Un bagno...di idee.

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GIOVANNI:

Vidi che nella camera dell'albergo non c'era nessuno, dunque supposi che Andrea fosse uscito con Luca e Michele. L'idea che vada via senza avvisarmi mi infastidisce parecchio perché ci tengo molto a lui e vorrei tanto fare parte della sua vita. Mi svesto completamente e per rilassarmi, chiudo la porta a chiave e mi faccio un bel bagno caldo. Immerso in quella vasca piena acqua, inizio a pensare.

Io amo Andrea, l'ho sempre amato, il problema di tutto è che non so come potrebbe reagire alla mia dichiarazione e non voglio assolutamente perdere l'unica vera fonte di amicizia che ho. Ora, pero, non voglio più pensare a nulla, perciò chiudo gli occhi e mi lascio andare.

ANDREA:

Corsi in stanza. Era chiaro cosa dovessi fare e certamente non potevo continuare a trattenere dentro di me quelle emozioni ancora per molto. Così, dopo essere uscito dalla camera dei palermitani, iniziai a correre da Giovanni. Avevo paura della sua reazione, non molto per il suo rifiuto, ma per come mi avrebbe giudicato dopo il mio coming out. Temevo che la nostra lunghissima amicizia, sarebbe potuta terminare per un mio errore.

La porta era chiusa ed era strano dato che le uniche due persone che avevano la chiave eravamo io e Giova. Nel mentre che estraevo la chiave dalle mie tasche, notai che dell'acqua usciva dalla fessura della porta. Aprendola ritrovo tutto il pavimento in moquette zuppo. Mi diressi in bagno e vidi che la vasca era piena e stava strabordando. Dentro intravidi Giovanni, coperto da molta schiuma, nudo e con gli occhi chiusi. Subito urlai "aiuto presto, c'è bisogno di aiuto" sperando che qualcuno mi sentisse.

Presi il corpo del mio amico e lo posai per terra. Provai a chiamarlo per nome ma non rispose, così iniziai a rianimarlo seguendo le istruzioni del corso di sicurezza fatto due anni fa. Comprimo con il palmo della mano sinistra il petto spoglio e bagnato di Giovanni e con l'altra spingo. Conto 1...2...3...4... e poi gli applico la respirazione artificiale. Poso la mia bocca sulla sua e inizio a comprimergli aria nei polmoni. Di scatto Giovanni alza la schiena e tossisce, sputando anche un po' d'acqua. Io mi sedetti a cavalcioni di fronte a lui bagnandomi tutto il sedere.

I: "come ti senti Giovanni?", gli dissi sussurrando.

Non mi diede nemmeno il tempo di finire la frase che mi abbracciò e scoppiò in un pianto fortissimo.

G: "g...gra...grzie...grazie...grazie..."

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