Capitolo 2 - La scoperta

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La scoperta


Parcheggiai l'automobile poco distante dal punto in cui si trovava Benson, lungo la porzione rialzata che costeggiava il fiume Medway e che faceva parte della zona antistante all'antico Palazzo Arcivescovile.

L'aria era fresca perché aveva piovuto durante la notte e l'acqua del fiume appariva ancora più scura del solito.

Mentre Benson mi attendeva in compagnia di alcuni agenti del posto, riconobbi quel tratto che in gioventù avevo frequentato parecchie volte, quando ancora studiavo in un college poco distante da Maidstone.

Il luogo in sé era comunque molto frequentato, perché oltre ad essere caratterizzato dalla presenza del suo centro abitato disposto lungo le rive del fiume, era particolarmente noto grazie ai suoi paesaggi oltremodo suggestivi, tipici di quella contea ricca di giardini e di angoli incantati.

Nella zona che precedeva la scalinata orientata a sua volta verso il fiume, si erano radunati diversi curiosi attratti appunto dalla triste scoperta effettuata casualmente da uno di loro, alle prime luci dell'alba.

Mentre la piccola folla restava confinata al di là del cordone, posto in precedenza per delimitare il punto in questione, mi feci spazio e m'indirizzai verso Benson, per raggiungere la camminata che si srotolava lungo il corso d'acqua.

Prima di avvicinarmi osservai la stradina che avevo di fronte, notai così che alla mia destra, uno scivolo di cemento aumentava la sua pendenza, fino ad immergersi totalmente nelle fredde acque.

Mentre poco più in là, sulla sinistra, il percorso continuava restando separato dal corso d'acqua, grazie ad un bordo più elevato e a una sorta di ringhiera di ferro nerastra dall'apparenza molto solida, che ripetendosi, attraverso moduli rettangolari, sovrastava indisturbata un'infinità di sterpaglie cresciute nel tempo sulla sponda frastagliata del Medway.

Lungo la via, un muro di mattoni chiari restava al di sotto del livello della strada, appena abbandonata, mentre più avanti, la parete laterale del massiccio Palazzo Arcivescovile, anch'esso rivestito da pietre chiare, s'innalzava maestosa costeggiando così per parecchi metri il percorso appena descritto.

Osservando con più attenzione notai un particolare mai visto prima. Nella parte terminale dell'edificio, appena sotto il tetto, la parete nel punto più elevato fuoriusciva mostrando orgogliosamente un paio di finestre dalla forma allungata e rettangolare circondate a loro volta, da un rivestimento di mattoni certamente più scuri, tendenti al marrone, la stessa colorazione che contemporaneamente caratterizzava il tetto di quella costruzione, che per quanto semplice, vista l'architettura di appartenenza tipica del Medioevo, risultava nell'insieme particolarmente imponente.

Mi spinsi oltre, lasciando lo scivolo alla mia destra e raggiungendo così il punto compreso tra il lato del Palazzo ed il fiume, dove la piccola folla di curiosi non poteva arrivare con gli sguardi.

Poco distante, dove una scala fuoriusciva dall'edificio e divideva così idealmente i due corpi principali facenti parti dell'intera struttura, si trovava una vecchia panchina di legno.

Proprio di fronte, nei pressi della ringhiera di ferro, i colleghi della scientifica stavano eseguendo i rilievi del caso, intorno al corpo di un giovane ormai privo di vita, adagiato tra le sterpaglie ingiallite e secche.

Solo in quel momento, Benson si accorse di me: "Ruben, finalmente sei arrivato!"

"Cosa è successo?" Chiesi incuriosito.

"E' stato trovato il corpo senza vita di questo ragazzo."

"Capisco ma perché siamo qui? Non se ne dovrebbe occupare la polizia locale?"

"Stamani, quando il corpo è stato visto per caso dallo stesso uomo che ora stanno interrogando, gli agenti giunti sul posto si sono accorti che non si trattava di una morte accidentale e quindi hanno chiamato noi della omicidi."

"Cosa è successo di preciso?"

"Inizialmente hanno pensato ad un tragico incidente, sai poco più in là ci sono diversi college e hanno creduto che uno dei tanti studenti si fosse fatto male per caso, magari dopo essersi ubriacato, non sarebbe la prima volta in fondo.

Comunque durante il recupero del corpo....che si trovava adagiato sul bordo al di là della ringhiera, i colleghi hanno notato un segno sul collo e Alan, il medico legale che sta facendo i rilievi ci ha anticipato che il giovane forse è deceduto per cause riconducibili ad uno strangolamento."

"Quindi non è affogato?"

"Sembrerebbe di no, il corpo era sulla riva ed è bagnato perché questa notte ha piovuto, probabilmente l'acqua del fiume deve averlo solo sfiorato ma non inghiottito. Quel solco presente sul collo comunque è evidente, deve essere stato sicuramente strangolato."

"Con una corda o qualcosa di simile, giusto?"

"Vedo che hai già capito a cosa mi riferisco... Ruben."

"Se Alan confermerà tutto dopo l'autopsia, questa sarà la quarta vittima, nel giro di due anni."

"Sì ma.... dovremo attendere l'esito del tossicologico però."

"Ovviamente. Piuttosto, conosciamo già le generalità del ragazzo?"

"No! Non aveva con sé documenti, né altro ma faremo un controllo in centrale, per capire se risulta tra le persone scomparse o se nel frattempo sono state effettuate denunce da parte di qualcuno."

"Ok! Io farò un giro tra i college della zona dopo avergli scattato una foto, sperando di trovare qualche informazione che mi possa aiutare."

"Bene, ci risentiamo più tardi."

Restai ancora per qualche istante ad osservare quegli occhi vitrei e quel corpo inerte coperto ancora dai numerosi fili d'erba appesantiti dall'umidità presente nell'aria.

Infine mi voltai dalla parte opposta notando così che il gruppo di curiosi era rimasto senza parole ad osservare ciò che poteva solo immaginare, dalle parole appena udite da colui che aveva scoperto il cadavere.

Ogni tanto, qualcuno dei presenti ancora attoniti accennava un lieve movimento con il capo, per esprimere lo stato d'animo appena scosso da quelle che in realtà venivano considerate come le loro paure più inconsce.

A tratti percepivo quasi una sensazione di sdegno, dovuta probabilmente al fatto che la criminalità ormai estesa era riuscita a coinvolgere un gran numero di adolescenti, che il più delle volte, perdevano la loro vita, a causa di un'esistenza sciupata dall'alcool, dalla droga o da situazioni poco lecite.

Probabilmente erano solo spaventati ma credo che in quel momento i loro pensieri più intimi fossero rivolti ai loro figli, gli stessi che magari avevano frequentato quel povero ragazzo, condividendo situazioni più o meno normali, fino ad arrivare forse, a quelle più amorali.

A quel punto mi allontanai cercando d'ignorare i loro visi e senza incrociare altri sguardi raggiunsi l'automobile e accesi il mio portatile, per individuare i college più vicini alla zona in cui mi trovavo.

Quella mattina, la vista di quei luoghi comunqueincantevoli non riuscì a distrarmi da quello che ormai, stava diventando unpensiero fisso, ovvero l'ennesimo caso, che senza troppi scrupoli, avevacoinvolto e stroncato un'altra giovane vita.

L'essenza del male | Lorenza SpaiardiWhere stories live. Discover now