"Denise, sono davanti alla porta della Mistica da quasi mezz'ora, dove ti sei cacciata?"
"Sto prendendo in prestito dei libri in biblioteca, tu intanto entra Em, dille che sei una mia amica. Ti raggiungo in due secondi!"
"Denise? Pronto?"
Aveva riattaccato. Emma sbuffò, la puntualità non era tipica della sua migliore amica. Guardò il campanello e tirò un lungo sospiro stringendosi nel suo cappotto grigio nebbia, mentre l'aria fresca del mattino le scompigliava i capelli lunghi e neri. Se li raccolse in fretta in una disordinata coda di cavallo.
Prima o poi dovrò tagliarli.
Sentì un rumore improvviso ed alzò gli occhi al cielo: un tuono. Avrebbe piovuto di lì a poco. Non avendo l'ombrello con sé, decise che la soluzione migliore era di entrare in quella casa. Suonò tre volte, e la serratura della porta si aprì con uno scatto. Avanzò e chiuse la porta alle sue spalle. Si guardò intorno, incuriosita.
"Permesso..."
Di fronte a lei un grande salotto con le pareti rosse, alcune poltrone con le fodere rosse, un divano a tre posti completamente rosso, le tende delle finestre con le decorazioni rosse e un lampadario alquanto inquietante. Pregò che almeno quella luce non fosse rossa.
Si fece avanti lentamente e vide alcuni giornali con strani disegni astratti sulle copertine. C'era una libreria molto vasta e ordinata composta da numerosi volumi che sembravano essere molto pregiati.Tecniche del potere supremo, forze occulte, pratiche di divinazione. Sono finita nella dimora di una psicopatica.
Al centro del salotto un piccolo tavolino con quattro cuscini rossi ai lati e una piccola candela al centro. Emma si tolse il cappotto e lo appoggiò su una poltrona.
"Denise, finalmente. Oh. Hai tinto i capelli?"
La ragazza spalancò gli occhi non appena vide la donna davanti a sé. Se ne stava lì, immobile, con le braccia spalancate in aria e un sopracciglio alzato. Il suo sguardo era curioso e il trucco sul suo viso era decisamente esagerato per una signora della sua età. Aveva un vestito color porpora con uno strascico lungo circa un metro e mille gingilli addosso che facevano un rumore assordante non appena muoveva un arto. La ragazza si sforzò di rimanere il più seria possibile, anche alla vista dei suoi capelli ricci disordinati che le ricordavano tanto un cespuglio del suo cortile.
"N-no, sono Emma, una sua amica. Denise mi ha detto di dirle che..."
"Oh, certo, certo. Mi ha parlato di te. Io sono Sibilla, il piacere è tutto tuo. Sei un po' sciupata, cara. Va tutto bene? Vieni, vieni. Accomodati pure. Sei qui perché vuoi conoscere il tuo futuro, giusto?" Strillò con un sorriso a trentadue denti.
"Beh, in realtà io... non se, ecco..."
"Tu non credi al destino, vero ragazza?"
Emma incrociò uno sguardo di chi la sapeva lunga, serrò i denti e scosse la testa lentamente.
"L'ho percepito appena sei entrata, la tua aura è negativa, i tuoi chakra non sono aperti, la tua mente non viaggia libera, il tuo corpo non... ma non ha importanza. A fine della seduta ti ricrederai. La divinazione è un'arte antica. Sai in cosa consiste?"
"No."
Sibilla invitò Emma ad inginocchiarsi sopra uno dei cuscini di fronte al tavolino ed accese la candela con un piccolo fiammifero. In poco tempo tutta la stanza si riempì di un odore piacevole di incenso. La donna assunse la stessa posa davanti a lei.
"Vedi, la divinazione risponde a una delle esigenze umane primitive, ovvero di dissolvere l'incertezza del futuro e conoscere l'ignoto; la sua funzione si basa su due presupposti: che l'informazione cercata sia a disposizione di qualche entità o forza soprannaturale e che questa informazione possa essere trasferita nel mondo naturale. In parole semplici, si tratta di conoscere l'inconoscibile. Ma è più facile a dirsi che a farsi. Ora, Emma, ti chiedo di chiudere gli occhi, di porgermi le mani e di non pensare a niente, la mente deve essere il più libera possibile."
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Velut Luna
Fiksi Penggemar"Sei un po' come la Luna". Sussurrò, alzando lo sguardo verso l'alto. Lei continuò a scrutare il suo volto per metà illuminato da raggi chiari e tenui, in contrasto all'oscurità della notte che ormai avvolgeva la città. "La Luna vive di un riflesso...