alla notizia e guardo il mio compagno con preoccupazione.
"Questo vuol dire che loro possono farti del male?" Chiedo balbettando.
Il respiro mi mi si blocca in gola e gli occhi si riempono di lacrime a quel pensiero.

"Hey no" risponde lui con sguardo addolcito mettendomi una mano calda sulla guancia "non sono riusciti a uccidermi in tutti questi anni e non ci riusciranno nemmeno adesso. Ti prego non piangere"
Annuisco anche se non sono molto convinta.
"Torniamo dagli altri. Non hai nulla da temere"
"Tu starai attento vero?"
"Si"
"Promettimelo"
"Ti prometto che starò attento"

Mi da un veloce bacio sulla fronte che in un qualche modo riesce a rassicurarmi.
Prendo un profondo respiro e reprimo le lacrime.
"Bene ora possiamo andare dagli altri"
Senza pensarci gli prendo la mano.
Un piccolo sorriso si forma sul mio volto nel vedere le nostre dita intrecciate mentre raggiungiamo mia sorella e il suo ragazzo.

"Oh, eccovi" afferma scrutandoci Gaia "È tutto ok?"
Ah, se solo tu sapessi. "Sì tutto ok" le rispondo tranquillamente.
"Allora, che vi va di fare?" Domanda Samuel.
"Io avrei voglia di gelato" propone mia sorella.
"Allora andiamo a prenderlo. Per voi va bene ragazzi?" Chiede il suo fidanzato guardando me e Alex.
"Si, certo" confermo.

Ci incamminiamo verso la gelateria più vicina e ognuno di noi prende i suoi gusti preferiti. Ovviamente i ragazzi hanno pagato anche per noi ragazze nonostante le nostre lamentele e poi ci siamo seduti ai tavolini di fianco al bancone.
Samuel è simpatico e sembra anche tenere molto a mia sorella. Ma a quanto pare Alex non la pensa allo stesso modo infatti lo guarda in modo scettico.

A un certo punto sul solito canale acceso sul mini televisore della gelateria inizia un documentario sui leoni e decidiamo di guardarlo. Dopo dieci minuti un cacciatore spara a un adulto di loro ma per pietà decide di risparmiare il cucciolo.

"Se fossi stato in lui avrei ucciso anche il piccolo" esclama Samuel convinto.
Ci giriamo tutti verso di lui e nessuno presta più attenzione allo schermo.
"E perché scusa?" Chiede Alex guardandolo male.
"Perché è una bestia. Che uccide creature più deboli di lui per soddisfare i suoi bisogni"
"È soltanto un cucciolo"
"Resta comunque un predatore. Non importa quanto all'apparenza sembri carino ed innocente, rimarrà sempre un assassino. Non uccidendolo quel cacciatore ha condannato centinaia di zebre e antilopi che un domani incroceranno quel mostro"

Alex è furente ma cerca di non darlo a vedere. Ho come la sensazione che stia prendendo la faccenda sul personale, come se Samuel stesse parlando di lui.

"Oppure il mostro, come lo chiami tu, non farà del male a nessuno perché riuscirà a gestire i suoi impulsi"
"Impossibile è un predatore, non ha pietà per nessuno"
"Mi dispiace contraddirti ma..."
"Smettetela voi due!" Sbotta mia sorella "È solo uno stupido leone, chissene frega! State litigando per una sciocchezza"

I due sembrano darsi una calmata. Il mio compagno lancia uno sguardo assassino al ragazzo di Gaia che però è troppo preso a guardare quest'ultima per accorgersene.
Mi sporgo verso l'orecchio di Alex e gli sussuro:
"Per quel che mi riguarda avrei lasciato vivo quel leoncino, anzi non avrei ucciso nemmeno l'adulto"

Lui punta i suoi occhi scuri nei miei per vedere se sono sincera e alla fine mi sorride teneramente come per ringraziarmi di qualcosa a me sconosciuto.

Il suo viso è a pochi millimetri dal mio e il mio sguardo cade sulle sue labbra perfette mentre sento il suo respiro e il mio diventare un tutt'uno. Il cuore minaccia di uscire dal torace e so che lui può sentirlo.

"Andiamo ragazzi vi sembra il caso? Ci sono dei bambini li dietro" esclama Gaia interrompendo quel momento.
"Si, scusate" sussuro imbarazzata.
Per un attimo mi ero dimenticata che fossimo in presenza di altre persone in un luogo pubblico.

Sentiamo delle risatine provenire dall'entrara e poi fanno il loro ingresso due ragazze, mie compagne di classe, Nicole e Clary. Sono simpatiche ma non hanno molte amiche data la loro tendenza a provarci con tutti i ragazzi carini, fidanzati e non.

Mi vedono e si avvicinano al nostro tavolo.
"Ciao Ari, come stai?" chiede Nicole.
"Bene e voi?" Non ho molta voglia di parlare con loro in questo momento "Benissimo. Ma dicci, chi è lui?" Domandano facendo un sorrisino ad Alex che è rimasto immobile a guardarle.
Istintivamente gli afferro la mano in segno possessivo cosa che lo fa sorridere.

Ma quelle due non demordono e decidono di rivolgersi direttamente a lui. Pronto? C'è anche un altro ragazzo al tavolo perché non andate da lui?
"Allora come ti chiami labbra d'oro?"
Labbra d'oro? Ma questa chi si crede di essere? La mia mano stringe ancora più forte quella di Alex, il suo sorriso divertito si allarga e io mi irrito ancora di più.

"Alex" risponde tranquillo. E dopo un paio di secondi aggiunge "voi?"
Cosa? Mi prende in giro?
Poi si gira e mi sorride. Sì divertiti finchè puoi. Dopo te la faccio passare io la voglia di sorridere.

"Io sono Clary e lei è Nicole" risponde una appoggiando le mani sul tavolo e avvicinando le tette alla faccia del mio compagno, che ovviamente se la sta ridendo interiormente. Idiota.

"Piacere di conoscervi" afferma Alex.
E no, ora basta.
"Si, sono sicura che sia stato per lui un vero piacere conoscervi ma purtroppo abbiamo un impegno, infatti stavamo proprio per andarcene"

Alex mi guarda con un espressione interrogativa
"E dove dobbiamo andare scusa?"
Avanti Arianna inventati qualcosa.
"A comprare il carica batterie. Sai no che il mio si è rotto"
Riprende a sorridere. Deve aver capito che sto mentendo e che voglio solo allontanarlo da quelle due.

"Oh già, il carica batterie. Ma come ho fatto a dimenticarlo?" Dice Alex come per prendermi in giro. "Ci conviene muoverci" aggiunge.
"Esatto"
"Allora andiamo" si alza e io faccio lo stesso. Le ragazze ci guardano interrogative e anche Samuel mentre mia sorella, che mi conosce, ha capito e se la ride.

Non sono mai stata gelosa. Anche perché non ne ho mai avuto motivo dato che nessuna ragazza ci ha mai provato con Giacomo. Lo reputavano carino ma non abbastanza da volerci uscire. Evidentemente con Alex è tutta un'altra storia dato il suo fisico, le sue labbra, i suoi capelli e tutte le altre parti del suo corpo assolutamente irresistibili.

Salutiamo tutti e usciamo dalla gelateria. Io tengo lo sguardo basso imbarazzata mentre lui mi guarda divertito. Finché non ne posso più.
"La smetti di ridere di me perfavore?"
"Sei buffa" si giustifica lui
"Perchè?"
"Perchè sei talmente gelosa che ti sei scordata che io non posso sfiorare nessuna che non sia tu"

Si, forse me ne ero dimenticata.
"Però potresti comunque amare un'altra" controbatto.
All'improvviso si fa serio.
"Ti ho detto che l'amore non fa per me quindi no, non amerò nessun'altra e non amerò te"
Ed è in momenti come questo che ti rendi conto che la frase "la veritá fa male" non potrebbe essere più vera.

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