Mi sento strano...un po' perso forse. Sono a Ravenna con la mia famiglia: mia moglie, i miei due bambini e mia madre, ciò che per me è più prezioso di ogni altra cosa, persona o situazione. Immaginavo una vacanza diversa per quest'estate: mare, giochi, passeggiate, cene... Insomma: qualcosa di allegro per farci dimenticare per un po' la mancanza di mio padre. La mamma sembra essersene dimenticata e sono felice per lei, dato che la vedevo sempre triste e sofferente. Questa è la città dove viveva quando era ragazza o bambina, non lo so di preciso perché non ci ha mai raccontato nulla del suo passato. E ora continua a non raccontarcelo. Pensavo che saremmo venuti in questo posto per far visitare ai bambini qualche parco divertimenti che si trova nei dintorni. Invece la mamma continua a portarci in giro per un quartiere, probabilmente quello dove viveva. Si guarda sempre attorno e non parla mai: sembra cercare qualcuno o qualcosa. Ci ha detto che è tutto molto cambiato, ma ha riconosciuto una crepa che era per lei un punto di riferimento per essere sicura di non essersi persa. Tutto qui: solo una crepa usata come punto cardinale è ciò che so della sua giovinezza.
Mi sembra che abbia sentito molto la mancanza di questo posto. Non credo che ne abbia mai parlato con papà perché altrimenti saremmo sicuramente venuti qui qualche altra volta. Ci deve essere qualcosa che non conosco e non capisco. Voglio parlarle e voglio chiederglielo. La osservo costantemente e noto che guarda negli occhi ogni passante sperando di riconoscerlo. Fino ad ora si è soffermata per qualche secondo solo a  scrutare un uomo più o meno della sua età. Lo abbiamo incontrato su un marciapiede e, quando siamo passati oltre, la mamma si è voltata per guardarlo ancora. Non penso però che sia davvero qualcuno che conosceva perché ci avrebbe esposto il suo dubbio. O almeno credo e spero che ce ne avrebbe parlato.
Mia madre ha settantanove anni e non è mai stata tanto attiva come lo è ora. Neanche a cinquant'anni o a quarnata. Si sveglia presto la mattina e ha voglia di uscire subito, mi fa svegliare i bambini alla stessa ora di quando vanno a scuola e ora sono diventati nervosi e stanchi; ci fa tornare nella casa che abbiamo affittato solo per pranzo e ci fa riposare per due ore al massimo per poi uscire nuovamente; mangiamo ogni sera in qualche ristorante che si trova sulla via principale del centro e in cui non si gustano poi piatti tanto buoni perché si tratta di luoghi pensati per i turisti stranieri, che non conoscono la cucina italiana.
Non riesco a convincerla a fare qualcosa di diverso. È intrattabile. Abbiamo affittato quella casa per un lungo mese, sempre perché lo desiderava lei e ora sto iniziando a pensare che sarà un mese d'inferno. Siamo in estate, non lavoriamo, fa caldo: è la situazione perfetta per godersi qualche bellissima giornata di mare e invece passeggiamo sotto il sole cocente in una città in cui le cose da fare e i monumenti da visitare non mancano, ma noi non facciamo nulla di ciò che una normale famiglia in una normale vacanza farebbe.
Mi sento strano...forse un po' perso. Sono a Ravenna con la mia famiglia, ma parte di essa mi pare di non conoscerla. Non so come parlarle, cosa dirle, come farla essere un po' meno testarda e come convincerla a non seguire l'istinto e a ragionare.
Devo provare a parlarle, a capire cosa c'è che la meraviglia o la turba. 
Forse non l'ho mai conosciuta realmente.

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