Vengo rapita da mio fratello durante una rissa

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Ciao a tutti il mio nome è Abigail, Abigail Brown e da quando mi hanno adottata sedici anni fa, sono tenuta d'occhio

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Ciao a tutti il mio nome è Abigail, Abigail Brown e da quando mi hanno adottata sedici anni fa, sono tenuta d'occhio. Non fraintendetemi, non ho fatto niente di male è solo che... da quando sono stata adottata mi sento sempre come se qualcuno mi osservasse, mi spiasse o detta in un'altra parola che mi stalkerasse. Forse è solo perché non ho mai conosciuto il signor Brown, il mio padre adottivo, che siccome è sempre impegnato non è mai a casa e quindi ho sempre avuto l'impressione che lui si occupasse di me da lontano, ma in ogni caso mi sono sempre sentita così. Il primo giorno di scuola di due anni fa, mi sentì ancora più stalkerata del solito. Immagino che vi starete chiedendo come mai non chiamo mio padre per nome, ebbene nessuno ha mai osato dirmelo, come se fosse una persona altamente pericolosa (come Voldemort!). Infatti nessuno ha mai voluto descrivermelo. Fin da piccola ho sempre vissuto con i miei zii, Callie Brown e Burton Smith, che si sono sempre presi cura di me nel migliore dei modi. Lei è molto dolce e gentile, lui un po' severo e duro con tutti, ma in fondo ha un cuore tenero. Non fategli sapere che ve l'ho detto o saranno guai! Comunque torniamo a noi: il motivo per cui quel giorno mi sono sentita più stalkerata del solito, è dovuto al fatto che c'erano quattro studenti che per tutta la giornata mi guardavano in malo modo. Inoltre mio fratello maggiore li osservava a sua volta da lontano. Vi sembrerà strano ma lui vive a casa del signor Brown. I miei zii l'hanno sempre ritenuta una piccola peste e il signor Brown ebbe l'idea di dividerci quando ero ancora molto piccola, per evitare che si verificassero troppi litigi. Come al solito, mio fratello aveva la mano destra fasciata con un nastro rosso che gli ricopriva la mano dal polso fino alla prima falange di ogni dito. Di solito quando gli chiedevano "Come mai hai quella fasciatura?" rispondeva agli altri che era per colpa di un incidente senza aggiungere ulteriori spiegazioni. All'ora ancora non sapevo quanto era importante, ma questo lo scoprirete più avanti. Non è un tipo molto socievole, ma piuttosto solitario e riservato, infatti è sempre vestito di nero e indossa sempre un cappuccio quasi per nascondersi  da qualcuno o da qualcosa. Mi chiedo come faccia a sopravvivere d'estate, ma quelli sono problemi suoi e preferisco non intromettermi. Non abbiamo mai parlato e francamente se non fosse per il fatto che ogni giorno si fa l'appello mi dimenticherei perfino il suo nome: Edward Brown. In altre parole siamo come estranei. Nell'arco di tutta la mattinata non è successo niente di particolare eccetto che per una cosa: l'uscita da scuola. Mi stavo dirigendo verso l'autobus per tornare a casa come ogni mattina, quando...

<<Ehi tu bada a dove metti i piedi!>> disse uno degli studenti che dall'inizio della giornata, mi stava guardando in malo modo, con voce acida  e al quale per sbaglio avevo pestato un piede. Io ovviamente, siccome odio quando la gente si rivolge a me così ho risposto:

<<Badaci te piuttosto!>>. Il che fu una pessima idea perché lui si innervosì e fui circondata dagli altri tre ragazzi che mi guardavano male.

<<Hai fatto molto male a comportarti così>> continuò facendo scrocchiare le ossa delle sue dita.

<<Vediamo ora se sei chi stiamo cercando>> continuò lui e io mi sentì un po' confusa.

<<Di che cosa state parlando?>> chiesi io mi stavo preparando per difendermi.

Nessuno di loro mi rispose e avvicinarono le loro mani verso la mia fronte. Notai solo dopo che da quelle mani comparve un simbolo, ma feci finta di niente. "Magari è solo un tatuaggio che non avevo notato prima" pensai. Mi difesi ugualmente e pestai un piede a uno di loro e a un altro diedi un pugno in pieno stomaco che lo fece cadere a terra. Tutto sembrava che stesse tornando sotto controllo, quando uno mi diede un pugno dietro la schiena che mi fece cadere a terra. Mi girai subito a pancia in alto e lo colpì in mezzo alle gambe con un calcio. A quel punto, due di loro cercarono di tenermi ferma bloccandomi le braccia, ma io riuscì a liberarmi. Poco dopo spuntò davanti a me un ragazzo incappucciato seduto su una moto mentre gli altri si stavano rialzando.

<<Sali>> mi disse nel frattempo e senza pensarci gli diedi ascolto. Solo dopo mi accorsi che era mio fratello e appena fui pronta, sfrecciò via come un razzo.

<<Stai bene?>> chiese lui.

<<Non sono affari tuoi comunque sì>> risposi io.

Subito dopo mi girai di spalle e mi resi conto che quei bulli ci stavano inseguendo ed erano molto veloci, più veloci di una persona normale.

<<Ma come diavolo fanno?>> dissi io.

<<Non sono comuni mortali>> rispose Edward come se niente fosse.

<<Che cosa?>> chiesi io, ma lui non rispose e a un certo punto, alzò la mano destra in avanti guidando quindi con una mano sola. Davanti a noi comparve una spirale d'acqua.

<<Reggiti forte>> continuò lui.

Ci avvicinammo sempre di più a quella spirale fino ad entrarci dentro esattamente un secondo prima che queli bulli ci raggiungessero. Subito dopo la spirale si dissolse e noi con esso.


Più tardi mi risvegliai sdraiata a terra da un'altra parte.

<<Vedo finalmente che ti sei ripresa>> disse Edward in piedi davanti a una scrivania mentre metteva a posto qualcosa dentro a un cassetto.

<<Dove sono?>>

<<Sei a casa mia ovviamente, se fossimo andati a casa tua ti avrebbero trovata e uccisa>>

<<Ehm... non sono sicura di capire>>

Lui si girò verso di me stranito.

<<Ah già è vero non lo sai... tu non sei un essere umano>>

<<Ah sì e cosa sono un extra terrestre?>>

<<No sei... è quello che sto cercando di scoprire>>

<<Speri davvero che io me la beva?>>

<<Beh ti ho salvato la vita da quei mostri aprendo un portale d'acqua: scusa se ti sembra poco>>

<<Mostri? Quelli erano ragazzi  e comunque avevo la situazione sotto controllo: non avevo bisogno di te>>

<<Grazie dell'aiuto Edward>> commentò lui ironico poi continuò.

<<Ad ogni modo, secondo te quelli erano ragazzi? Penso che tu devi fatti aggiustare la vista mia cara>>

<<Non chiamarmi cara>> risposi io irritata.

<<Ok, tranquilla... comunque sia, penso che abbiamo molto di cui parlare>>


Magic Il dominio dell'ombraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora