"Come sarebbe a dire un cadavere?"
Da quello che ne sapeva, a Daegu non c'erano mai stati molti crimini di questo tipo, che di solito erano più 'nella norma' in città come Seoul. Di sicuro la gente non l'avrebbe presa bene... soprattutto gli anziani.
"Senti, se vuoi ti spiego dopo. Adesso, io..."
"Hope! Smettila di chiacchierare!" lo richiamò un altro poliziotto, probabilmente della loro stessa età, che teneva sulla spalla un manganello "C'è bisogno di te, qui, muoviti!"
Qualcosa non era chiaro. Se quel cadavere era davvero lì da così tanto tempo, allora perché nessuno aveva denunciato la scomparsa di quella persona? Possibile che nessuno a Daegu conoscesse la persona morta? Eppure lì si conoscevano tutti... non era una grande città, e le notizie grosse come sparizioni di individui sarebbero dovute girare in meno di una giornata. Ma allora perché sembravano tutti sconcertati dal ritrovamento di quel cadavere?
Se ne tornò a casa senza voler rimanere oltre. Magari avrebbe saputo di più dal giornale locale... ma al momento voleva tenersi fuori da qualsiasi casino si sarebbe presentato. Ne aveva già passati tanti, di casini.
"Oh, Suga!" la donna delle pulizie gli andò incontro "Tra poco torneranno il signor Ahn e sua figlia. Tu non li hai ancora conosciuti, ma la tua sorellastra è veramente un amore di ragazza!"
"Sorellastra?"
"Mentre eri in America, la signora si è risposata." disse "Pensavo te lo avesse detto."
"Figurati."
La sua famigliola si allargava... wow. Immaginava il marito di sua madre come uno di quei cazzoni straricchi che la vecchia aveva sposato solo per i soldi-esattamente come lo era stato suo padre, d'altronde, e il coglione si era lasciato manipolare da una donna su una sedia a rotelle come fosse un burattino idiota.
Senza passare a salutare la vecchia, salì al piano di sopra e raggiunse la soffitta, per raccogliere un po' delle sue cose e portarle nella sua stanza. Non pensava se ne sarebbe tornato in America tanto presto. La prima cosa a cui pensò fu la sua vecchia chitarra elettrica assieme all'amplificatore. Se proprio doveva rimanere in Corea, almeno poteva passare tempo quando si annoiava.
Mentre la raccoglieva da terra, una pila di scatoloni gli cadde in testa, e allora doveva pure rimettere a posto tutto perché ovviamente la vecchia si sarebbe incazzata.
Si inginocchiò per raccogliere la roba caduta dagli scatoloni, e notò un ritaglio di giornale datato 11 marzo 1993. Cominciò a leggere.
"10 marzo '93, incendio all'ospedale Shin Gwon. 27 morti, 31 i feriti. 10 marzo '93?"
Era esattamente il giorno dopo la sua nascita. Lui era nato il 9 marzo '93. Proprio in quell'ospedale.
Raccolse un altro ritaglio di giornale, questa volta datato 12 marzo 1993.
"12 marzo '93, confermato il ritrovamento del bambino scomparso durante l'incendio dell'ospedale Shin Gwon. Sparita la madre."
Qualcosa non gli stava tornando... perché l'altro ritaglio del giornale parlava solo dell'incendio e non di una sparizione? Per qualche motivo, qualcuno aveva tagliato via la parte in cui si parlava del bambino scomparso... in modo di non far leggere, forse da qualcuno in particolare, le informazioni riguardanti lui.
Accanto a quei ritagli di giornale, trovò un biglietto firmato da suo padre, probabilmente prima di morire, in cui c'era scritto 'Mi dispiace, sono riuscito a trovare soltanto questi.'
Preso dalla curiosità, raccolse per prima cosa il suo vecchio pc e lo portò in camera, collegandosi immediatamente a internet e cercando, sui motori di ricerca, il giornale di Daegu datato 11 marzo 1993.
Trovò subito l'articolo riguardante l'incendio dell'ospedale, e come si aspettava, un pezzo dell'articolo parlava proprio della scomparsa di un bambino, nato il giorno prima dell'incendio, della cui madre si erano perse le tracce.
Cercò se ci fosse scritta anche l'ora della nascita del neonato, e trovò le 10:57 della mattina. La fortuna era dalla sua parte, quel giorno.
Corse nuovamente in soffitta, a vedere se sua madre avesse conservato il suo certificato di nascita-cosa molto improbabile, dato che per sua madre lui non era affatto un figlio-, ma non lo trovò. Doveva raggiungere l'ospedale e fare una prova. C'erano troppe coincidenze, e le coincidenze gli piacevano poco.
Prese i ritagli di giornale ed il messaggio lasciato da suo padre e li chiuse nel cassetto della scrivania, mettendosi la chiave in tasca, ed uscì.
Nel corridoio, incontrò sua madre, scortata da una delle domestiche "Cosa sei andato a fare su in soffitta?"
"A prendere le mie cose. Credo rimarrò qui ancora per un po'."
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eXperiments || YOONSEOK.
FanfictionIl governo americano e quello coreano decidono di unirsi per creare insieme una sostanza che, se iniettata nel corpo umano, può trasferire all'uomo in questione delle particolarità che gli permettono di evolvere il suo corpo e la sua potenza. Grazie...