Quel posto

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Mi svegliai di soprassalto affannata, era già mattina.
Uscii dalla stanza pronta a vivere un'altra delle solite giornate... Andai verso lo spazio relax delimitato dalle solite poltrone squallide e mi misi a osservare fuori dalla finestra, l'edificio era affacciato su un patetico campo da tennis deserto, sempre più bello di questo stupido ospedale...
Sentii pronunciare il mio cognome, era l'ora delle pillole, di solito non le prendevo veramente:le sputavo una volta andata al bagno, non permettevo a quei mostri subdoli di manipolarmi il cervello...
Solite giornate, solita routine.
Me ne andai fuori a sedermi sulla solita panchina a guardare quei pochi alberi che avevano fatto crescere per rendere quel centro di recupero il più umano possibile, solitamente quasi nessuno andava fuori, eccetto me. Non mi piaceva stare all'interno a subirmi gli psicologi che sapevano fare sempre e solo le stesse domande:"perché l'hai fatto?" Oppure, la più celebre:"non faceva male mentre lo facevi?" Tagliarsi alla fine era il male peggiore, ma loro non possono capire...
Sentii il suono delle ambulanze, significava solo una cosa: qualcuno di nuovo... I medici corsero fuori con una barella e presero il ragazzo nuovo, la troppa confusione mi costrinse ad andarmene e allora tornai dentro.

The last time i saw himWhere stories live. Discover now