Torno a casa correndo, scappando verso la mia stanza in lacrime. Sto piangendo, sono scoppiata, non ce la faccio più. Quando è troppo è troppo.
Mi butto a pancia in giù sul mio letto e mi sfogo piangendo sul mio cuscino.《Ehi, che è successo?》Ecco, a quanto pare mamma ha sentito che stavo scappando piangendo. Non è la prima volta che succede però di solito i miei sono al lavoro, oggi stranamente mamma è a casa.
《Niente má, niente...》
《Senti, non sono nata ieri e so che c'è qualcosa. Parla con me, potrei aiutarti a trovare una soluzione oppure semplicemente potrei consolarti》È arrivato il momento...
Mi alzo dal letto e mi siedo per parlare faccia a faccia con mia madre.
《Elena mi ha preso in giro facendomi credere di essere sua amica》
Elena era l'unica amica che avevo in questa scuola e scoprire che era tutta una finzione per guadagnarsi la popolarità mi fa stare male.《Tesoro mio, vieni qua》si avvicina e mi abbraccia cercando di consolarmi e io affogo i miei pianti nella sua spalla. Mi sento come quando ero piccola che
cadevo dalla bicicletta sbucciandomi il ginocchio e mentre ero a terra che piangevo dal dolore, lei veniva sempre in soccorso da me per vedere cosa era successo e vedendomi in lacrime mi abbracciava dicendomi che passava e che non era nulla e io la stringevo forte per poi ritornare a giocare. Mi sento così, come quando ero piccola. La differenza di dolore di un ginocchio sbucciato e di una delusione è inconfondibile. Quando cadi, ti fai male, piangi e subito dopo passa e te ne dimentichi e continui a giocare. Invece, quando scopri che l'unica amica che hai ti ha presa in giro per tutto il tempo facendoti illudere, è un dolore forte che difficilmente dimenticherai o peggio...
Conviverai col dolore.《Grazie mamma, grazie di essere stata con me》L'abbraccio di nuovo per ringraziarla.
《Di nulla figlia mia, se stai male parla con me, ti posso aiutare a fare qualcosa》Dopodiché lei se ne và e rimango sola nella mia stanza a pensare e cercare di capire dove ho sbagliato per meritarmi questo. Scocciata di stare sempre chiusa nella mia stanza a pensare che cosa sia giusto fare oppure no, decido di uscire e andare magari al parco.
《Má, vado a fare una passeggiata fuori!》
《Okay ma stai attenta!》grida dall'altra parte della casa.
Esco e cammino verso il parco del paese e camminando decido di comprare un gelato dato che siamo a fine Settembre e fa ancora caldo.
Arrivo alla gelateria e trovo un ragazzo che lavora come gelataio. Sul cartellino attaccato al grembiule verde che indossa, c'è scritto "Stefano" che sicuramente sarà il suo nome.
È abbastanza alto, capelli ricci biondo scuro e occhi color blu oceano. È abbastanza muscoloso ma non in modo eccessivo, sembra simpatico e buono a prima vista. Non è male se devo dire la verità anche se non mi fido più dei ragazzi perché tutti coloro che ho conosciuto sono stronzi oppure menefreghisti.
《Un gelato, grazie》sorrido cortesemente al ragazzo/gelataio.
《Che gusto?》mi guarda con quei occhioni color oceano e io m'incanto a fissarli che non mi rendo conto che m'ha fatto una domanda.
《Allora?! Che gusto lo vuoi il gelato!?》E meno male che a prima vista sembrava gentile e simpatico. Antipatico che non è altro, non è colpa mia se c'hai degli occhi belli da perderci dentro.
《Ehm... si scusa, nocciola e cioccolato.》rispondo imbarazzata. Dopo avermelo fatto il gelato, pago ed esco. Che figura! Potevo anche evitare di fissarlo in quel modo, ci mancava solamente la bava ed ero apposto.Cercando di dimenticare quella figura passeggio tranquillamente godendomi il mio ultimo gelato dell'anno, fino a quando mi trovo con il sedere a terra col gelato lì schiacciato per terra e noto un ragazzo affianco a me che è inginocchiato. Almeno lui non è caduto del tutto come me.
《Ma che cazz?!》esclamo riferendomi al ragazzo sconosciuto che m'è venuto addosso facendomi cadere il gelato che stavo godendo. Non è possibile però, manco un gelato in santa pace si può mangiare.
《Scusami, sono di fretta e non ti ho vista.》nel frattempo si alza e per farsi perdonare mi porge la sua mano per aiutare ad alzarmi e io l'accetto volentieri.
《Non ti preoccupare dai, può capitare》e dopo avermi aiutata, mi saluta con la mano e se ne va fino a quando, dopo due secondi, sento una botta forte e quando mi giro trovo sempre lo stesso ragazzo con la schiena a terra che sta per maledire il mio povero gelato che è ancora più schiacciato di prima dalla sua schiena. Sicuramente sará scivolato all'indietro. Vado verso di lui cercando di non ridere e lo aiuto ad alzarsi come ha fatto con me pochi secondi fa. Lo vedo che è infastidito e furioso, probabilmente deve andare da qualche parte ed è in ritardo.
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Never Say Never
RomansAngelica Graziosa, 17 anni, rimane sola quando l'unica amica che aveva, l'ha preso in giro. La vita cambia quando è costretta a cambiare classe, e da lì cominciano le sue avventure...