Rapimento-Ore di reclusione parte 1

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L'avevano fatto uscire dall'ospedale per disperazione. La verità era che non gli andava più di tenerlo lì dentro inutilmente, e lui non poteva certo spiegare i veri motivi per i quali voleva restarci per così tanto tempo.
La verità era che lui era un grande codardo, e voleva soltanto mettersi in salvo... ma adesso che avevano trovato il ZCZK del 1993 nascondersi stava diventando più difficile del previsto.
[Park Ji Min, 18 anni-Nazionalità: Coreano, con lontane(ma decisamente non troppo) origini italiane-Particolarità: Riesce a sopravvivere ad ogni tentato suicidio, e nella sua vita ne ha sperimentati ben sette]

Lista completa, stilata il 15 marzo 1999 da Choi e Lee Seung Hwan, comunemente chiamati TOP e Seungri:
Min Yoon Gi, 9 marzo 1993
Jung Ho Seok, 18 febbraio 1993
Kim Seok Jin, 4 dicembre 1985
Kim Nam Joon, 12 settembre 1980
Kim Tae Hyung, 30 dicembre 1994
Park Ji Min, 13 ottobre 1994
Jeon Jung Kook, 1 settembre 1994

"Questi sette... si trovano tutti nell'occhio del ciclone. È soltanto questione di tempo."

Seoul, giorno 24 febbraio 2012

Dopo essere scesi dall'aereo, si diressero immediatamente verso la sede della Goak Pharmaceuticals, per parlare con Kim Nam Joon e illustrargli il piano per riprendersi tutti e sette i componenti della Lista. Oramai, i piani erano cambiati, e avrebbero dovuto anticipare di moltissimo l'evento che avevano programmato con tanta cura.

Daegu, giorno 24 febbraio 2012

Ho Seok aprì pigramente gli occhi, infastidito dai raggi di sole che filtravano dai buchi delle persiane, ed allungò una mano verso il cellulare poggiato sul comodino. Erano le 8:15, e sentiva ancora il calore del respiro di Suga sul suo collo, segno che il ragazzo non aveva alcuna voglia di svegliarsi... e lui non aveva alcuna voglia di mettergli fretta.
Si girò verso di lui e cominciò ad osservarlo mentre dormiva. Era così dannatamente bello che quasi lo spaventava... non poteva essere reale, solo starlo a guardare gli trasmetteva delle emozioni indescrivibili, che lo facevano sentire bene. La sera prima, solo per quel momento, avevano addirittura dimenticato la vicenda del cadavere e degli esperimenti, ed avevano pensato soltanto a loro due, al loro mondo, a recuperare quell'amore nato quasi per gioco, che li aveva uniti più di quanto avessero anche solo minimamente immaginato all'inizio.
Facendo attenzione a non svegliarlo, gli lasciò un leggero bacio sulle labbra, e lo coprì per bene, accorgendosi che si era infilato un paio di boxer ed una logora e vecchia t-shirt per dormire. Aveva freddo.
"Mmmmmh, Ho Seok... smettila di starmi a fissare..." borbottò, nascondendo la testa nel suo petto e strofinandocisi dolcemente contro. Era così maledettamente adorabile.
"Ti stavo solo guardando." ammise "Ti ho svegliato?"
Lui in tutta risposta gli accarezzò i capelli, per poi risalire con la testa e baciarlo dolcemente. Al che Ho Seok saltò a cavalcioni su di lui e ricambiò, stringendolo forte a sé e accarezzandogli delicatamente il collo.
"È... stato bello." sussurrò Suga, con la voce roca ancora impastata dal sonno, mentre alzava gli occhi ed incrociava il suo sguardo "Non me ne andrò più, promesso."
Era come se gli avesse letto nel pensiero. Ho Seok aveva un fottuto bisogno di sentirsi dire quelle parole, di sentirle uscire dalla bocca della persona che amava più di ogni altra cosa al mondo.
Lo amava. Lo amava anche più di sé stesso, e voleva che restasse... lo voleva insieme a lui ancora per un po'.
"Suga"
"Mh?"
"Tu mi ami?" chiese, con la voce tremante "Perché io ho perso la testa per te, e se tu non mi amassi sarebbe un problema."
Il ragazzo avvicinò le labbra al suo orecchio, e si schiarì la voce, prima di sussurrargli, come se non volesse far ascoltare le pareti che li circondavano: "Ti amo. Ma non farci l'abitudine... non te lo ricorderò così spesso, idiota."
"Hyuung!"
La voce di Hani dall'altro lato della porta aveva interrotto il loro momento.
"Oggi i vecchi non ci sono! Papà ha portato tua madre a fare un giro in macchina!"
Suga cercò di non scoppiare a ridere, mentre Ho Seok, preso dal panico, si rinfilava i boxer in fretta e furia, almeno per non mostrare i gioielli di famiglia ad una ragazza.
"E allora?" chiese, mentre il moro si sdraiava nuovamente accanto a lui, prendendogli il braccio e mettendoselo intorno alle spalle sotto lo sguardo palesemente contrariato di Suga, che odiava le troppe smancerie da fidanzatini idioti alla prima cotta in terza media.
"Beh, pensavo-" aprì la porta, e rimase almeno per due minuti a osservare la scena con la bocca a penzoloni e gli occhi spalancati "...Ah. Ciao Ho Seok."
Lui, imbarazzato, cercò di apparire disinvolto e la salutò con una mano "Ciao Hani."
"Hyung, ti dicevo." entrò nella stanza e si sedette sul letto, a gambe incrociate "Pensavo che sarebbe stato l'ideale frugare qua intorno per trovare qualche altra cosa utile lasciata da tuo padre. No?"
"C'è Eun Ji Ahjumma." disse lui, riferendosi alla donna delle pulizie.
"Tranquillo, ci darà sicuramente una mano."
Sorrise d'istinto. Hani era sempre così positiva.
Ho Seok, invece, guardò di nuovo l'orario "Vi aiuterei anch'io, ma oggi tocca a me fare il turno di mattina."
"Te ne vai?" chiese il castano, allungando la mano verso il telefono e cominciando a farsi gli affari propri.
"Sì, scusa dolcezza. Ti chiamo dopo."
"Falla finita e evapora, cretino."
Nonostante il solito fare scontroso di Suga, se ne fregò e, prima di alzarsi per andare a raccogliere i suoi vestiti ed uscire, gli lasciò un bacio sulle labbra e gli sorrise. Poi se ne andò, sperando di non trovare altre sorprese giù alla stazione di polizia.
Una volta che Ho Seok se ne fu andato, Hani si avvicinò di più al fratellastro, e gli rivolse uno strano sorriso... quello di chi voleva morire se l'avesse mai rivolto a Suga.
Oh, se non si fosse trattato di una ragazza, avrebbe goduto nel sentire le ossa del suo naso scricchiolare sotto le sue nocche.
"Che vuoi?" chiese, alzandosi e andando verso la porta, ovviamente sempre seguito dalla ragazza.
"Quindi, adesso siete insieme?" chiese, curiosa, mentre lo prendeva a braccetto e lo trascinava al piano di sotto, più attiva del solito.
Lo condusse in cucina, dove l'Ahjumma stava preparando la colazione "Oggi la signora non c'è, e il signore si è raccomandato con me di dire a Suga che ieri sera ha fatto un po' troppo rumore, e di andarci piano la prossima volta, dato che il letto cigola."
Lui sentì l'imbarazzo salire e la faccia scottare, mentre diventava più rosso di un peperoncino piccante e cercava in tutti i modi di non darlo a vedere. Davvero si era reso così tanto ridicolo? Davanti al padre della sua sorellastra? DAVANTI AL MARITO DELLA SUA INSOPPORTABILE MADRE?!
Il suo orgoglio ormai era andato a farsi friggere nella rosticceria davanti casa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 29, 2017 ⏰

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