Pov Krystal
Ho scoperto che la mia compagna di banco si chiama Stephane, ma io la chiamerò semplicemente Stefi.
La campanella è suonata da un po' e noi stiamo spettando che il professore arriva, ma un elfo ci informa che dobbiamo andare in palestra, perciò usciamo dall'accademia e incontriamo uno spazio all'aperto, pieno di erba e con qualche albero.
<<Finalmente siete arrivati! Vi stavo aspettando.>> Dice il professore.
Oltre alla mia classe ce ne sono altre. <<Un giorno alla settimana c'è il raduno della scuola, per vedere chi sarà l'alunno migliore delle prime, delle seconde e delle terze.>> Io sarò l'alunna più scarsa, visto che non so combattere come gli elfi.
<<Signori e signore, ecco a voi i precedenti vincitori!>> Vedo che al centro del prato si mettono tre elfi. Uno di loro è Darius, di 3° superiore, poi Stefi, di 1° e infine vedo un ragazzo piuttosto alto, con degli occhi castani e i capelli biondi, di 2° superiore appartenente ai Liósálfar.
<<Bene, ora vorrei farvi allenare in un modo un po' particolare. Le nuove arrivate, Krystal e Davina, combatteranno contro.. >> Sta facendo il sorteggio, ma vedo una risatina sotto i baffi di Jack. Avrà fatto qualcosa..
<<Krystal contro Jack e Davina contro Darius. Buona fortuna ragazze.. sopratutto tu Davina, anche se Jack è stato colui che ha fermato un esercito di robot.>> Come? Quale esercito di robot?!
<<Prima vai tu Krystal! Vediamo cosa sai fare, anche se sei un Liósálfar.>> Afferma dispiaciuto.
<<Non tutti i Liósálfar sono buoni.>> Affermo di conseguenza io e cammino verso Jack.
Non appena mi piazzo davanti a lui vengo circondata di fuoco, sentendo veramente caldo, ma volendo posso superare questa barriera grazie alla bottiglia d'acqua che ho portato oggi nella borsetta. Sì, porto sempre una borsa anche nelle situazioni peggiori. Butto l'acqua sul fuoco, spegnendolo, e cammino tranquillamente davanti a lui. Tutti mi guardano con un'aria di odio e io non capisco perché.
<<Hai avuto contatti con gli umani?>> Chiede Jack. Tutti guardano a noi e io cerco di non perdere il controllo. Non lo perdo mai, di solito. <<Sì. Quando ero da sola in un bosco un umano si è avvicinato e mi ha dato questa bottiglia perché avevo sete.>> Mento. Non posso dire la verità oppure rischio la mia vita. <<Meriti una lezione.>> Appena Jack finisce la frase riempie il suo corpo di fuoco. Starà bruciando per l'odio verso gli umani.
<<Scemo. Sei esagerato, come lo siete tutti voi!>> Voglio dire la verità. Non ce la faccio più! E lui avrà una bella lezione da parte della mia famiglia!
<<Fatti sotto.>> Dico e corro verso di lui.
Non pensavo di essere così veloce da farlo confondere. <<Come fai ad essere così abile? Non posso bruciarti ma posso farti respirare dell'aria nociva a noi elfi.>> Non lo ascolto. Deve rinnegare il suo odio verso la mia specie.
Sono arrivata davanti a lui e cerco di dare un calcio in mezzo alle sue gambe, ma lui mi afferra per il collo e mi guarda vittorioso. <<Scacco matto traditrice.>> Ora tutti aspettano qualcosa. La mia morte? La mia punizione? O la mia vittoria?
<<REGINA!>> Vedo gli elfi inchinarsi e noto che una figura si avvicina a noi, la regina del fuoco. Cosa ci fa qua? Deve punirmi lei?
<<Tu non sei una Liósálfar.>> Ha una voce severa ma famigliare.
<<E cosa sono allora? Una Døkkálfar?>> Chiedo mentre Jack mi guarda negli occhi, supplicandomi di non farla arrabbiare. Deve essere veramente potente per essere rispettata così tanto.
<<Fammi vedere le tue orecchie.>> Credo che sia arrivata la fine della mia vita. Sono in una posizione di svantaggio e Jack mi può strangolare quando vuole. <<Perché?>> La mia domanda non riceve risposta, ma quella della regina sì. Jack mi ha alzato i capelli per far vedere le orecchie alla regina e tutti mi guardano, tranquilli e soddisfatti. <<Sai.. vicino al tuo orecchio c'è un simbolo molto importante. Il simbolo della classe nobile nipotina mia.>> NIPOTINA? Forse sono dentro il paradiso.
<<Ora fammi vedere come ti liberi.>> Tutti stanno aspettando qualcosa di incredibile, mentre Jack mi guarda. Ha degli occhi così strani ora, al loro interno vedo passare vari pensieri nella sua testa, mentre qualcuno mi dice di concentrarmi e pensare a qualcosa di bello e nostalgico. Chi è stato? Non voglio ricordare niente di nostalgico perché frantumerei la barriera che ho creato dopo alcuni anni. Ma non posso più tener ferma quella barriera, traballa ormai.
Qualcosa mi tocca la spalla come segno di conforto ma io non mi giro e fisso solamente il tronco di un albero.
"Vuoi distruggere o aiutare questo popolo?" Colui o colei che mi sta consolando ha una voce inquietante. <<Entrambi.>> Rispondo in modo secco e improvvisamente il cielo diventa pieno di nuvole e grigio. Tutti cercano di darsi delle risposte con gli occhi, ma credo che questa sia una delle cose più fighe che ho visto. Un tornado si sta creando vicino alla corteccia che stavo guardando, mentre vedo proprio quell'ammasso di legno volare dentro il tornado.
"Divertiti, tu sarai immune alle tue creazioni. Anzi, puoi pure spostarti con esse." Mi giro e vedo che la persona che mi ha insegnato a controllare il mio potere è una donna alata di un'immensa bellezza. Indossa un abito nero e ha la pelle bianca e i capelli neri.
<<Come ti chiami?>> Chiedo prima di vederla andare via. <<Mi chiamo Aletto, sorella di Tesifone e Megera. Se hai bisogno di aiuto devi portarmi un'offerta.>> Detto questo se ne va e io mi volto verso il tornado, che pian piano sta distruggendo tutto il prato, all'inizio pieno di fiori.Pov Davina
Quella tipa da dove è spuntata? Non sembrava così amichevole e infatti si è servita di Krystal per creare un tornado e forse sono diventati alleati. Devo chiamare il re della fazione Aind telepaticamente per parlare di questo disastro.
Krystal avrà una punizione severissima da lui e sono felice per questo, così impara a mettere nei guai gli elfi, anche se un po' non mi dispiace.
Cosa avrà in mente Krystal per mettere in pericolo a tutti noi in questo modo?
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Albizen: l'accademia degli elfi.
FantasíaDa piccola venivo presa in giro. Sì. Proprio così. Perché? Avevo un orecchio strano. Mia madre diceva sempre che era una piccola e semplice deformazione. E io credevo alle sue parole. Avevo un orecchio leggermente a punta.. ma ben presto ho capito...