Capitolo 4

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Un pisolino si è trasformato in una vera dormita, infatti mi sono svegliata direttamente la mattina dopo.

Vado a farmi una doccia e poi vado in cucina.

<<Già sveglia?>> mi chiede mia madre.

<<Già, mi sono svegliata direttamente stamattina dopo l'intenzione di fare un pisolino>>

<<Me ne sono accorta, non sei venuta a mangiare ieri sera e questo non è da te>>

<<Lo so, forse amo più dormire che mangiare>> dico sedendomi a tavola dopo aver preso i cereali.

<<Allora come è andata la tua prima giornata di lavoro?>> continuo a dire io.

<<Bene, sono tutti molto simpatici>>

<<E ti hanno dato già la pistola?>> dico con un sorriso.

<<Si e no, non te la faccio prendere. E comunque l'ho dimenticata in ufficio.>>

<<Ma dai! Ho una madre sbirra e non posso neanche usufruirne!>>

<<Non capirò mai perché ti piacciono le cose pericolose>>

<<Perchè a te no?>> dico con un sorrisetto già sapendo la risposta. Fin da piccola, mi ha sempre portato in centrale e a volte mi faceva vedere le sue armi o gli oggetti che usava, senza prenderli ovviamente. Me li mostrava sempre con grande orgoglio sperando che anche io possa diventare una poliziotta o una detective.

<<Certo, secondo te perché ho scelto questo lavoro?>> mi risponde anche lei sorridendo.

<<Buongiorno!>> dice Jas entrando in cucina.

<<Buongiorno>> diciamo contemporaneamente io e mia madre.

<<Già sveglia?>> mi chiede Jas.

<<Si, ho fatto un'unica dormita fino a stamattina>>

<<Uau complimenti>> mi dice.

<<Ci accompagni ancora tu stamattina?>> chiede a mia madre.

<<No, ho fretta di uscire. Ci vediamo a pranzo!>>

<<Porta la pistola!>> gli urlo appena prima di uscire.

<<Ma che...>> dice Jas. Lei non capirà mai il mio amore per le cose pericolose.

<<Dobbiamo uscire tra cinque minuti se non vogliamo arrivare in ritardo>> mi dice Jas.

<<Usiamo i mezzi pubblici?>> dico con una nota di disgusto.

<<Si, come ci vuoi andare?>>

<<Magari a piedi visto che è vicino>>

<<Ma non arriveremo in tempo!>>

<<E che fa! Faremo ritardo>>

<<Il secondo giorno di scuola? No grazie>>

<<Giusto dimenticavo che tu sei la santarellina>>

<<Non è vero!>>

<<Allora andiamo a piedi>>

<<Ma faremo tardi! Ti prego>> dice facendo gli occhioni dolci.

<<Aaahh va bene!>> concedo io. Basta che finisce di insistere.

Dopo un quarto d'ora e un pullman pieno di gente sudata, siamo arrivate a scuola.

I'm never tired of you || Wattys 2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora