Capitolo 8

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Lo seguo ed entro anche io nell'appartamento, guardandolo stupita mi chiedo: 'Ma con chi sta parlando?'. "Papiii" un urlo mi perfora i timpani. Mi congelo all'istante appena vedo un bambino, non più grande di 5 anni, correre fuori da una delle camere da letto. Misha si china verso di lui e lo solleva prendendolo tra le sue braccia. "Mamma" dice il piccoletto sporgendosi e allungando le sue braccine verso di me. Poi sento: "Mami!". Una seconda voce proviene dalla stessa camera da letto, dopo poco ne esce una bambina piccolina. Ha del rossetto spalmato su tutta la faccia, il che mi fa pensare: 'Per avere la faccia così rossa deve averlo consumato tutto!', ridacchio leggermente. Mi corre incontro mentre Misha cerca di bloccarla, "No, la mamma è ammalat-" non fa in tempo a concludere la frase che la bimba si è già incollata ad una mia gamba. Lascio cadere la coperta che avevo ancora sulle spalle e la prendo in braccio, 'Queste bestioline mi hanno appena chiamato mamma, sono sposata e ho anche dei figli!' realizzo. 'Una delle cose che non avrò mai nel mio mondo, impensabile per chi conduce una vita come la mia, da cacciatrice' mi ritrovo a pensare un po' rattristata. 'Ma adesso li ho!' cerco di cacciare via i brutti pensieri 'E questa bambina è così bella!'. Mi fiondo col viso sul suo collo per farle il solletico, ride divertita allentando la presa che aveva sul mio collo. "Siete rientrati presto oggi" Ignoro quasi del tutto la voce che pronuncia queste parole e rido insieme alla bambina che si dimenava tra le mie braccia. "C'è stato un incidente al lavoro" risponde Misha e alla fine alzo lo sguardo. Una donna sui sessant'anni stava in piedi di fianco al muro, si porta una mano al petto e dice: "Oh, spero che non sia successo nulla di grave". Le sorrido e rispondo: "Stiamo tutti bene, grazie". Mi avvicino a Misha e al bambino che mi aveva chiamato mamma. "Sono contenta" continua la donna guardandoci "Stavo giusto per preparare la cena, se volete resto e la preparo". Prendo anche il bambino dalle braccia di Misha e lo coccolo un po'. Nel frattempo penso: 'Cena? Ma che ore sono?'. Guardando fuori da una finestra vedo che è quasi buio, così dico guardando la donna: "No, ma grazie lo stesso. Posso prepararla io".

Preparare la cena è sempre stato qualcosa che avrei voluto fare. Nel mio mondo capita rarissimamente, poiché con i ragazzi non c'è mai tempo, ci sfamiamo solo con cibo spazzatura o preconfezionato. Quando capita di poter cucinare si tratta di qualcosa per Sam e Dean o singoli pasti solo per me. Ma questa volta è diverso, preparo la cena per la mia famiglia. "Baby, ti sei appe-" inizia Misha, ma lo interrompo subito. "Sto bene, lasciami preparare la cena, per favore" gli dico sfoderando i migliori occhi da cucciolo che potessi mostrare, in onore del maestro Sam. Misha sospira e annuisce; poi rivolgendosi alla donna, le mostra con un gesto della mano il portone e dice: "Va bene, ci vediamo domani allora". Dopodiché l'aiuta a mettersi il cappotto. Mi dirigo in cucina con i bambini che faccio sedere sul tavolo e chiedo loro: "Bene bene, cosa vogliamo mangiare per cena?". La piccolina batte le mani e urla: "Patate!". Mentre il bambino scuote la testa e grida: "Pasta!". Rido davvero di gusto mentre guardo i miei bimbi. Mi giro verso Misha che mi guarda con sguardo severo. "Dovresti riposare, cucinerò io" dice. "Se vuoi puoi aiutarmi" ribatto sorridendogli raggiante. "E poi oggi è la serata della pizza!" afferma come se me lo stesse ricordando. Poi sbuffa come un bambino, così gli sorrido, lo abbraccio e mi sollevo in punta di piedi per dargli un bacio sulla guancia. Mi irrigidisco un attimo e penso: 'Ma cosa cavolo sto combinando? Questa non è la mia famiglia, è la famiglia di qualcun altro. Ero così presa dal fatto di avere dei figli così teneri e con gli stessi occhioni di Cas, avere una casa, un marito e preparare la cena per loro. Tutto ciò mi ha fatto dimenticare che questa non sono davvero io. Loro non sono i miei marmocchi, e lui non è mio. E cosa più importante: lui non è Castiel.'. In ogni caso il sorriso che gli è appena apparso in viso fa sparire tutta la mia tensione. "Adesso io e questa piccolina andiamo a darci una ripulita e poi torniamo" dice Misha. Avvicinandosi alla figlia la solleva e inizia a ruotare su sé stesso, facendola ridere. Senza che me ne accorga sto sorridendo a questa visione. "Non strafare" dice questa volta rivolto a me, non appena smette di girare. Si piega verso di me e mi stampa un bacio in fronte, poi lo guardo uscire dalla cucina con la bambina. Il piccoletto fa un verso disgustato quando vede la scena, così lo prendo in braccio e cercando di punzecchiarlo gli chiedo: "Cos'era quella faccia, signorino?". Rifà la faccia disgustata di prima facendomi ridere. "Forza, tu avrai l'onore di aiutarmi con la cena" gli dico posandolo a terra e scompigliando i suoi capelli. Mi accorgo che mi piace fare la mamma, il solo pensiero che nel mio mondo non potrò esserlo e che questi bambini non esisteranno mai mi spezza il cuore.


Misha/Castiel x reader [ITA] (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora