«Povera Jane... I ricordi sono tremendi, non è vero?».
Quella voce. L'avrebbe riconosciuta tra mille.«Che ci vai qui, Nightmare? Vattene».
«Andarmene? Dopo tutta la fatica che ho fatto per portarti qui?».
La ragazza lo fulminò con lo sguardo. Ora capiva cosa l'avesse spinta a tornare in quella casa. Perchè però?
«Sei entrato nella mia mente o cose del genere?» Chiese con amarezza.
Lui ghignò e avvolse le spalle di Jane con un tentacolo. «Una cosa del genere, ma immagino non fosse questa la domanda che volevi farmi, non è così?».
«Cosa vuoi?».
Si sentiva strana.
Non aveva paura, era solo annoiata dalla presenza di Nightmare. Voleva che se ne andasse, che non profanasse quel luogo pieno di ricordi.
«Ho notato che negli ultimi anni non hai più usato il potere che ti ho donato. Così mi offendi, lo sai?».
«E a te che importa?».
Lo scheletro non rispose subito.
La ragazza non aveva paura di lui e questo era un male. Non che la cosa lo avesse sorpreso, comunque.
Voglio la sua anima, ma non posso prenderla da solo se non si indebolisce.
Se la mocciosa non vuole usare il potere da sola...
«Vorrei che lo usassi, tutto qui» Disse alla fine.
«Puoi anche riprendertelo per quanto mi interessa. Mi ha causato solo problemi».
Lui ridacchió. «Infatti mi sono molto divertito, sai?
Ma ti converrà usarlo.
Quando facemmo l'accordo, anni fa, mi promisi che arresti usato il potere in modo distruttivo. Per uccidere.
Beh, non l'hai più fatto».
«Appunto. Non mi serve più. Ti ringrazio».
«Tu non hai capito. Devi uccidere, devi continuare a farlo. O morirai».
«Pazienza».
Nightmare sapeva che minacciarla non sarebbe servito. Lei non aveva paura, era rassegnata.
Lui però voleva la sua anima, la desiderava con tutto se stesso: avrebbe fatto qualsiasi cosa per ottenerla. Non poteva ucciderla. Non poteva farlo da solo.
«Tu lo userai. Punto. Non vorrai che faccia del male al tuo amico Kyle, non è così?».
Finalmente, con la soddisfazione del mostro, la ragazza spalancò gli occhi. Si staccò da lui, ma la melma nera che le avvolgeva i piedi la fece inciampare. Cadde.
«Non ha senso» Disse cercando di non far tremare la voce. «Tu mi hai dato questo potere e hai detto che se non lo usassi morirei. Mi hai ingannata, ma non m'importa di morire.
Cosa c'entra Kyle però? Cosa vuoi da lui?».
Nightmare sbuffò. Doveva trovare un senso a tutta quella bugia che stava inventando.
Lei deve usare quel potere. Questo la indebolirà e morirà...
«Il punto è, mocciosa, che tu hai una parte del mio potere e non voglio che vada sprecato con una stupida umana che ho sopravvalutato.
Voglio che lo usi, chiaro?
Kyle è l'unica persona che ti sta accanto. L'unica persona viva.
E tu non vuoi rimanere sola, non è così?
Quindi fai come mi hai promesso. Ormai sei una mia servitrice: se ti dico di uccidere, tu lo fai. Se ti dico di distruggere, tu lo fai.
Pensavo di aver trovato la persona giusta, qualcuno che mi rispettasse. Qualcuno che mi aiutasse a distruggere ciò che va distrutto. Mi sbagliavo.
Nonostante tutto però tu hai del potenziale. Quindi, se non vuoi che uccida il tuo amico, farai come ti ho detto. Hai capito?».
Annuì.
Bastardo. Sei un bastardo.
Lo fulminò con lo sguardo e Nightmare le sorrise.
«A proposito, buon compleanno».
L'odio negli occhi di Jane era quasi palpabile.
«Oh, andiamo... Ti ho evitato la morte, mocciosa. Non è un regalo meraviglioso?».
Il mostro scomparve.La trovò in corridoio, in lacrime, raggomitolata su se stessa.
Si chinò accanto a lei, ma non disse nulla. Non era bravo a consolare la gente, non l'aveva mai fatto. Non aveva mai visto Jane così.
Fu lei a parlare per prima. Sollevò la testa, gli occhi umidi e le gote arrossate.
«Sto bene» Disse solo.
Lui non le credeva, ma preferì non dire nulla. Conosceva bene Jane, sapeva quanto odiasse parlare si sé e di ciò che provava.
Si alzò e le porse la mano.
«Alzati. Devo ancora farti il regalo di compleanno».
«Che ci fai qui, Kyle?».
«Mi assicuro che tu non faccia cose stupide».
La ragazza si lasciò sfuggire un sorriso. «Troppo tardi».Non aveva paura. Non le importava del ricatto.
Avrebbe difeso lei Kyle; ne era in grado.
Non era la schiava di Nightmare e non voleva far del male a nessuno. Solo a lui, magari.
«Jane, tutto bene?».
«Eh? Cosa?».
«Stai bene?».
«Sì, certo!».
Kyle non sembrava molto convinto. «Mmmh... Oggi sono successe molte cose strane: hai pianto. Non lo fai mai. Hai sorriso. Non lo fai mai. E poi da quando siamo partiti non mi insulti, e tu mi insulti sempre. Che ti succede?».
«Niente, è solo che oggi sono felice. Cambiando discorso... Hai detto che vuoi farmi il regalo di compleanno» Disse socchiudendo gli occhi come un gatto.
«Sì, certo».
«E come credi di comprarlo?».
Lui sorrise. «A dire la verità... Non sei l'unica ad aver rubato soldi alla Jansons».
I due scoppiarono a ridere.
«Ok, ok. Cosa mi compri?».
«Di solito la gente in questi casi dice:" Ma no, non devi disturbarti!", o cose del genere».
«È vero. Ma io il regalo lo voglio, già che ti sei offerto».
Kyle sorrise e scompigliò i capelli all'amica, che era più bassa di lui di almeno dieci centimetri.
S'infilarono in una strada piena di negozi, lasciando che la vitalità della città li rapisse.Le scarpe, Dr. Martens bordeaux, erano eccezionali. Jane pensava di non aver mai posseduto nulla di così bello, se non forse il suo naso. Amava il suo naso all'insù.
Lo disse a Kyle, che rise. «Modesta la ragazza. Sono contento che le scarpe ti piacciano».
«Kyle, io... Non so che dire. Davvero, sono...».
«Non dire nulla, sul serio. È da quando ti conosco che nessuno ti ha mai fatto un regalo, così...».
«Oh, ma che tenero» Lo canzonò lei ghignando. In realtà era sincera.
Il cielo era tinto di rosso e striato di arancione quando i due tornarono in stazione.
Gli ultimi e potenti raggi della giornata facevano brillare le rotaie.
Erano sul treno quando successe una cosa inaspettata, forse la più strana e unica di tutte.
Jane buttò le braccia al collo di Kyle. «Questo è stato il più bel compleanno che abbia mai festeggiato».
Non aveva nemmeno finito di parlare, quando qualcuno le picchiettò ripetutamente sulla spalla.
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Under The Rain: Jane's story before falling (#wattys2017)
General Fiction«La parola "imbarazzante" non ti si addice. La parola "bella" invece è stata creata apposta per te». "E poi qualcosa scattò. Una rabbia, furia, talmente forte da farle dimenticare la paura. L'odio si impossessò di lei". La morte la perseguita, non...